La passione del “noi” e il conflitto, il mondo di Giorgio Gaber. Due parole sul saggio del prof. Claudius Messner

coper.gaber.jpg.2Sono un uomo che ci crede ancora…sono malato

di conoscenza, di voglia di cambiare le cose…

Forse è da lì che ciascuno di noi dovrebbe

ripartire, dall’individuo e dalle sue contraddizioni.

Giorgio Gaber (1984/1998)

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 La passione del “noi” e il conflitto, il mondo di Giorgio Gaber. Due parole sul saggio del prof. Claudius Messner

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di Antonino Contiliano

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La realtà, lasciò scritto Bertolt Brecht nei suoi pensieri sull’arte e la letteratura (oltre che nei suoi testi poetici e teatrali), ha più forme di quante ne possa inventare la poiesis dell’uomo, e di quelle che la “modernità”, in particolare, ha pensato e agito per creare un uomo e una società nuovi. Questi, specie nel Novecento, il “secolo breve”, ci ha provato (sintetizziamo e per approssimazione), fallendo, infatti, in modi diversi (ma il secolo breve avrebbe anche di che difendersi di fronte a un tribunale!). Sono le prove delle grandi guerre e delle rivoluzioni rosse, nere, gialle e bianche; quelle dei blocchi contrapposti e degli equilibri del terrore o quelle degli ecumenismi etico-religiosi fondamentalisti, e di segno diverso; quelle tecnologiche e ideologiche della prima e seconda (post-fordista) industrializzazione o quelle che fanno appello al diritto, ai diritti e ai diritti fondamentali, etc.

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Vivalascuola. Come si fa a fare pranzo dopo Auschwitz?

«“Come si fa a scrivere una poesia dopo Auschwitz?” chiese Adorno […] “e come si fa a fare pranzo dopo Auschwitz?” obiettò una volta Mark Strand. Comunque sia, la generazione a cui appartengo ha dimostrato di riuscire a scrivere quella poesia» (Iosif Brodskij, Discorso per il Nobel, 1987)

Verba manent
meditazione sulle parole dei testimoni in Shoah di Claude Lanzmann, 1985

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di Maria Grazia Calandrone

Non era il mondo. Non era l’umanità. Non sembravano esseri umani. Invece, siamo capaci anche di questo. È una scelta.

Quando abbiamo aperto le fosse piangevamo tutti per quella legna marcia fatta di uomini – figuren. Avevamo davanti uno strato secco, una pianura di corpi che si sbriciolavano.

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I LIBRI DEGLI ALTRI n.28: Il senso di Davide per la neve. Davide Sapienza, “La musica della neve. Piccole variazioni sulla materia bianca”

scheda ediciclo piccola filosofia copiaIl senso di Davide per la neve. Davide Sapienza, La musica della neve. Piccole variazioni sulla materia bianca, Portogruaro (VE), Ediciclo Editore, 2011

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di Giuseppe Panella

 

La neve esercita il proprio fascino in maniera insistente, segreta, musicale, attonita. Viaggiare attraverso distese di neve che coprono chilometri e chilometri di territorio apparentemente vergine e inesplorato è più che un’esperienza di viaggio una dimensione nuova e sempre aperta dell’esistenza.

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I LIBRI DEGLI ALTRI n.27: Guida sentimentale di Firenze. Vanni Santoni, “Se fossi fuoco, arderei Firenze”

Vanni Santoni, Se fossi fuoco, arderei FirenzeGuida sentimentale di Firenze. Vanni Santoni, Se fossi fuoco, arderei Firenze, Roma-Bari, Laterza, 2011

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di Giuseppe Panella

 

“S’io fossi foco, arderei Firenze”, canta De Andrè parodiando un celeberrimo sonetto del poeta maledetto ante litteram Cecco Angiolieri. E’ proprio nel cuore della narrazione della città che si situa questo episodio. E’ il personaggio di Annabel, un’annoiata, scostante e un po’ tanto disperata figlia della Firenze benestante e massonica, che si incanta a guardare le lucciole nel boschetto di Villa Strozzi mentre in lontananza, dalla Limonaia, si sente la voce di De André  che canta assorto e un po’ appannato il testo di Cecco Angiolieri. Ma Firenze non va a fuoco nonostante le scintille della prima parte (forse la più intensa) del libro.

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“Zibaldoni e altre meraviglie”

[Riceviamo e volentieri pubblichiamo]
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“Zibaldoni e altre meraviglie”: ebook e nuove rubriche 
per la rinascita di una “rivista letteraria per l’avvenire”
A dieci esatti dalla pubblicazione del suo primo editoriale (dicembre 2002), “Zibaldoni e altre meraviglie” (www.zibaldoni.it), una delle riviste storiche del web letterario italiano, che ha annoverato e annovera, tra i suoi collaboratori, Gianni Celati, Barbara Fiore, Antonio Prete, Massimo Rizzante e molti altri, riprende le pubblicazioni con un sito rinnovato nella forma e nei contenuti, e con il nuovo progetto di editoria digitale “ZiBook”.

Leonardo Bonetti, “A libro chiuso”

Leonardo Bonetti, A libro chiusoLeonardo Bonetti, A libro chiuso, opere di Ettore Frani, nota critica di Antonio Prete, Sigismundus Editrice, 2011, pp.69, € 11,00

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di Francesco Sasso

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Sarà appena necessario rammentare che l’autore Leonardo Bonetti, nato a Roma nel 1963, e passato attraverso tre anti-romanzi (Racconto d’inverno [2009], Racconto di primavera [2010], Racconto d’estate [2012], intraprende una nuova avventura letteraria: A libro chiuso. Il testo è commentato da alcune opere di Ettore Frani.

Ma qual è la sorte d’ogni libro chiuso? A questo interrogativo risponde Leonardo Bonetti. Lo scrittore romano ha così compilato in una lingua semplice ed elegante, una raccolta di meditazioni in cui si avverte una mirabile perfezione di rappresentazione che evoca e scrive, circoscrive cauto il mistero e misura tutto ciò che vuole evocare e dire.

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Giovanna Bemporad (Ferrara, 16 novembre 1928 – Roma, 6 Gennaio 2013)

Giovanna BemporadÈ morta a Roma Giovanna Bemporad, 85 anni, poetessa e traduttrice, amica, fra gli altri, di Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Ungaretti e Camillo Sbarbaro. Ne ha dato notizia il marito, Giulio Orlando, senatore e ministro tra il 1968 e il 1992.

CONTINUA A LEGGERE QUI:  Morte di una poetessa, Giovanna Bemporad l’ultima amica di Pasolini e Ungaretti – Corriere.it.

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Per molto tempo la figura di Giovanna Bemporad si è confusa con il ricordo di Gabriella Bemporad (che non era sua parente) anche se traduceva come lei dal tedesco – quest’ultima la conobbi, sia pure fuggevolmente, a casa di Gianfranco Draghi, in una villa appena fuori Firenze dove credo che questo singolare personaggio di psicoteraupeta di impronta junghiana, poeta, scrittore, pittore e altro ancora viva a tutt’oggi. Anche lei parlava di Rilke e di letteratura tedesca del Novecento con una voce sottile ma vibrata, ricca di accenti densi e dolci di nostalgia.

Giovanna Bemporad, invece, è stata soprattutto una traduttrice di testi del legato classico, soprattutto greco e soprattutto dell’ Odissea, opera di traduzione che è durata praticamente tutta la sua vita matura. Ma, tra una traduzione di Omero e una di Rilke o di Hofmannsthal o di Goethe o di Novalis, la Bemporad è stata soprattutto poetessa molto raffinata nei tocchi, nei toni, nelle soluzioni ritmiche e formali.

CONTINUA A LEGGERE QUI:  Una spettatrice del Novecento della poesia. Giovanna Bemporad, Esercizi vecchi e nuovi. (Recensione di Giuseppe Panella)

I LIBRI DEGLI ALTRI n.26: Amici, amanti e altre specie di esseri umani. Marco Piermattei, “I padri di Raul”

Marco Piermattei, I padri di RaulAmici, amanti e altre specie di esseri umani. Marco Piermattei, I padri di Raul, Firenze, Romano Editore, 2011

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di Giuseppe Panella

 

Sulla copertina di questo primo romanzo di Marco Piermattei si vede, schizzata con mano sicura dal tratto di Marzia Pieri, una giovanissima donna seduta sulla tazza di quello che si intuisce essere un w.c., mentre mostra le sue mutandine abbassate, le mani incrociate sulle ginocchia e si vede distintamente che porta ai piedi un paio di squillanti scarpe rosse in bella evidenza.

E’ la scena centrale del romanzo, quella da cui partirà tutto l’intreccio psicologico e umano che contraddistinguerà le vicende narrate nella storia del desiderio triangolare vissuto da Danilo e Maurizio, amici per la pelle fin dall’infanzia, una conoscenza nata all’asilo, dove si sono conosciuti dopo una rissa, tanto breve quanto sanguinosa soprattutto per il morale del primo, risultato sconfitto, e Glenda, la bambina mostrata in primo piano e da loro contemplata con stupore proprio mentre si trova nel bagno della scuola. La vista della ragazzina affascinerà Maurizio per tutta la vita mentre lascerà (apparentemente) indifferente il più prorompente e vivace Danilo.

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I LIBRI DEGLI ALTRI n.25: Scheletri, pettegolezzi e vecchi orsacchiotti. Francesco Recami, “Gli scheletri nell’armadio”

Francesco Recami, Gli scheletri nell’armadioScheletri, pettegolezzi e vecchi orsacchiotti. Francesco Recami, Gli scheletri nell’armadio, Palermo, Sellerio, 2012

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di Giuseppe Panella

 

Tutto sembrerebbe essere rimasto immutato nell’edificio milanese in cui era ambientata l’azione tragicomica che aveva avuto luogo nel precedente La casa di ringhiera. Dopo il colpo di genio (o di fortuna?) che aveva permesso ad Amedeo Consonni, tappezziere in pensione e vedovo (non più troppo affranto) con un nipotino, Enrico, che la figlia gli appioppa quotidianamente utilizzandolo come baby-sitter, di risolvere il complesso caso poliziesco della Sfinge di Lentate (Brianza), tutto sembrerebbe essere tornato alla normalità.

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