I LIBRI DEGLI ALTRI n.66: Una lunga stagione di morte. Serena Penni, “Silenzio”

Serena Penni, SilenzioUna lunga stagione di morte. Serena Penni, Silenzio, Firenze, Mauro Pagliai Editore, 2013

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di Giuseppe Panella

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La protagonista del secondo romanzo di Serena Penni[1] non tace affatto – il silenzio come condizione felice dello spirito non le si confà molto, anzi per nulla.

Non solo ma la donna non si ferma mai ad ascoltare il silenzio da cui sostiene di essere circondata ma lo rompe continuamente, lo riempie di parole, lo affolla di ricordi e di voci (da questo punto di vista ricorda Desideria, la protagonista del romanzo del 1978 La vita interiore di Alberto Moravia, un autore quest’ultimo che Sandra Penni conosce molto bene[2]).

Chiara Castellani, “figlia di Maria Vittoria e Domenico Castellani”, come lei stessa specifica con precisione quasi anagrafica nel romanzo[3], parla continuamente con se stessa e monologa con una frequenza impressionante ricordando con insistenza ossessiva i momenti cruciali del suo passato.

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ESOTERISMO E COSPIRAZIONE POLITICA NEI ROMANZI DI ROBERTO ARLT: UN CONFRONTO CON CURZIO MALAPARTE E PIER PAOLO PASOLINI (Parte 2/6). Saggio di Primo De Vecchis

ROBERTO ARLTEsoterismo e cospirazione politica nei romanzi di Roberto Arlt: un confronto con Curzio Malaparte e Pier Paolo Pasolini.

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di Primo De Vecchis

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Vita e opere di Roberto Arlt

I.5. Dal romanzo al teatro

El amor brujo esce nel 1932 con la promessa di un seguito, El pájaro de fuego (L’uccello di fuoco), che non realizzerà mai: la ricezione infatti dell’ultimo romanzo arltiano è desolante; critica e pubblico (fatte le debite eccezioni) semplicemente lo ignorano o rifiutano la visione pessimistica dell’amore borghese (il matrimonio, la famiglia) che ne emerge. Alcuni critici, come Aníbal Ponce e Lázaro Liadro, la considerano l’opera peggiore di Arlt. Secondo loro il talento narrativo pare affiochirsi, la parabola sarebbe ormai discendente. Il romanzo forse è davvero troppo iconoclasta e inusuale per l’epoca e cade come un sasso nello stagno non risvegliando minimamente l’attenzione del pubblico.

Arlt, che è sensibile alle reazioni del pubblico e del mercato, decide quindi di cambiare rotta; non ha perduto il suo entusiasmo, quella passione che lo risolleva dai plumbei pensieri metallici di aspirante suicida; ha già identificato una nuova valvola di sfogo creativa, un modo per riavvicinarsi al grande pubblico, al ‘popolo’ al quale anela spasmodicamente: il teatro.

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I LIBRI DEGLI ALTRI n.65: Favole mondane. Gabriele D’Annunzio, “Il mistico sogno”

Gabriele D’Annunzio, Il mistico sognoFavole mondane. Gabriele D’Annunzio, Il mistico sogno, presentazione di Lucio d’Arcangelo, Chieti, Solfanelli, 2013

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di Giuseppe Panella

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Anche nella scrittura di D’Annunzio è stato presente, sia pure con minore frequenza rispetto all’espressività prevalente nel turgore stilistico della sua prosa narrativa, un aspetto creativo che si può definire fantastico nel senso originale del termine. L’irruzione del soprannaturale e del numinoso nelle Novelle della Pescara del 1902 segna in D’Annunzio il distacco dalla concezione del naturalismo come era fino ad allora vigente secondo i dettami della scuola francese importata in Italia da Verga e i suoi immediati seguaci come Capuana e De Roberto.

A questa nuova stagione inaugurata dallo scrittore pescarese appartengono i racconti e le prose liriche raccolti in questa antologia da Lucio d’Arcangelo. Così scrive, infatti, il prefatore a questo riguardo:

«Sia in Terra vergine sia nelle Novelle della Pescara fa la sua apparizione quel soprannaturale, generalmente cristiano, che il verismo aveva sostanzialmente rimosso. L’atteggiamento di D’Annunzio in questo senso è analogo a tanti scrittori dell’Ottocento, che tendevano a razionalizzare, in qualche modo, ciò che appariva come insolito e straordinario. Il soprannaturale, però, non viene spiegato, ma “smascherato”»[1].

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ESOTERISMO E COSPIRAZIONE POLITICA NEI ROMANZI DI ROBERTO ARLT: UN CONFRONTO CON CURZIO MALAPARTE E PIER PAOLO PASOLINI (Parte 1/6). Saggio di Primo De Vecchis

ROBERTO ARLT Esoterismo e cospirazione politica nei romanzi di Roberto Arlt: un confronto con Curzio Malaparte e Pier Paolo Pasolini.

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di Primo De Vecchis

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Vita e opere di roberto arlt 

I.1. Il padre e la madre: l’autorità e l’occulto

 

 

L’opera di Roberto Arlt attinge moltissimo dalla vita dell’autore (come spesso accade), ma in tal caso gli episodi autobiografici entrano a far parte del serio gioco narrativo assieme all’immaginazione rocambolesca dei romanzi d’appendice ottocenteschi ed alle informazioni contenute nei manuali tecnici: trattasi quindi d’una sorta di ‘contaminazione totale’, dove la realtà mimetica autobiografica diviene tessera del mosaico assieme agli altri disparatissimi elementi. Ci pare quindi doveroso tracciare una biografia quantomeno puntuale dell’autore per identificare poi quei punti che entreranno a far parte dell’opera letteraria, nero su bianco, sottratti all’oblio ma inseriti in una nuova struttura.

Roberto Arlt nasce il 26 aprile 1900 a Buenos Aires, nel quartiere San José de Flores. Vi sono comunque oscillazioni e varianti per quanto riguarda la data di nascita e il nome completo dell’autore. Arlt spesso modifica la sua data di nascita: 7 aprile, 26 aprile (molti testi inoltre riportano l’ulteriore data del 2 aprile: per esempio Gerardo M. Goloboff in Genio y figura de Roberto Arlt).[1] Inoltre firma i primi testi come: Roberto Godofredo Christophersen Arlt. Tuttavia nel certificato di nascita appare solo: Roberto Arlt (nonché la data: 26 aprile 1900 alle undici di notte).

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I LIBRI DEGLI ALTRI n.64: Remote stanze, voci più vicine. Letizia Dimartino, “Ultima stagione”

Letizia Dimartino, Ultima stagioneRemote stanze, voci più vicine. Letizia Dimartino, Ultima stagione, Borgomanero (Novara), Giuliano Ladolfi Editore, 2012

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di Giuseppe Panella

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Accompagnata dal viatico di numerose presentazioni e note critiche (una lettera di Renato Minore, una presentazione di Guido Oldani, una Nota critica di Matteo Vecchio al termine del testo, una quarta di copertina di Francesca Mastruzzo), il volume di Luciana Dimartino è una raccolta di liriche dal tono e dal taglio coordinato e intensamente rilevato in cui a squarci lirici di lacerante profondità si accoppiano letture della realtà di più ampio respiro.

Non a caso Renato Minore parla di «un diario anche assillante e force, ma senza risentimento, quel dialogo continuo con un tu sempre in scena, quasi che l’altra voce sia quella dell’accompagnamento che, rispettando il ritmo e il respiro, sostiene una melodia, la prepara, la raccoglie e talvolta ad essa s’intreccia senza mai cercare di contrastarlo o disorientarlo, “la voce che vorrei / la voce che calma / il sorriso che non ha sapore”»[1].

Oldani, invece, più legato a una sorta di movimento pittorico della scrittura e al suo ondularsi coloristico e lucente, ritrova nella poesia di Letizia Dimartino una dimensione rappresentativa umbratile e ferma nello stesso tempo.

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Quartiere non è quartiere. Un’intervista a Luciano Curreri a cura di Marino Magliani

Luciano Curreri, Quartiere non è un quartiereQuartiere non è quartiere. Luciano Curreri, Quartiere non è un quartiere. Racconto con foto quasi immaginarie, Venezia-Mestre, Amos, “Calibano”, 2013, pp. 120, 12 euro

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 di Marino Magliani

 

Quando si prende in mano Quartiere non è un quartiere di Luciano Curreri – uscito per Amos edizioni, nel novembre del 2013 – l’impressione è di avere a che fare con una ristampa, perché sulla quarta di copertina appaiono alcuni commenti che sembrano tratti da diverse recensioni ma che di fatto veicolano una specie di “quarta collettiva”, che “mixa” le opinioni di ben sei autori diversi. L’idea mi sembra geniale, e non sto a dirvi chi firma gli “strilli”, non è importante, anche se son davvero bei nomi, tutti, e alcuni addirittura grandi.

Un’altra cosa del libro, da dire, subito, guardandolo da fuori, appoggiandolo sulla scrivania o rigirandolo tra le mani, è che è curatissimo. Ma questa, a dir il vero, non è una novità: i libri di Amos sono ben riconoscibili per sobrietà e eleganza, caratteristiche (oggi non troppo diffuse) con cui Michele Toniolo ha dato vita a collane dove trovano posto pagine selezionate di letteratura italiana e straniera e autori e artisti – talora in doppia veste, talora in tandem compositivo, fra scrittura e materiali iconografici – come James Baldwin, Roberto Ferrucci, Vladimir Kantor, Tiziano Scarpa, Jean-Philippe Toussaint,  Kenneth White, Julio Llamazares.

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I LIBRI DEGLI ALTRI n.63: Poesia per continuare a sperare. Enrico Maria Di Palma, “Dalla parte di Huáscar”

Enrico Maria Di Palma, Dalla parte di HuáscarPoesia per continuare a sperare. Enrico Maria Di Palma, Dalla parte di Huáscar, Piateda (Sondrio), CFR Edizioni, 2012

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di Giuseppe Panella

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Huáscar era il fratello di Atahualpa e legittimo erede al titolo di Sapa Inca, il sovrano assoluta del popolo degli Incas. Rifiutandosi di spartire il territorio del regno con lui, andò incontro a una disastrosa sconfitta nel corso di quella che gli storici battezzarono successivamente come “la guerra dei due fratelli” (anche se, in realtà, Atahualpa era figlio di una madre non di sangue reale diversa da quella di Huáscar, pur discendendo anch’egli direttamente dal re Huayna Cápac, morto di vaiolo mentre andava alla ricerca degli spagnoli guidati da Francisco Pizarro che ne erano stati i portatori e che poi avrebbero conquistato sanguinosamente e ferocemente il territorio abitato dal popolo inca, massacrandolo nella sua quasi totalità).

Atahualpa vinse ripetutamente e in maniera schiacciante le sue battaglie contro l’esercito, che pure era superiore numericamente, del fratellastro Huáscar. Questo non gli servì, comunque, a molto successivamente dato che il suo regno fu brutalmente interrotto dall’arrivo degli Spagnoli e, nonostante il nuovo Sapa Inca avesse riempito d’oro la sala del trono fino al punto indicatogli da Pizarro, la sua condanna a morte fu egualmente eseguita.

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[RIVISTA, nuovo numero]: “Lo stato delle cose. Pensiero critico e scritture”. Quarta serie, 1 (19)

lo stato delle cose[Esce il nuovo numero della rivista Lo stato delle cose. Richieste a Oèdipus: oedipus [at] alice.it e info [at] oedipus.it (f.s.)]

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Lo stato delle cose
pensiero critico e scritture
quarta serie, 1 (19)

SOMMARIO

– Renato Barilli, Purché ci sia il neo… [Conversazione su Domenico Rea]
– Giampiero Marano, Fra India, Mediterraneo e post-storia: l’esoterismo di Roberto Calasso
– Cecilia Bello Minciacchi, Reificati allo specchio. Per Le Mosche del capitale di Paolo Volponi
– Jean-Charles Vegliante – Felice Piemontese, RienCommun
– Manoel de Barros – Giorgio Sica, Livro sobre nada
– Andrea Inglese, Tre poesie
– Ana María Shua, Artigianato della magia [tr. Sara Princivalle]
– Francesco G. Forte (a c. di), Bartolucci prima di Bartolucci (2),

[Schede]
Eugenio Lucrezi per Leviana [semestrale di poesia]
Antonio Pietropaoli per Trivio [poesia, prosa, critica]