Un poeta senza tempo ma in attesa del mondo a venire. Giacomo Leronni, Le dimore dello spirito assente, postfazione di Massimo Morasso, Novi Ligure (AL), Puntoacapo, 2012
_____________________________
di Giuseppe Panella
.
Ha ragione da vendere Massimo Morasso quando sostiene che Leronni, pur essendo “un poeta al passo con i tempi”, è in realtà un poeta che si misura con un tempo che non c’è e che forse ci sarà nel futuro remoto, sospeso nel suo linguaggio assorto e minimale in “un limbo infralinguistico”:
«Perché è ben vero, per fortuna, ma in un altro senso, più profondo, che Leronni è un poeta al passo con i tempi. Per buttar giù due nomi d’oggi, oltre a un ossificato Bigongiari, mi ricorda per esempio certo Cagnone e certo Cappi, l’ultimo, il più “originario”, per qualità analitica e respiro metafisico. Ma Leronni è al passo con i tempi, ci tengo a specificarlo, come lo è o dovrebbe esserlo ogni poeta in grado di fare i suoi conti con il tempo del segreto che attraversa sottotraccia l’accadere, restituendone i geroglifici al vaglio delle potenze dell’anima. Questo prezioso neonato Le dimore dello spirito assente lo testimonia in modo inequivocabile» (pp. 142-143).