SPECIALE GUIDO MORSELLI n.17: “Guido Morselli, dai rifiuti a Roma senza papa” di Gabriele Sabatini

[RASSEGNA STAMPA SU GUIDO MORSELLI, a cura di Francesco Sasso]

Segnaliamo l’articolo Guido Morselli, dai rifiuti a Roma senza papa di Gabriele Sabatini apparso su «Doppiozero» il 12 Maggio 2018.

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di Gabriele Sabatini

È una casa squadrata, dalle imposte di un grigio tenue quasi celeste e dall’intonaco rosato, quella che Guido Morselli disegnò e si fece costruire a partire dal maggio 1952 nella campagna di Gavirate, in provincia di Varese. Affiancata da una montagna che «incombe subito dietro»; con gli alberi di diverse specie tutt’attorno e alcuni pini di Scozia «i cui rami ricchi di materie resinose dall’aroma profumato, ho messo da parte (potati da me, si capisce) da bruciare sul caminetto nelle grandi occasioni. Lei mi venga a trovare – è così che si rivolgeva a Italo Calvino nel febbraio del 1963 – e il pino di Scozia arderà in suo onore». Cercava, Morselli, occasioni di incontro. Mai pubbliche o mondane, ma intime, per potersi intendere con quei referenti editoriali che intessevano con lui molteplici scambi epistolari; quei lettori di case editrici che non furono, salvo rari casi che comunque non portarono a buon esito, decisi a consentirgli la pubblicazione: «I lettori delle case editrici – scriveva Giorgio Manganelli su “Il Mondo” – questi oscuri mecenati che fanno la letteratura, erano preparati ad uno scrittore tradizionale, realista, che racconta qualche aneddoto di infanzia e sesso; o allo scrittore di allucinazioni, di avventure psichedeliche, dalla prosa scarmigliata o astratta; ma questo signore che raccontava con deliziosa pedanteria eventi futuri o riscriveva la storia, o fantasticava istanti mai esistiti, era proprio impossibile».

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