I LIBRI DEGLI ALTRI n.9: Triste, solitario y final. Franco Foschi & Guido Leotta, “Senza via d’uscita”

Triste, solitario y final. Franco Foschi & Guido Leotta, Senza via d’uscita, Faenza (RA), MobyDick, 2010

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di Giuseppe Panella*

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Terzo romanzo del duo Foschi-Leottadedicato all’ex-commissario partenopeo, ne chiude il ciclo  sotto forma di riflessione sulla vita e sul mondo.

Vincenzo Colajacono, da sempre nato e vissuto a Gragnano di Napoli, patria di un infinito numero di pezzature di maccheroni (dalla mafalde ai paccheri alle trofie alle mezze maniche ai fusili e via continuando), è ormai in pensione da tempo. Il suo tempo come commissario di polizia è finito (e questa, infatti, è la sua ultima avventura. Si svolge in Irlanda invece che in Campania ed è un’indagine solo nell’ultima parte del romanzo (e forse neppure allora).

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L’assegno è del Professore! Lo strano caso dei concorsi per gli Assegni di Ricerca

di Giovanni Inzerillo

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Le classifiche mondiali non consolano; nessuna delle Università italiane, stando all’ultima proiezione stilata dal «Times» nel 2012, si piazza entro il centesimo posto, compresa la vetusta mater bolognese o «La Sapienza» capitolina che già solo per il nome dovrebbe meritarsi il primato, seppure dopo i recenti scandali di assunzioni parentali facili che hanno coinvolto il Rettore.

La notizia in fondo può scoraggiare ma nemmeno così tanto se si considerano i parametri con cui queste statistiche vengono effettuate: l’offerta formativa, l’innovazione della ricerca, l’influenza delle pubblicazioni, la percentuale dei laureati e degli abbandoni, dell’età di conseguimento del titolo e dei fuori corso, persino la qualità dei dormitori e delle mense. Un po’ troppo fumo, forse. Basterebbe confrontare i nostri programmi accademici con quelli di molte altre Università estere, persino tra le più prestigiose, per comprendere che l’Italia non merita affatto i bassi posti in classifica e che i nostri studenti escono tutt’altro che sconfitti nel confronto coi colleghi stranieri. Conosciamo meno lingue, bene forse nessuna, è vero, siamo dotati di poco spirito pratico infarinati, come siamo, di dottrine e concetti teorici, ma siamo indubbiamente assai intelligenti e dotti, questo almeno ce lo si deve riconoscere.

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LE PROFEZIE DI COSMOPOLIS. Dal romanzo al film

  «Ce grand malheur de ne pouvoir être seul»

(La Bruyère)

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di Giuseppe Panella

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Primo tempo: Don De Lillo

 

«Ogni volta che in un film io uccido qualcuno, si tratta veramente della ripetizione della mia morte» (David Cronenberg, L’ horreur intérieure: les films de David Cronenberg )

La frase di Jean de La Bruyère posta in apertura è la stessa che fa da epigrafe a uno dei più conosciuti e suggestivi racconti di Edgar Allan Poe, L’uomo della folla e il cui contenuto ispirò il saggio sui passages di Walter Benjamin (le ragioni di questa mia predilezione saranno chiare presto). Nel romanzo di Don DeLillo, infatti, pubblicato in Italia nel 2003 da Einaudi, nella buona traduzione di Silvia Pareschi, appena pochi mesi dopo la sua uscita negli Stati Uniti, anche il protagonista Eric Packer è un “uomo della folla”.

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Noi Rebeldìa 2010, “We are winning wing”, a cura di Antonino Contiliano

Noi Rebeldìa 2010, We are winning wing, a cura di Antonino Contiliano, Introduzione di Francesca Medaglia Postfazione di Marta Barbaro, Edizioni CFR – 2012 – pp. 88 € 10,00

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Dalla quarta di copertina (fonte: sito dell’editore)

Un gruppo di scrittori ribelli, che si identificano con un nome collettivo (“Noi rebeldìa”, ossia “Noi rivoltosi”) gioca con la rete”, come scrive Marta Barbaro, e si inventa un testo collettivo. I loro nomi:

Franca Alaimo, Giuseppe Aricò, Gherib Asma, Nadia Cavalera, Massimiliano Chiamenti, Antonella Ciabatti, M. Teresa Ciammaruconi, Giovanni Commare, Ivana Conte, Antonino Contiliano, Beppe Costa, Valerio Cuccaroni, Davide Dalmiglio, Antonio Fiore, Stefano Lanuzza, Mario Lunetta, Bianca Maria Menna, Francesco Muzzioli, Giovanni Nuscis, Leonardo Omar Onida, Natalia Paci, Marco Palladini, Giuseppe Panella, Emilio Piccolo, Luca Rosi, Francesco Sasso, Gianluca Spitalieri, Lucio Zinna.

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Roberto Bolaño, I cani romantici (1980-1998). Traduzione di Francesco Marotta

Vi segnalo I CANI ROMANTICI (LOS PERROS ROMÁNTICOS) (Prima parte) di ROBERTO BOLAÑO (Quaderni di Traduzioni XII, Luglio 2012), con la bella traduzione di Francesco Marotta

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Qui potete scaricare il pdf curato da Francesco Marotta.

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La  traduzione è stata condotta sulla versione elettronica delle Ediciones Delirio reperibile a questo indirizzo web:

Fai clic per accedere a bolanio.roberto.-.los.perros.romanticos.pdf

f.s.

Remainders n.10: Un modello di repubblica da non imitare. Tommaso Campanella, “La Città del Sole”

Tommaso Campanella, La Città del Sole, a cura di Massimo Baldini, Newton & Compton editori, 2002, pp.123, € 3,00

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di Francesco Sasso


Tommaso Campanella nasce in una povera famiglia di contadini calabresi nel 1568 a Stilo (in Calabria). Entra nell’ordine dei domenicali subendo processi e condanne per le proprie idee. Più volte torturato, per sopravvivere, finge d’esser pazzo. È condannato al carcere perpetuo dove scrive gran parte delle sue opere. È forse questa la vera pazzia: scrivere di filosofia dentro una cella umida, fredda e sporca. Campanella scrive per riepilogare il suo pensiero e per ripartire verso nuovi orizzonti. Scrive perché si sente investito di una missione politica e sociale. Chiuso in una cella, pensa e immagina.

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QUEL CHE RESTA DEL VERSO n.98. Il doppio della vita. Sandra Vergamini, “Il tenero peso dell’ombra”

Il doppio della vita. Sandra Vergamini, Il tenero peso dell’ombra, Roma, Lepisma, 2011

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di Giuseppe Panella*


Scrive Dante Maffia nella Prefazione a questo terzo volume di liriche di Sandra Vergamini, operosa  poetessa di Bagni di Lucca, che anche un libro di versi d’amore, genere poetico abusato e spesso sdilinquito quant’altri mai soprattutto in Italia, può essere capace di suscitare sensazioni forti e sentimenti potenti quando è in grado di cogliere l’elemento “indicibile” della soggettività umana. Non a caso L’indicibile si intitola il primo testo di questa nuova raccolta di Sandra Vergamini: “L’indicibile appare d’improvviso. // Non c’è tempo / per calcolare il raggio d’azione. // Solo fermarsi / sollevare lo sguardo / e accecati / vedere finalmente oltre” (p. 15).

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Roberto Bolaño, “Tra parentesi”

Roberto Bolaño, Tra parentesi, a cura di Ignacio Echevarrìa, trad. Maria Nicola, Adelphi edizioni, 2009, pp.379, € 29,00

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di Francesco Sasso

Tra Parentesi: sotto questo titolo generico sono compresi e pubblicati saggi critici, articoli, recensioni, conferenze, prefazioni, scritti fra il 1998 e il 2003 e qui riuniti dopo la morte di Roberto Bolaño.

Le recensioni e i saggi di questa raccolta costituiscono un momento di capitale importanza nella comprensione delle opere di Roberto Bolaño. Tra Parentesi è una sorta di autobiografia dello scrittore cileno: la vita e la letteratura si fondono per restituirci un orizzonte instabile e poetico.

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I LIBRI DEGLI ALTRI n.8: Altri tempi, forse migliori, forse no… Lucia Bruni, “Pontormo e l’acqua udorosa”

Altri tempi, forse migliori, forse no… Lucia Bruni, Pontormo e l’acqua udorosa, Palermo, Flaccovio, 2010

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di Giuseppe Panella*


Che cosa c’entrano Jacopo Carucci da Pontorme detto Il Pontormo con il profumo Eau imperiale di Pierre François Pascal Guerlain, suo ideatore  in nome e in onore di Eugenia de Montijo, imperatrice di Francia e moglie di Napoleone III ? E soprattutto qual è il loro rapporto con le avventure investigative di Esterrina, protagonista indiscussa (e forse un po’ troppo saputella) di questo romanzo avventuroso di Lucia Bruni?  “Questione di naso” – sono le ultime parole del libro pronunciate dall’ispettore di polizia Felzani che, pur non avendo seguito granché il caso, ha creduto alle deduzioni, alle intuizioni e, in massima parte, alle illazioni della giovane contadinella ?

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RASSEGNA SU POSTMODERNO E NUOVO REALISMO: Oggettività e realismo. Maurizio Ferraris, Carlo Sini, Umberto Eco, Nóema, Gianni Vattimo, Labont, Nude Review

RASSEGNA SU POSTMODERNO E NUOVO REALISMO (2011-2012)

a cura di Francesco Sasso

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Ci sono delle cose che non si possono dire

Di un Realismo Negativo

di Umberto Eco

Ho letto in vari siti di internet o in articoli di pagine culturali che sarei coinvolto nel lancio di un Nuovo Realismo, e mi chiedo di che si tratti, o almeno che cosa ci sia di nuovo (per quanto mi riguarda) in posizioni che sostengo almeno dagli anni Sessanta e che avevo esposte poi nel saggio Brevi cenni sull’Essere, del 1985.

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Il sistema ciellino in Lombardia. Articolo di Giorgio Morale

Propongo qui un articolo uscito sulla rivista «Lo Straniero», a. XVI, n. 144, giugno 2012, pp. 55-60. Lo stesso è uscito in rete il 19 giugno 2012 su La Poesia e lo spirito. Ringrazio Giorgio Morale per l’autorizzazione a pubblicare il suo articolo su Retroguardia. (f.s.)

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Il sistema ciellino in Lombardia
di Giorgio Morale

Canzoni e fumo
ed allegria
io ti ringrazio sconosciuta compagnia.
Non so nemmeno chi è stato a darmi un fiore
ma so che sento più caldo il mio cuor
so che sento più caldo il mio cuor.

Questa canzone piaceva ai ragazzi di Comunione e Liberazione (CL), che sul finire degli anni Ottanta la cantavano in apertura dei loro raduni. Era il pretesto per l’intervento di don Giussani, che metteva i puntini sulle i: a chi ha sete non basta un succedaneo. Continua a leggere “Il sistema ciellino in Lombardia. Articolo di Giorgio Morale”

QUEL CHE RESTA DEL VERSO n.97: Elegie dell’assenza e del ricordo. Guido Pellegrini, “L’amor segreto e altre storie”

Elegie dell’assenza e del ricordo. Guido Pellegrini, L’amor segreto e altre storie, Firenze. Gazebo, 2011

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di Giuseppe Panella*


Il segreto è l’altra faccia della nostalgia, del rimpianto, dell’assonanza attonita tra ciò che un tempo è stato e quello che si sarebbe voluto che fosse. Ne scaturisce un tono tra l’elegiaco e l’interrogativo che contraddistingue questa quarta raccolta di Guido Pellegrini (la seconda con Gazebo Libri). E’ sull’elemento della segretezza che l’autore spinge il pedale del suo registro poetico tutto orientato verso il ricordo e l’interrogazione, in un dialogo ideale con un interlocutore assoluto, che funge da sponda alla sua richiesta di verità illuminata dalla nostalgia:

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