QUEL CHE RESTA DEL VERSO n.6: “Dissipatio H. P.” Poesia e riflessione filosofica in Mirko Catalano

Mirko Catalano Auctus Subobscurorum. Crescita crepuscolare

Il titolo di questa rassegna deriva direttamente da quello di un grande romanzo (Quel che resta del giorno) di uno scrittore giapponese che vive in Inghilterra, Kazuo Ishiguro. Come si legge in questo poderoso testo narrativo, quel che conta è potere e volere tornare ad apprezzare quel che resta di qualcosa che è ormai passato. Se il Novecento italiano, nonostante prove pregevoli e spesso straordinarie, è stato sostanzialmente il secolo della poesia, oggi di quella grande stagione inaugurata dall’ermetismo (e proseguita con il neorealismo e l’impegno sociale e poi con la riscoperta del quotidiano e ancora con la “parola innamorata” via e via nel corso degli anni, tra avanguardie le più varie e altrettanto variegate restaurazioni) non resta più molto. Ma ci sono indubbiamente ancora tanti poeti da leggere e di cui rendere conto (senza trascurare un buon numero di scrittori di poesia “dimenticati” che meritano di essere riportati alla memoria di chi potrebbe ancora trovare diletto e interesse nel leggerli). Rendere conto di qualcuno di essi potrà servire a capire che cosa resta della poesia oggi e che valore si può attribuire al suo tentativo di resistere e perseverare nel tempo (invece che scomparire)… (G.P.)

 di Giuseppe Panella

 

Dissipatio H. P. Poesia e riflessione filosofica in Mirko Catalano (Auctus Subobscurorum. Crescita crepuscolare, Firenze, Masso delle Fate, 2007)

Nonostante la più volte conclamata fine della dimensione lirica e dei suoi derivati specifici, Mirko Catalano crede ancora nella forza e nella salvazione possibile che viene dalla e attraverso la poesia. Crede ancora nella sua potenza musiva ed evocatrice che nasce soprattutto dalla sua indiscutibile connessione con la pratica filosofica della conoscenza del reale. In sostanza, crede ancora in una poesia che sappia affondare le proprie radici profonde non tanto nell’abilità versificatoria o nell’evocazione luttuosa del proprio destino quanto nella capacità di analizzare la storia e delinearne gli sviluppi futuri – soprattutto, la sua probabile fine prossima ventura.

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(R)eplica: “Lost and found”- di Marco Giovenale

pianeta blu

di Marco Giovenale

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non c’è niente di ‘normativo’ o autoritario nel chiedere attenzione per alcuni linguaggi, niente di prescrittivo. niente di insensato nel fare uso di più linee di ricerca. di sperimentazione. (attestate o meno, frequentate o meno).

in certi casi si tratta di linguaggi o direzioni o fronti semplicemente avviati dalle avanguardie. e solidi ormai in lingue e culture. (specie poi nell’immaginario visivo).

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“Poesie” di Marina Ivanovna Cvetaeva

Marina Ivanovna Cvetaeva, Poesie

di Francesco Sasso

Autrice di bellissime poesie, Marina Ivanovna Cvetaeva nacque a Mosca nel 1892. Sue prime raccolte di poesie: Album serale (1910) e Lanterna Magica (1912). Ma le opere maggiori, scritte tra il 1916 e il 1939, furono pubblicate in emigrazione. Nel 1939 tornò in Unione Sovietica, dove il marito e la figlia caddero vittime delle persecuzioni staliniane. Morì suicida nel 1941.

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QUEL CHE RESTA DEL VERSO n.5: “Io canto me stesso…” Introduzione alla poesia di Benedetto Di Pietro

Il titolo di questa rassegna deriva direttamente da quello di un grande romanzo (Quel che resta del giorno) di uno scrittore giapponese che vive in Inghilterra, Kazuo Ishiguro. Come si legge in questo poderoso testo narrativo, quel che conta è potere e volere tornare ad apprezzare quel che resta di qualcosa che è ormai passato. Se il Novecento italiano, nonostante prove pregevoli e spesso straordinarie, è stato sostanzialmente il secolo della poesia, oggi di quella grande stagione inaugurata dall’ermetismo (e proseguita con il neorealismo e l’impegno sociale e poi con la riscoperta del quotidiano e ancora con la “parola innamorata” via e via nel corso degli anni, tra avanguardie le più varie e altrettanto variegate restaurazioni) non resta più molto. Ma ci sono indubbiamente ancora tanti poeti da leggere e di cui rendere conto (senza trascurare un buon numero di scrittori di poesia “dimenticati” che meritano di essere riportati alla memoria di chi potrebbe ancora trovare diletto e interesse nel leggerli). Rendere conto di qualcuno di essi potrà servire a capire che cosa resta della poesia oggi e che valore si può attribuire al suo tentativo di resistere e perseverare nel tempo (invece che scomparire)… (G.P.)

 

di Giuseppe Panella

 

Io canto me stesso… Introduzione alla poesia di Benedetto Di Pietro (Canto del mio dire, Milano, Casa Editrice Prometheus, 2008)

 

«Io canto l’individuo, la singola persona, / Al tempo stesso canto la Democrazia, la massa. // L’organismo, da capo a piedi, canto, / La semplice fisionomia, il cervello da soli non sono degni / della Musa : la Forma integrale ne è ben più degna, / e la Femmina canto parimenti che il Maschio. // Canto la vita immensa in passione, pulsazioni e forza, / Lieto, per le più libere azioni che sotto leggi divine si attuano, / Canto l’Uomo Moderno»

(Walt Whitman, “Io canto l’individuo” in Foglie d’erba, trad. it. di Enzo Giachino)

 

1. Un canto libero per far fronte al mondo

 

Fin dall’inizio del suo nuovo libro di poesie, Di Pietro si proietta inarrestabilmente in una dimensione e in un assoluto di canto. Il suo intento, largamente confessato sin dall’inizio, è quello di liberare attraverso la poesia il proprio spazio di osservazione e di giudizio.

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“Ecco il mio nome” di Adonis. A cura di Francesca Corrao

[Inventario estivo è una rubrica per l’estate in cui recensisco  alcuni libri “speciali” pubblicati nel 2009. f.s.) ]

Adonis- Ecco il mio nome

Inventario estivo #6

di Francesco Sasso

«”Cerca l’azione. La parola è morta” dicono gli altri / La parola è morta perché le vostre lingue hanno sostituito alla parola il mimo. / La parola? Volete svelarne il fuoco? Dunque, scrivete. / Dico scrivete e non dico mimate, né dico copiate. / Scrivete – dall’Oceano al Golfo, non odo una sola lingua, non leggo / una parola. Odo rumore. Perciò non intendo chi lancia / fuoco. / La parola è la più leggera delle cose e le contiene tutte. L’azione è direzione e istante, la parola è tutte le direzioni e il tempo. La parola – la mano, la mano – il sogno: / Ti svelo, oh fuoco, oh mia capitale / Ti svelo, oh poema, / io seduco Beirut, mi veste, la vesto. Erriamo come raggi, […]» (pag. 111)

 

Poeta pluripremiato, saggista, imprescindibile punto di riferimento per intere generazioni di artisti e scrittori arabi, Adonis (1930) è una delle maggiori e più coraggiose personalità letterarie contemporanee del mondo arabo.

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“Opere” di S. Giovanni della Croce

[Inventario estivo è una rubrica per l’estate in cui recensisco  alcuni libri “speciali” pubblicati nel 2009. f.s.) ]

S. Giovanni della Croce

Inventario estivo #5

di Francesco Sasso

Fervente discepolo, amico devoto di Teresa di Gesù, fu il carmelitano Juan de Yepes, divenuto poi san Giovanni della Croce (1542-1591). L’intera produzione letteraria di Giovanni della Croce, che descrive organicamente i diversi stadi della vita mistica, è stata raccolta in Opere di S. Giovanni della Croce (edizioni OCD 2009, 8° ed.), a cura di Padre Ferdinando di S. Maria O.C.D. Il corposo libro, più di 1300 pagine, è composto da quattro opere maggiori e da sette opere minori (Cautele, Avvisi e Massime, Lettere, Poesie).

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“Tutte le poesie (1956-1989)” di Antonio Porta

[Inventario estivo è una rubrica per l’estate in cui recensisco  alcuni libri “speciali” pubblicati nel 2009. f.s.) ]

antonio porta tutte poesie

Inventario estivo #4

di Francesco Sasso

Vent’anni dalla morte di Antonio Porta. Considerato tra i poeti italiani più importanti della fine del Novecento, finora ha avuto una fortuna critica singolare, alterna, ricca di pregiudizi, di lacune, di sviste. E che la poesia di Porta continui a vivere è confermato da com’è messa a frutto da molta della migliore poesia italiana contemporanea.

E’ quindi una lieta notizia la recente pubblicazione di Tutte le poesie (1956-1989) nella collana “Gli elefanti” della Garzanti.

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“101 cose da fare in Puglia almeno una volta nella vita” di Rossano Astremo

[Inventario estivo è una rubrica per l’estate in cui recensisco  alcuni libri “speciali” pubblicati nel 2009. f.s.) ]

101 cose da fare in Puglia

Inventario estivo #3

di Francesco Sasso

La Puglia è una regione dalle innumerevoli bellezze, con testimonianza di civiltà artistiche di gran rilievo, spesso poco conosciute dagli stessi pugliesi. La Puglia è una terra in grado di offrire, anche nei suoi angoli più remoti o degradati, qualcosa da scoprire. Non sempre, però, una classica guida turistica riesce a raccontare bene questa terra. Non è così con 101 cose da fare in Puglia almeno una volta nella vita (Newton Compton editore 2009), volume da pochi giorni in libreria, guida sentimentale scritta dal poeta e giornalista Rossano Astremo.

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