Francesco D’Assisi, “Cantico di Frate Sole” e “Della vera e perfetta letizia”

Francesco D’Assisi, Cantico di Frate Sole e Della vera e perfetta letizia,  in Gli scritti di Francesco e Chiara d’Assisi

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di Dianella Bardelli

 

Avevo voglia di scrivere qualcosa sul Natale, e non so perché mi è venuto in mente Francesco D’Assisi e il suo Cantico di Frate Sole. Apparentemente c’entra poco con il Natale, ma nessuno più di lui evoca in me la santità come qualità prettamente umana che deriva però da quel qualcosa di divino che è nel mondo e nelle sue creature. Ma non avevo questo testo e così sono  andata dal parroco del mio paese per farmelo prestare. Lo scritto si trova all’interno di un libro antologico che contiene, per quando riguarda Francesco, tra l’altro, la Regola, il Testamento, molte lettere e le Laudi e preghiere, tra cui il Cantico di Frate Sole.
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“Ricordami per sempre”, fotografie di Marco Signorini, testi di Giulio Mozzi. Museo Fotografia Contemporanea, Cinisello Balsamo (MI): 23 ottobre 2011 – 18 marzo 2012

Ricordami per sempre, fotografie di Marco Signorini, testi di Giulio Mozzi. Museo Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (MI): 23 ottobre 2011 – 18 marzo 2012

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di Francesco Sasso

Quando si parla di museo si corre il duplice rischio, contrapposto, di pensare ad un luogo in cui sono raccolte creazioni artistiche consacrate dalla critica, dall’altro ad uno spazio espositivo in cui sono conservati reperti archeologici. Di fatto, il museo è anche luogo per eccellenza dove esporre gli esiti espressivi di un dato periodo preso in esame. È quindi con interesse che ai primi di dicembre ho visitato il Museo Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (MI). Qui mi sono imbattuto nella mostra dedicata ai fotoromanzi. Come recita la locandina:

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IL TERZO SGUARDO n.37: Estetica marxista. Emiliano Alessandroni, “La rivoluzione estetica di Antonio Gramsci e György Lukács”

Estetica marxista. Emiliano Alessandroni, La rivoluzione estetica di Antonio Gramsci e György Lukács, prefazione di Pietro Cataldi, Padova, Il Prato, 2011

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di Giuseppe Panella*

«Questo studio affronta in prevalenza questioni che sono state attuali negli anni Venti e Trenta in Europa, e poi di nuovo fra gli anni Cinquanta e i Sessanta; e che oggi sono tramontate dal dibattito. Resuscitarle implica il rischio di apparire anacronistici e sorpassati. In questa percezione si agita appunto il concetto di “egemonia”. Il velo di polvere caduto sulle grandi questioni teoriche qui considerate è infatti parte di una generale sconfitta delle prospettive di cambiamento presenti negli attori che le hanno animate. Questo studio ha il merito di rifiutare la sconfitta come dato irreversibile e di non scendere, d’altra parte, sul terreno dell’archeologia filologica. Tratta cose morte come se fossero vive. Se un solo giovane, leggendo, sarà interessato e coinvolto, avrà avuto ragione» (pp. 10-11).

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BIBLIOGRAFIA MORSELLIANA, a cura di Domenico Mezzina

SPECIALE GUIDO MORSELLI n.8: BIBLIOGRAFIA MORSELLIANA, a cura di Domenico Mezzina « RETROGUARDIA 2.0- Il testo letterario

Riproponiamo  l’esauriente e aggiornata bibliografia morselliana tratta dal lavoro LE RAGIONI DEL FOBANTROPO. Studio sull’opera di Guido Morselli (Stilo Editore, 2011) di Domenico Mezzina.

Qui puoi leggere la bibliografia completa su Guido Morselli a cura di Domenico Mezzina: SPECIALE GUIDO MORSELLI n.8: BIBLIOGRAFIA MORSELLIANA, a cura di Domenico Mezzina « RETROGUARDIA 2.0- Il testo letterario.

(f.s.)

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Gaja Cenciarelli, “Sangue del suo sangue”

Gaja Cenciarelli, Sangue del suo sangue, Nottetempo, 2011, pp.343, €16,50

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di Francesco Sasso


Mi piace esordire nei modi di Giovanni Boine: «Non ho qui che due timbri, che due netti, tondi, bolli a secco, uno per il plauso e l’altro per il marchio. Qui si bolla o si applaude […]». Eh, sì. Qui un plauso al romanzo Sangue del suo sangue (Nottetempo, 2011) di Gaja Cenciarelli (Roma). Traduttrice dall’inglese, Cenciarelli è gia una scrittrice conosciuta per i suoi romanzi testimoniali e di forte impegno civile come Extra Omnes. L’infinita scomparsa di Emanuela Orlandi (2006).

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QUEL CHE RESTA DEL VERSO n.86: “Country of My Heart”. Maria Franca Martino, “Fiore d’ulivo”

Country of My Heart. Maria Franca Martino, Fiore d’ulivo, Campobasso, Editrice San Giorgio, 2010

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di Giuseppe Panella*

Non è tanto una Spoon River del molisano quanto un racconto di Natale. Maria Franca Martino ricorda il passato della sua infanzia e della sua giovinezza ma non si fa (troppe) illusioni. Se il paese natio poteva sembrare agli occhi della bambina di un tempo un luogo incantato e ricco di meraviglie non lo era certo di fronte a quelli degli emigranti “in terre assai luntane” che ogni tanto tornavano a casa per le feste natalizie. Castelverrino è un paese minuscolo (140 abitanti) del Molise, in provincia di Isernia, ed è situato in una terra desolata e povera, anche se spesso di selvaggia quanto non coltivata bellezza. La sua storia e i suoi monumenti sono stati studiati a lungo e con accuratezza dalla Martino che al suo paese (come già fece Benedetto Croce per la sua Pescasseroli che non è poi tanto distante) ha già dedicato due libri di quella che si suole definire “storia locale” (Castelverrino, Isernia, Grafica Isernina uscito nel 2003 e Il Palazzo Baronale di Castelverrino che è, invece, del 2006 pubblicato da Terenzi editore di Venafro, Isernia). Ma la qualità migliore, più autentica di Fiore d’ulivo non è tanto l’accuratezza della testimonianza storica quanto di quella umana:

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Alfonso Berardinelli, “Non incoraggiate il romanzo, Sulla narrativa italiana”

Alfonso Berardinelli, Non incoraggiate il romanzo, Sulla narrativa italiana, Venezia, Marsilio, 2011.

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di Eleonora Ruzza

 

Questa raccolta di articoli e brevi saggi, scritti a partire dagli anni novanta, appare come un’indagine sulla «veloce» e spesso «distratta» gestazione del genere romanzo nella narrativa italiana contemporanea. Mentre i tre capitoli centrali raccolgono recensioni sulla produzione di trentadue autori, da Carlo Emilio Gadda a Nicola Lagioia; la cornice rappresentata dal primo e dall’ultimo capitolo si preoccupa invece di raccogliere riflessioni teoriche sulla centralità del personaggio, sull’obbligatorietà della concatenazione, sul rapporto con il racconto, e la relazione tra la fictio romanzesca e la realtà.

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“C’era (quasi) una volta”: primo bonifico alla onlus NutriAid

Dal sito dell’editore SenzaPatria:

«SenzaPatria Editore ringrazia quanti hanno finora acquistato il libro di fiabe C’era (quasi) una volta.

Un primo bonifico di 400 euro e’ stato accreditato sul conto intestato alla onlus NutriAid per la tutela dei diritti dell’infanzia.

Chi volesse finanziare il progetto puo’ richiedere il libro a info@senzapatriaeditore.it »

STORIA CONTEMPORANEA n.89: Un mese in Questura. Alessandro Bonanni, “Zerosedici. Vie di fuga”

Un mese in Questura. Alessandro Bonanni, Zerosedici. Vie di fuga, Milano, Eclissi Editrice, 2009

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di Giuseppe Panella*

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A che cosa pensano veramente i poliziotti quando lavorano, compiono le loro indagini, cercano di catturare i criminali o di prevenire i crimini? In fondo, è questo l’obiettivo letterario di Alessandro Bonanni. Ispirato da innumerevoli romanzi seriali americani (prima fra tutte, la lunga saga dell’87° Distretto di Ed McBain –Evan Hunter – Salvatore Lombino in tutte le sue possibili varianti letterarie, cinematografiche e televisive), il suo terzo romanzo poliziesco (in America direbbero procedural) è, in realtà, nonostante l’inizio luttuoso e mortale, un inno alla vita.

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PASSAGGIO AL COMUNISMO (3/3). Saggio di Antonino Contiliano

 Passaggio al comunismo (parte III)

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di Antonino Contiliano

La causa scatenante delle crisi rimane tuttavia la stessa: i profitti, le rendite e le perdite che non combaciamo mai con le aspettative onnivore del capitale. Il pericolo globale oggi è costituito più che da fenomeni di scarsità o di offerta da un eccesso di mercato che cortocircuita produttività e creatività immateriale. Praticamente illimitato e al tempo stesso impastoiato, il mondo della nuova economia capitalistica, che non ha dismesso le vecchie forme, produce potenza e impotenza, propria e altrui. La potenza dei flussi del mercato, nonostante la pratica (attuale) dell’indebitamento dei soggetti (privati e pubblici), si blocca per saturazione e insolvenza dell’offerta. Dall’altro, poiché deve fare in modo che l’autonomo potere creativo della ricchezza – che le rimane esterno in quanto coincide con la persona stessa dei produttori (prosumers) e la loro libera cooperazione gruppale e collettiva –, non abbia il sopravvento, negando completamente il mercato liberista con l’avvio del comunismo – l’abolizione totale della proprietà individuale (come valore e merito) per la giustizia e l’eguaglianza radicale –, rimane impigliato nell’impossibilità di dominare le stesse biforcazioni conflittuali che animano la creatività polimorfa dell’economia del simbolico e dei linguaggi.

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PASSAGGIO AL COMUNISMO (2/3). Saggio di Antonino Contiliano

Passaggio al comunismo  (parte II)

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di Antonino Contiliano

Ogni crisi capitalistica, fin dalle origini del sorgere dell’economia di scambio e di mercato, e fuori ogni dubbio, ha messo alla prova, oltre che le classi soggette, la tenuta della sua stessa verità di “capitale” e capacità di valorizzazione astratta: il presunto equivalente “valore” generale che ha trovato corpo nel denaro e nelle sue misure quantitative diseguali. La quantità di denaro cioè che dovrebbe compensare il tempo di lavoro necessario e/o di vita dei lavoratori (investito nella produzione e per la produttività) da un lato, e dall’altro per realizzare ricchezza, rendite e profitti come diritto esclusivo del capitalista. Una ricchezza però che, fra conflitti sociali e contraddizioni non risolte, è prodotta solamente dalla “potenza” della creatività del lavoro vivo del lavoratore e delle lavoratrici. I produttori sottoposti a contratti ingiusti e ineguali, e contratti che impongono agli stessi di frammentare con la quantificazione la loro stessa unità psicofisica, dividere la stessa attività lavorativa in parti e comparti parcellizzati per poi obbligare a una cooperazione secondo un’organizzazione collettiva che sfugge al loro controllo diretto. Per cui la disalienazione, paradossalmente, deve passare attraverso l’alienazione e un’oggettivazione che reifica il loro esser-ci rapporto sociale, mentre umanizza invece le cose.  In questo contesto il lavoro, infatti, pur essendo una attività di relazione unitaria e complessa, viene parcellizzato in mansioni separate, come le cose e le altre individualità, per poi essere socializzato in forma di cooperazione gerarchizzata sfruttata.

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PASSAGGIO AL COMUNISMO (1/3). Saggio di Antonino Contiliano

Disculpen la molestias, esto es una revolución.

Sub Comandante Marcos

Perché ogni epoca sogna la successiva, ma sognando urge al risveglio.

Walter Benjamin

Passaggio al comunismo  (parte I)

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di Antonino Contiliano

Lo stato e i governi – soprattutto nel mondo nord-americano-occidentale –, dopo essere stati privatizzati, tra la fine del XX e il primo decennio del XXI, dall’impresa, dal privato e dall’economia di mercato liberal-liberista del “pensiero unico”, ritornano ad essere invocati quali finanziatori e salvatori delle fraudolente bancarotte capitalistiche e delle sue crisi strutturali. Le classi egemoni della vecchia e della nuova economia della deregulation, che hanno imposto lo smantellamento del welfare state sociale, ora lo invocano per se stessi e il proprio sistema che è andato in fibrillazione e messo in pericolo lo sviluppo di crescite ulteriori.

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