I LIBRI DEGLI ALTRI n.60: Un poeta senza tempo ma in attesa del mondo a venire. Giacomo Leronni, “Le dimore dello spirito assente”

Giacomo Leronni, Le dimore dello spirito assenteUn poeta senza tempo ma in attesa del mondo a venire. Giacomo Leronni, Le dimore dello spirito assente, postfazione di Massimo Morasso, Novi Ligure (AL), Puntoacapo, 2012

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di Giuseppe Panella

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Ha ragione da vendere Massimo Morasso quando sostiene che Leronni, pur essendo “un poeta al passo con i tempi”, è in realtà un poeta che si misura con un tempo che non c’è e che forse ci sarà nel futuro remoto, sospeso nel suo linguaggio assorto e minimale in “un limbo infralinguistico”:

«Perché è ben vero, per fortuna, ma in un altro senso, più profondo, che Leronni è un poeta al passo con i tempi. Per buttar giù due nomi d’oggi, oltre a un ossificato Bigongiari, mi ricorda per esempio certo Cagnone e certo Cappi, l’ultimo, il più “originario”, per qualità analitica e respiro metafisico. Ma Leronni è al passo con i tempi, ci tengo a specificarlo, come lo è o dovrebbe esserlo ogni poeta in grado di fare i suoi conti con il tempo del segreto che attraversa sottotraccia l’accadere, restituendone i geroglifici al vaglio delle potenze dell’anima. Questo prezioso neonato Le dimore dello spirito assente lo testimonia in modo inequivocabile» (pp. 142-143).

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PITTURE NERE n.6: Il cane

Gaetano Vari, La condizione umana. 2011, Cm 60x120, olio e acr. su tela
Gaetano Vari, La condizione umana. 2011, Cm 60×120, olio e acr. su tela

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di Lorenzo Muratore

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Quello di Marino non è il cane di Ulisse. È sì un cane vero, ma talmente inseparabile dall’ironia, da divenire una più nera pittura: dapprima è come il sogno di un Prigioniero che sa che anche la libertà del salto possibile è troppo rischiosa: la rete è troppo alta.

L’ultimo cane che il padrone aveva seppellito era morto proprio impiccato a quel modo; nel salto.

Di solito per portare a perdere i cani, il padrone sceglieva qualche paesetto dell’entroterra…

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Autoanalfabeta University of Utopia: L’invasion des profanateurs #02 – Il copyright è un killer silenzioso, a cura di Gabriele Frasca

 

Autoanalfabeta University of Utopia – a cura di Lello Voce con Claudio Calia, Gabriele Frasca, Luigi Nacci, Gianmaria Nerli, Massimo Rizzante // in Redazione: Lucia Tundo (testi e ricerche web), Mattia Barbirato (video e montaggio)

Dal 5 luglio su http://www.globalproject.info/it/tags/autoanalfabeta/community

FONTE DEL VIDEO: http://www.globalproject.info/it/produzioni/linvasion-des-profanateurs-02/15480

I LIBRI DEGLI ALTRI n.59: Tempo di vivere, tempo di capire. Filippo D’Angelo, “La fine dell’altro mondo”

Filippo D’Angelo, La fine dell’altro mondoTempo di vivere, tempo di capire. Filippo D’Angelo, La fine dell’altro mondo, Roma, Minimum Fax, 2012

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di Giuseppe Panella

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Filippo D’Angelo, al suo primo romanzo, si è cimentato in un’operazione complessa e certamente alquanto arrischiata, per non dire pericolosa: scrivere (almeno) tre libri in uno.

Il primo appartiene al genere più classico, quello del “romanzo di formazione”, il Bildungsroman celebrato da Goethe a Conrad come il genere (auto) biografico per eccellenza. E’ la storia di Ludovico Roncalli, genovese ventottenne, che cerca di trovare una propria compiuta dimensione esistenziale attraverso il sesso, anche pagato, l’alcool e un impegno politico talvolta sentito profondamente, talvolta solo alluso come prospettiva vagamente salvifica. Il secondo è legato al mondo della ricerca accademica e del mondo universitario in cui la satira del malcostume e dell’intrallazzo universitario si lega, però, alle sincere ambizioni di individuare qualcosa di nuovo nel campo spesso già fin troppo arato dell’erudizione e della filologia umanisticamente letta come viaggio a ritroso nella storia. E’ il caso di che vuole trovare a tutti i costi, frugando e saccheggiando (e spesso rubando – come è capitato, va detto, anche nel caso di illustri ricercatori novecenteschi) nelle biblioteche di tutta Europa, dalla Francia alla nuova Russia, il “vero” finale della grande utopia scritta da Hercule Savinien de Cyrano de Bergerac (L’altro mondo ovvero Gli stati e gli imperi della Luna e del Sole), probabilmente considerato troppo sconvolgente per l’epoca e, di conseguenza, censurato ed espunto dalle edizioni che circolavano più frequentemente tra i lettori interessati alla polemica politico-filosofica.

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PITTURE NERE n.5: Marino Magliani, “Il collezionista di tempo”

Marino Magliani, Il collezionista di tempoMarino Magliani, Il collezionista di tempo, Sironi ed., 2007, pagg. 204, € 12,90

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di Lorenzo Muratore

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Mi rendo conto che in questa fuga tra gli scritti di Marino Magliani ho trascurato la pagina più sontuosamente spigliata ed evasiva: quella sul sonno della Liguria, che punisce, con le sue gocce preziose di silenzio, tanto la dolcezza triste che la sfida di chi ha avuto delle visioni celesti.

Ci sono finestre che non si accendono più, e rane che tacciono; e il mare è tutto quel buio…

Sarebbe stato possibile correggere il destino?

Forse, quando da un altro mondo una voce ti avesse avvertito.

Marino Magliani non rinunzia mai all’Almanacco. Egli ti dice che “il 3 agosto” alla tal ora.

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Diari di Cavour in formato PDF

Ritratto di Camillo Cavour

Sul sito dell’Archivio di Stato di Torino è possibile scaricare gratuitamente in formato PDF l’edizione del 1991 dei diari di Camillo Benso conte di Cavour, a cura di Alfonso Bogge.

Commissione Nazionale per la Pubblicazione dei carteggi del conte di Cavour, Camillo Cavour. Diari (1833-1856), a cura di Alfonso Bogge, Roma 1991, tt. 2, pp. 810, illustrazioni.

Il volume, in due tomi, presenta l’edizione integrale dei quindici quaderni contenenti i diari che Cavour redasse, dai ventitré anni in poi, quasi sempre in francese, e di una piccola agenda con un centinaio di indirizzi. Il materiale, in parte oggetto di precedenti edizioni, in parte inedito, è conservato nell’archivio Cavour di Santena (To), tranne un quaderno che si trova presso l’Archivio Roussy de Sales, Thorens (Savoia).
Scarica il tomo I (prima parte)
Scarica il tomo I (seconda parte)
Scarica il tomo II

FONTE: http://archiviodistatotorino.beniculturali.it/Site/index.php/it/diari-cavour

Vibrisse 2: materiali per la didattica della scrittura e della narrazione

Una rete di insegnanti di scrittura e narrazione

Vibrisse 2, promosso da Giulio Mozzi e dal suo “bollettino di letture e scritture” vibrisse, è un archivio di materiali didattici per la scrittura e la narrazione. I contenuti sono forniti da una rete informale di persone che, a diverso titolo e in diverse situazioni, praticano l’insegnamento della scrittura e della narrazione. La scelta e la pubblicazione dei materiali sono curate da un gruppo di collaboratori volontari.

CONTINUA A LEGGERE QUI: vibrisse 2 | materiali per la didattica della scrittura e della narrazione.

(f.s.)

IL TERZO SGUARDO n.47: L’inconscio della scrittura. Andrea Galgano – Irene Battaglini, “Frontiera di pagine”

Andrea Galgano – Irene Battaglini, Frontiera di pagine,L’inconscio della scrittura. Andrea Galgano – Irene Battaglini, Frontiera di pagine, Roma, Aracne, 2013

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di Giuseppe Panella*

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Fin dalle sue origini, la psicoanalisi si è cimentata con la letteratura e con l’arte, provandosi a dare una serie di risposte agli stessi interrogativi che la critica letteraria si pone da sempre.

Una lunga serie di analisi freudiane al riguardo costituiscono un corpus impressionante di tentativi di spiegare, attraverso l’interrogazione dell’inconscio, del perché un’opera d’arte sia nata così e abbia assunto proprio l’assetto formale che ad essa risulta necessario e consapevolmente più adeguato ad esprimere le esigenze dell’artista che l’ha realizzata.

Il caso rappresentato dal saggio di Freud sul Mosè di Michelangelo del 1914 (ma anonimo e poi riconosciuto solo nel 1924) è al riguardo esemplare: l’atteggiamento e la postura del profeta biblico sono la spia, la traccia manifesta della volontà di Michelangelo di spiegarne il comportamento successivo e l’atteggiamento umano di collera che lo contraddistinguono.

La raccolta degli scritti di Irene Battaglini e di Andrea Galgano, simbolicamente intitolata Frontiera di pagine, vuole disporsi teoricamente sul discrimine esistente tra critica d’arte ed esercizio psicoanalitico e cercare di utilizzare entrambe per raggiungere il risultato voluto: la ricostruzione del percorso di un’artista importante e significativo e lo svelamento del segreto contenuto nelle sue opere in modo tale da far esplodere tutta la potenza dell’inconscio che in esse si dispiega.

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PITTURE NERE n.4: Uno sguardo sul porto. Marino Magliani, “La Tana degli Alberibelli”

Uno sguardo sul porto. Marino Magliani, La tana degli Alberibelli,  ed. Longanesi, 2009 – pagg. 329, € 18,00

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di Lorenzo Muratore

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Dovunque lo conducesse il vento e il flutto spumeggiante l’uomo dei navigli di mare era felice.

I nostri cuori sono liberi e sconfinati quando sono inghiottiti dall’azzurro.

Ora, per Jean Martin è diverso. Egli è autorizzato da una commissione di governo, e l’operazione a cui sta lavorando, per quanto riempita di presentimenti, non è che un lavoro normale.

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Leonardo Sciascia, Una storia semplice: ombre nella luce della verità

Leonardo Sciascia, Una storia sempliceLeonardo Sciascia, Una storia semplice: ombre nella luce della verità

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di Giovanni Inzerillo

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La assai ricca ed eterogenea produzione letteraria di Leonardo Sciascia si conclude col romanzo Una storia semplice pubblicato, per volere dello stesso autore, il giorno della sua morte, avvenuta il 20 novembre del 1989, e ispirato al furto del celebre dipinto di Caravaggio, Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi, trafugato nell’ottobre del 1969 dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo e da allora mai più recuperato.

Una sorta di testamento letterario, di epigrafe culturale, data l’essenzialità del romanzo, dove confluisce (e forse si comprende) l’intero e certamente complicato percorso narrativo di uno degli autori a furor di critica più rilevanti della seconda metà del ventesimo secolo. Nonostante la brevità che lo ha reso, al di là di qualsivoglia concettualizzazione culturale, uno dei testi più letti e conosciuti, specie tra i più giovani, dell’autore siciliano, Una storia semplice, come recita la quarta di copertina, è «una storia complicatissima». Un tipico giallo sciasciano che, tramite il rapidissimo susseguirsi di eventi e di colpi di scena, e la fugace apparizione di comparse (il prete, il professore, l’autista della Volvo, la moglie e il figlio della vittima), si risolve, come da protocollo, con la scoperta del colpevole dell’omicidio che apre la vicenda. Con una narrazione rapidissima e una prosa fluida e scorrevole Sciascia fissa, come a comporre disordinate tessere di un puzzle, piccole parti (i paragrafi in cui è diviso il testo) in un tutto ben definito ed omogeneo. È un racconto per immagini, non è un caso che la vicenda ruoti attorno a un misterioso dipinto scomparso (non citato sebbene se ne conosca l’ispirazione), che non lascia spazio a psicologie criminali o a complicate indagini investigative. Una storia semplice è, piuttosto, uno straordinario esercizio di bravura letteraria, una formula scientifica, un quesito aritmetico, un gioco di intelligenza che il lettore, ancor più che il brigadiere o il questore protagonisti delle vicenda, è chiamato a risolvere nel più breve lasso di tempo possibile. Recita ancora la quarta di copertina:

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PITTURE NERE n.3: Marino Magliani, “Quella notte a Dolcedo”

Marino Magliani, Quella notte a DolcedoMarino Magliani, Quella notte a Dolcedo, Longanesi, 2008, Pagg 264 , € 16,00

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di Lorenzo Muratore

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Le sicure pagine di “Quella notte a Dolcedo” svolgono dai veli della nebbia lo “spinoso affare” della strage nel pozzo.

Hans Lotle, disciplinato soldato tedesco, vi fu tratto in una specie di imboscata morale.

“Lo sguardo si era infilato nel folto di un rovo e l’aveva vista per caso. Gli occhi della bambina spiavano il loro passaggio dal folto dei rovi…

Per un paio di giorni s’era tenuto dentro anche quegli occhi, ma adesso aveva chiesto di essere ricevuto dal capitano…”.

Il quale, alle spalle del soldato, pronunciò strane parole: Sadrach, Mesach, Abdenego.

Parole che sono un filo per uscire dal labirinto: ma colui che dovrebbe uscire non le comprende.

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IL RESPIRO DEL NOVECENTO (Sesto Fiorentino – FI)

incontroLa poesia è desiderio e, come il desiderio, nasce dalla mancanza.
La poesia introduce nelle parole ciò che da esse rimarrebbe altrimenti escluso, la musica, l’immagine “presente e viva”, la passione ardente, la disarmonia.

Dalle riflessioni borgesiane sull’enigma, alla poesia come passione amorosa, al mal di vivere, per approdare alle forme non canoniche, ma canore, del fare poesia, per ascoltare insieme il respiro del Novecento.

Un viaggio poetico in cinque tappe

1. Venerdì 8 novembre h 18
POESIA E DESIDERIO NEL NOVECENTO: tra presente e nostalgia
Interviene Giuseppe Panella

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