IL PLUSVALORE DELLA POESIA, IL SIGNIFICANTE NON MERCIFICABILE NÉ DIGITALIZZABILE VS I CLOMINIMEDIA (parte III). Saggio di Antonino Contiliano

Il linguaggio della poesia contro-tendenzaIl plusvalore della poesia, il significante non mercificabile né digitalizzabile VS I CLOMINIMEDIA

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di Antonino Contiliano

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Il linguaggio della poesia contro-tendenza

 

Se la terza rivoluzione industriale capitalistica è quella che sfrutta il linguaggio automatizzandolo pur nei modi sofisticati degli algoritmi elettro-informatici, ma sempre come linguaggio omologo al capitale e alla sua riorganizzazione, perché non pensare il  linguaggio della poesia come una rivoluzione e un agire in tendenza opposta?

In quanto divenire libertà cooperativo-plurale di costanti e variabili simbolico-semiotiche eterogenee, la cui significanza rimane una forza viva e potente innovazione creativa ed euristica, il linguaggio dei testi poetici ha, infatti, e propone, una politicità pluralizzata di lotta senza pari. La potenza dei suoi sensi esorbitanti e di soglia “indecidibile” (come il teorema di Gödel in logica matematica: se coerente è incompleto; e se completo è incoerente) non abiura all’impegno della responsabilità etico-politica verso il futuro. È come se fosse l’etica della poesia a chiamare verso l’impegno nella realizzazione di nuovi rapporti con le cose. Il tempo dell’a venire, disponibile a realizzare i valori dell’essere antagonista, infatti, non ha senso alcuno al di fuori del suo rapporto espressivo eversivo segni-cose. Una vera e propria dismisura estetico-politica che, in certo qual modo, si com-misura con quell’istanza morale emergente che, in una globalità voluta a-teorica e a-conflittuale, si vorrebbe conciliatrice, ma in realtà (se sola) è occultatrice del “reale”, delle sue contraddizioni e dei suoi antagonismi politico-sociali.

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I LIBRI DEGLI ALTRI n.44: Sotto mentite spoglie. Rosalba De Filippis, “Danielle. L’ultima foglia è sempre la più alta”

Rosalba De Filippis, DanielleSotto mentite spoglie. Rosalba De Filippis, Danielle. L’ultima foglia è sempre la più alta, prefazione di Stefano Lanuzza, Pasian di Prato (Udine), Campanotto Editore, 2013

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di Giuseppe Panella

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Rosalba De Filippis, poetessa molisana da moltissimi anni trapiantata a Firenze, ha dedicato da anni la sua devozione lirica all’esplorazione di un mondo che si situa, autorevolmente ma con continui e necessari aggiustamenti, tra realtà vissuta del quotidiano e finzione di sogno. Non è un caso che il suo primo libro si intitoli Sotto nevi di carta (Campanotto, 2007) e l’immediato precedente di questa sua ultima fatica, invece, sia La luce sugli spigoli. Canti di Monteloro (Stampa Alternativa, 2011). Tra l’aspirazione a una poeticità forte e vissuta come esperienza di vita e il sogno di un nuovo orizzonte da raggiungere attraverso lo scarto prodotto dalla scrittura lirica, si colloca quest’ultimo omaggio-confronto con un personaggio inesistente, Danielle Sarréra, creatura immaginata e trasformata in opera letteraria da Frédérick Tristan, espressione di una volontà rigorosamente camaleontica di essere altri pur rimanendo, in fondo, sempre se stesso. Personaggio poco noto in Italia, Tristan ha dato vita a una sorta di parto poetico dando vita all’opera postuma di una fanciulla diciassettenne morta suicida, Danielle Sarréra per l’appunto, di cui avrebbe pubblicato un diario e i versi redatti durante la sua breve ma intensa e desolata esistenza.

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IL PLUSVALORE DELLA POESIA, IL SIGNIFICANTE NON MERCIFICABILE NÉ DIGITALIZZABILE VS I CLOMINIMEDIA (parte II). Saggio di Antonino Contiliano

Poesia, significante non mercificabile né digitalizzabileIl plusvalore della poesia, il significante non mercificabile né digitalizzabile VS I CLOMINIMEDIA

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di Antonino Contiliano

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Poesia, significante non mercificabile né digitalizzabile

Il linguaggio poetico e la sua capacità di azione dirompente, la sua astrazione particolare quanto la sua stessa capacità di  mettere in moto immaginazione e ipotesi come altri punti di vista, come si verifica nei processi degli “esperimenti mentali” scientifici e della stessa astrazione matematica, è cosa da non sottovalutare come modo di agire, conoscere, comunicare e con-astrarre immaginativo diversi, oppositivi e alternativi. L’astrazione, più dell’intuizione, permette sia alle scienze quanto alla poesia di escogitare e ipotizzare versioni nuove e alternative di realtà, che, sebbene contaminate dalla logica fantastica e ana-logica, non perdono mai di vista le possibilità di realizzazione e applicazione (docet, per esempio, la storia dei numeri immaginari e delle città utopiche).

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IL PLUSVALORE DELLA POESIA, IL SIGNIFICANTE NON MERCIFICABILE NÉ DIGITALIZZABILE VS I CLOMINIMEDIA (parte I). Saggio di Antonino Contiliano

CLOMINIMEDIAIl tempo è rivestito di indumenti diversi a seconda del ruolo che riveste nei nostri pensieri.
John Wheeler
Il tempo viaggia in posti diversi con persone diverse. Ti dirò con chi il tempo va all’ambio, con chi al trotto, con chi al galoppo, e con chi sta fermo.
William Shakespeare
Noi deduciamo la nostra estetica, come pure la nostra moralità, dai bisogni della nostra lotta.
Bertolt Brecht

Il plusvalore della poesia, il significante non mercificabile né digitalizzabile. VS I CLOMINIMEDIA

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di Antonino Contiliano

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Siamo nel pieno avanzamento dell’economia dell’immateriale industrializzato (la svolta post-fordista), l’economia capital-neoliberista che nei suoi processi produttivi espropria e sfrutta il cervello/mente, il linguaggio e gli affetti, l’informazione e la comunicazione, il cognitivo e le relazioni cooperative mentre, dall’altro lato, cura l’occupazione della terra delle soggettivazioni sociali con l’ausilio complementare delle nuove protesi macchiniche quali il computer e internet.

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I LIBRI DEGLI ALTRI n.43: Mi(s)tica del quotidiano. Sauro Albisani, “La valle delle visioni”

Sauro Albisani, La valle delle visioniMi(s)tica del quotidiano. Sauro Albisani, La valle delle visioni, Firenze, Passigli, 2012

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di Giuseppe Panella

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Sauro Albisani, discepolo spirituale di Carlo Betocchi e  conosciuto anche come autore teatrale, non ha certo bisogno di lunghe presentazioni delle sue opere.

Alcune delle sue opere (Campo del sangue, il dramma del 1987 edito da Vallecchi e Terra e cenere, Il Labirinto, del 2002) sono conosciute al pubblico dei lettori di poesia italiana contemporanea. Apparso diciannove anni dopo All’uomo nuovo e dieci dopo Terra e cenere, l’ultima fatica lirica di Albisani si presenta come il poema di una vita, soprattutto familiare, ma soprattutto il bilancio di una solitudine incardinata in una scrittura che alla dimensione colloquiale di alcuni momenti alterna il tono alto della confessione (ma di ascendenza romantica – caratteristica della prosa autobiografica da Rousseau e Tolstoj in poi – piuttosto che di quella teologico-religiosa tipica di Sant’Agostino). Il poeta qui si mette a nudo e si conforta trovandosi carente e umiliandosi, cercando una spiegazione al suo disagio e una verifica del suo passato nel bene e nel male.

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I LIBRI DEGLI ALTRI n.42: Il perché è noto. Francesco Varano, “Il Giardino Medievale. Poesie 1977-1979”

Francesco Varano, Il Giardino MedievaleIl perché è noto. Francesco Varano, Il Giardino Medievale. Poesie 1977-1979, Firenze, Polistampa, 2012

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di Giuseppe Panella

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Nella sua intensa e non formale Introduzione al libro di Francesco Varano, Franco Manescalchi sembra non avere troppo dubbi riguardo al destino di quest’opera mista di poesie e di immagini:

«Il Giardino Medievale, composto tra il ’77 e gli inizi del ’79, ha il doppio senso di luogo della meditazione ma anche, nell’etimo dialettale della terra del poeta, terreno arido da abbandonare scegliendo l’emigrazione. E’ la prima di una ricerca coerente giunta fino ad oggi e attraverso la quale Varano impagina vasti palinsesti di storia in una grande allegoria, dialogando con i poeti che ama e scendendo alle radici del dolore di questo medioevo che ci riguarda.

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