QUEL CHE RESTA DEL VERSO n.65: La necessità di non dimenticare. “Mai più”, di Mariagrazia Carraroli e Luciano Ricci

La necessità di non dimenticare. Mai più, testo poetico di Mariagrazia Carraroli, fotoelaborazioni di Luciano Ricci, prefazioni di Franco Manescalchi e Carmelo Mezzasalma, postfazione di Fernanda Caprilli, Firenze, Florence Art Edizioni, 2008

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di Giuseppe Panella*

Il 12 agosto del 1944, a Sant’Anna di Stazzema, in provincia di Lucca, quattro reparti della 16ª divisione volontari delle Waffen SS di fanteria corazzata (o Panzergrenadier) Reichsführer massacrarono, senza nessun apparente motivo dato che le azioni partigiane in quel settore non erano mai state tali da far invocare il diritto di rappresaglia, cinquecentosessanta vittime innocenti, in maggior parte bambini e anziani (una di esse, la più piccola, Anna Pardini, aveva solo venti giorni).

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Un «racconto nazionale»: Franco Marcoaldi, “Viaggio al centro della provincia”. Una lettura di Domenico Mezzina

Franco Marcoaldi, Viaggio al centro della provincia, Einaudi, Torino 2009

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di Domenico Mezzina

Conosciuto soprattutto come poeta (ricordiamo fra le altre le raccolte A mosca cieca [Einaudi 1992] e Il tempo ormai breve [Einaudi 2008]), ma già cimentatosi in passato nel genere odeporico con Prove di viaggio [FrancoAngeli 1986], Franco Marcoaldi nel 2007 intraprende un tour in diciassette tappe nella provincia italiana, al fine di redigere una inchiesta a puntate per il quotidiano «la Repubblica»; ne nasce una serie di articoli, sui quali l’autore è poi ritornato successivamente «per ampliarli e, grazie a progressive modifiche, trasportar­li a una forma nuova, ibrida, capace di inglobare l’inchiesta originaria in una scrittura dal passo più narrativo», fino a trasformarli insomma in veri e propri «racconti-reportage».

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STORIA CONTEMPORANEA n.68: “Ingannevole è il cuore più di ogni cosa…”– come nasce un assassino. Alessandro Berselli, “Non fare la cosa giusta”

“Ingannevole è il cuore più di ogni cosa…”– come nasce un assassino. Alessandro Berselli, Non fare la cosa giusta, Bologna, PerdisaPop, 2010

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di Giuseppe Panella*

Nel 1989, Spike Lee, regista afro-americano non ancora del tutto affermato, gira Fa’ la cosa giusta,

un affresco delle comunità etniche in conflitto permanente tra di loro nella New York del melting pot – probabilmente uno dei suoi film migliori. Per Alessandro Berselli, invece, quel che conta è l’esatto contrario: non fare la cosa giusta. E’ quello che accade al protagonista del suo romanzo noir. Già intimamente attraversato da una vena abbastanza esplicita di razzismo e di volontà di protagonismo, Claudio Roveri, di mestiere informatore farmaceutico, sposato con Fabiana, un avvocato di successo e padre di Erica, una ragazza che compie diciassette anni nel corso del romanzo, si trova a dover affrontare una serie di scelte che gli impongono di prendere decisioni pressoché definitive, radicali, indiscutibili: tradire la moglie con la dottoressa Ricci che sembra ben più che disponibile ad amplessi furtivi nel suo studio medico, accettare le teorie dello psichiatra Luca Maranesi che lo spinge a dispiegare con forza e determinazione la propria volontà di potenza, agire in maniera forte e con la violenza  contro quel magma multietnico e indistinto di barboni, zingari, albanesi che sembra pressarlo e circondarlo per risucchiarlo al suo interno.

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IL TERZO SGUARDO n.24: Lo specchio del mondo e il sogno della visibilità assoluta. “Idee di cinema”, a cura di Giovanni Maria Rossi e Chiara Tognolotti

Lo specchio del mondo e il sogno della visibilità assoluta. Idee di cinema, a cura di Giovanni Maria Rossi e Chiara Tognolotti, Milano, Il Principe Costante Edizioni, 2010

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di Giuseppe Panella*

«Ho sempre creduto che il cinema, con il suo tremendo potere visuale, fosse il mezzo di espressione perfetto. Tutti i miei libri precedenti a Cent’anni di solitudine sono come intorpiditi da quella certezza. C’è uno smodato desiderio di visualizzazione dei personaggi e delle scene, un calcolo millimetrico dei tempi… e perfino l’ossessione di indicare i punti di vista e l’inquadratura» – ha dichiarato Gabriel García Márquez in un’intervista rilasciata poco dopo la pubblicazione di Cent’anni di solitudine (in A. Durán, Conversaciones con Gabriel García Márquez in “Revista Nacional de Cultura” (XXIX), luglio-settembre 1968).

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Rendere visibile “L’invisibile”: il “Denaro” di G. Di Girolamo

Giacomo Di Girolamo, L’invisibile, Roma, Editori Riuniti 2010, pp. 555, € 15,00.
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di Antonino Contiliano

Grande è il disordine sotto il cielo,
ma la situazione è ottima?
Mao 

Preferiresti che Cesare fosse vivo, e morire tutti da schiavi,
o che Cesare sia morto per vivere tutti da uomini liberi?
Shakespeare

Il titolo di questo nuovo libro di Di Girolamo, centrato sulla tema della mafia siciliana e dei suoi estesi legami nazionali, e in particolare sulla figura del latitante eccellente – Matteo Messina Denaro –, fa scattare (almeno così è stato per chi scrive) un visibile rimando alla dichiarazione di poetica dell’arte moderna. Per l’arte moderna, sintetizzando, il dettato essenziale è che la pittura debba rendere visibile “l’invisibile”. La rappresentazione perde così la sua supremazia, e con essa il realismo della mimesi più o meno dichiarato. Come dire, forse, che ciò che appare, per essere afferrato, capito, goduto deve risalire a ciò che non si vede ma che determina quanto si affaccia e si concretizza nella storia individuale e collettiva di quel particolare contesto storico dove le soggettivazioni si producono come qualsiasi altra merce ideologica.

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PUNTO CRITICO: critica letteraria, analisi e discussione sul contemporaneo

Vi segnaliamo la nascita di un nuovo spazio di analisi critica in rete: www.puntocritico.eu. Questo sito tenta di ricavare dalla riflessione sui fatti letterari e artistici le coordinate essenziali di un discorso culturale ampio.

La redazione di Punto critico scrive:

«È un blog e allo stesso tempo un vero e proprio archivio digitale, indicizzato per temi e autori (che in ogni caso ospiterà anche i contenuti inseriti nel blog).

L’intento che lo muove è quello di creare un luogo online di analisi critica e di proposta, ma anche di “ristampa” e di archiviazione, di interventi, saggi e materiali; e aprire così – di fatto – un’area di discussione seria sul contemporaneo, quale ancora non esiste in Italia. Uno spazio nel quale possano dialogare, interagire e confrontarsi schiettamente – ma sempre in modo rigoroso – alcuni dei principali critici e scrittori italiani.»

Di seguito il comitato di redazione e i collaboratori:

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QUEL CHE RESTA DEL VERSO n.64: Percorsi verso l’ignoto. Antonino Contiliano, “Ero(s)diade. La binaria dell’asiento”

Percorsi verso l’ignoto. Antonino Contiliano, Ero(s)diade. La binaria dell’asiento, con un’Introduzione di Sergio Pattavina, Firenze, Quaderni di Collettivo R / Atahualpa, 2010

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di Giuseppe Panella*


Erodiade, dapprima moglie del Tetrarca di Galilea Erode Filippo I e madre di una famosissima Salomè, poi compagna di Erode Antipa fratello del precedente marito dopo il divorzio da quello, non ha mai goduto di buona letteratura. La sua impresa principale – quella di richiedere al marito la testa di Yokanaan-Giovanni il Battista per il tramite della danza dei sette veli di sua figlia – l’ha consegnata alla storia come l’esempio di una tragica cortigiana reale. Un’intera letteratura di taglio decadente-espressionistica – dalle pagine originarie del terzo evangelista Marco a Oscar Wilde, da Giovanni Testori al Pier Paolo Pasolini del Vangelo secondo Matteo, da Carmelo Bene a Ken Russell fino a Carlos Saura in una lunga sequela di ritratti a metà che privilegiavano la figlia ai danni della madre – la mostrano come una donna angosciata, rosa dall’ambizione, dotata di un erotismo torrido e perverso che, però, non dura nel cuore degli uomini sui quali dovrebbe regnare.

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STORIA CONTEMPORANEA n.67: Grazia Verasani, “Vuoto d’aria”

Musica per aeroporti. Grazia Verasani, Vuoto d’aria, Massa, Transeuropa Edizioni, 2010

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di Giuseppe Panella*

Che cos’è un vuoto d’aria durante una navigazione aerea? Lo spiega Alfredo Roilo alias Alfred Roy, ex-pornoattore un tempo di una certa fama ma ormai invecchiato e spento, alla giovane giornalista musicale Gioia Marani, appena reduce dalla fine di una sua relazione che si sarebbe voluto seria con un pianista jazz e in attesa della partenza di un volo verso Palermo che, però, come al solito, ritarda. E’ la situazione di partenza della breve pièce teatrale di Grazia Verasani, autrice di testi di canzoni, cantante lei stessa, scrittrice di romanzi (è suo il Quo vadis, baby? portato un po’ automaticamente sullo schermo da Gabriele Salvatores nel 2005) e di testi teatrali (il suo From Medea. Maternity Blues già edito da Sironi è allegato in versione filmata nell’edizione prodotta dal Teatro Stabile di Bologna per la regia di Riccardo Marchesini). Allora il “vuoto d’aria” è:

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IL TERZO SGUARDO n.23: Vivere per raccontarla e scrivere per viverla. Marilù Oliva, “Cent’anni di Márquez. Cent’anni di mondo”

Vivere per raccontarla e scrivere per viverla. Marilù Oliva, Cent’anni di Márquez. Cent’anni di mondo, prefazione di Omero Ciai, Bologna, CLUEB, 2010

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di Giuseppe Panella*


Gabriel García Márquez è ormai universalmente riconosciuto come un maestro della narrazione romanzesca e l’autore di romanzi importanti e molto letti costruiti con il metodo letterario del “realismo magico”. A questa prospettiva di poetica sono legati romanzi ormai considerati come opere-mondo quali Cent’anni di solitudine e l’ Autunno del patriarca.

Eppure fino alla consacrazione ufficiale come scrittore con la saga secolare dei Buendía, García Márquez era stato quello che lui stesso definiva “un giornalista felice e sconosciuto” (1).

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Umberto Eco, “Il cimitero di Praga”

Umberto Eco, Il cimitero di Praga (Bompiani – 2010)

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di Amedeo Buonanno

Il solo personaggio inventato di questa storia è il protagonista, Simone Simonini […] tutti gli altri personaggi […] sono realmente esistiti e hanno fatto e detto le cose che fanno e dicono in questo romanzo” (pag. 515). Questo scrive Umberto Eco alla fine del suo ultimo romanzo “Il cimitero di Praga” ed è per questo motivo che partiremo dalla Storia, quella vera, in cui si segue la nascita de “I protocolli dei Savi di Sion” con la successione dei testi che ne hanno ispirato la genesi e ne vedremo l’intreccio con la storia, quella di finzione, che Eco crea usando il protagonista Simonino Simonini.

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