Il primo sguardo da gettare sul mondo è quello della poesia che coglie i particolari per definire il tutto o individua il tutto per comprenderne i particolari; il secondo sguardo è quello della scrittura in prosa (romanzi, saggi, racconti o diari non importa poi troppo purché avvolgano di parole la vita e la spieghino con dolcezza e dolore); il terzo sguardo, allora, sarà quello delle arti – la pittura e la scultura nella loro accezione tradizionale (ma non solo) così come (e soprattutto) il teatro e il cinema come forme espressive di una rappresentazione della realtà che conceda spazio alle sensazioni oltre che alle emozioni. Quindi: libri sull’arte e sulle arti in relazione alla tradizione critica e all’apprendistato che comportano, esperienze e analisi di oggetti artistici che comportano un modo “terzo” di vedere il mondo … (G.P.)
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di Giuseppe Panella
Sottratto all’oblio. Mirko Grasso, Cinema primo amore. Storia del regista Antonio Marchi, con una prefazione di Adriano Aprà, una nota critica di Paolo Simoni e un ricordo di Bernardo Bertolucci, Calimera (Lecce), Kurumuny Editore, 2010
«Elegante e misterioso. Così mi appariva Antonio Marchi da bambino. Capitava a pranzo da noi di domenica, nella luce marina degli anni Cinquanta. Sono stato geloso di lui. Pensavo piacesse a mia madre. A tredici anni volevo picchiarlo. Fu la mia prima pulsione erotica cinematografica. Se sono diventato regista di film è stato per imitare Antonio Marchi» (p. 7).