G. Cuttone e A. Contiliano su Litterateur RW

[L’artista indiano Shajil Anthru (Lietter. RW), che ha pubblicato G. Cuttone (L’enigma della mano), ha tradotto e pubblicato qui l’articolo scritto da Antonino Contiliano e pubblicato da Retroguardia 3.0, tp24 e Itacanotizie. (f.s.)]

Italian electronic notebook of literary criticism RETROGUARDIA 3.0 , Itacanotizie and Tp24 published and appreciated Litterateur Redefining World – the magazine from Kerala, India for featuring and honoring Giacomo Cuttone as the Doue of the month.

The artist G. Cuttone in India. Not just “between” us -Antonino Contiliano-
Not only between us (neighbors) but “between” us and others (even far away), the pictorial instances of Giacomo Cuttone’s canvases, like ferried sails (in terms of common semio-cultural and political transduction), arrive between the pages of Indian magazine “Litterateur Redefining world / October 2020” and return to their homeland, the Mediterranean routes. Redefine the world – “Redefining world” – in fact it is the common idea that the voice and letter of “Litterateur” (by the writer and publisher Shajil Anthru, Trivandrum Kerala – India) and the signs and semiosphere of the researches and expressions of painting by Giacomo Cuttone intend to translate and carry on in a historical reality which is completely different for shared purposes and ends.

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Domenico Scarpa, “Italo Calvino”

Domenico Scarpa, Italo Calvino, 1999, Bruno Mondadori, Milano

“Racconto biografico su un grande artigiano della lingua, fantasioso e multiforme narratore di storie e di idee, testimone della pienezza intellettuale del suo tempo”.

Il saggio è fuori catalogo, ma disponibile qui

Altre monografie su Italo Calvino: Francesca Serra, Calvino (Salerno); Claudio Milanini, L’utopia discontinua. Saggio su Italo Calvino (Garzanti); Mario Barenghi, Calvino (Il Mulino).

f.s

Gruppo ‘93

a cura di Francesco Sasso

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Giovanni Boine scrive: «Non v’è altro eterno che l’attimo». E da qui, attraverso percorsi e pensieri personali, son giunto a riflettere sul Gruppo ‘93. Da tempo mi riprometto di approfondire il dibattito aperto nel 1984 e proseguito con le «Tesi di Lecce». Lo farò, spero, forse. Intanto di seguito una breve e non esaustiva bibliografia sulla questione:

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RETROTECA: Géza Szőcs, poeta della rivoluzione – in memoriam

Serata a cura di a cura di Tomaso Kemeny

Il poeta ungherese Géza Szőcs è scomparso lo scorso 5 novembre all’età di 67 anni. È stato spesso in Italia, dove ha partecipato anche alle imprese mitomoderniste capitanate dall’amico Tomaso Kemeny, come l’occupazione nel 2011 del leopardiano colle dell’Infinito. Un’imponente antologia di suoi testi è stata pubblicata nel 2017 per i tipi di Jacabook “Né l’esistenza né la scala”. A una settimana dalla dipartita delle sue spoglie mortali, ma non della sua voce, lo ricordano leggendo alcuni suoi testi Tomaso Kemeny e Amos Mattio

FONTE: https://youtu.be/u00wXY7qk-0


RETROTECA youtube: http://www.youtube.com/user/retroguardia

 

IL NUDO E IL MORTO

IL NUDO E IL MORTO

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di Tommaso Pincio

Norman Mailer è morto il 10 novembre 2007 per un’insufficienza renale. Aveva vissuto a lungo e intensamente. Molto intensamente. Così intensamente che dovrà passarne, di tempo, perché il suo lascito venga riconsiderato in sé e per sé. Troppo ingombrante, per non dire sconcertante, è infatti l’ombra gettata dall’uomo sull’opera. Nei suoi ottantaquattro anni di vita Norman Mailer ha pubblicato una trentina di libri. Romanzi, biografie, reportage, saggi, pamphlet, testi di ogni genere. La frenetica attività di scrittore non gli ha tuttavia impedito di sposarsi due volte, pugnalare la seconda moglie, mettere al mondo nove figli, adottarne uno, sfidare un campione di pugilato, fondare il «Village Voice», conquistare fama di accanito bevitore di whiskey e fumatore di marijuana, dirigere film, diventare un «esistenzialista senza leggere Sartre» e un «simpatizzante del marxismo senza leggere Marx», mettersi alla testa di marce pacifiste, correre due volte per la carica di sindaco di New York, battersi per la scarcerazione di un omicida che tornò a uccidere poche settimane dopo essere uscito di galera, schierarsi contro il movimento per la liberazione delle donne. Essere scrittore, insomma, non gli ha impedito di essere Norman Mailer.

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La lotta di classe in lockdown. L’iocrazia dei padroni: Comunismo linea di fuga fluente (parte IV)

Comunismo linea di fuga fluente

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di Antonino Contiliano

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Se oggi l’attività lavorativa si deve confrontare anche con il tribunale delle macchine intelligenti (learning machine, i cervelli elettronici che hanno incorporato la potenza creativa e produttiva della forza-lavoro umana automatizzandola), non per questo si deve rimanere inerti e immobilizzati negli ordini del padrone dei capitali finanziari. Si devono sperimentare delle linee di fuga come azioni conflittuali e di rottura accendendo focolai di micro-poteri antagonisti in ogni punto delle fortezze. Lo stesso potere dominante non è più padrone assoluto della complessità delle variabili globalizzanti. La governabilità, dipendente dalla stessa innovazione tecnologia diffusa, è condizionata dal disequilibrio fra gli interessi e le strategie variegati delle grandi forze internazionali dell’economia finanziarizzata e in competizione tra loro stesse; un movimento che rimane sempre in preda anche all’imprevedibilità degli effetti ambientali e delle diverse passioni collettive messi moto. Si deve divenire-conflitto. Maturare una soggettivazione della “molteplicità” di contro-tendenza flessibile per rimuovere il feticistico “stato di cose presenti” rilanciando in modo diverso i processi della rivoluzione comunista (piuttosto che pensare, dire e fare come se il capitalismo e le sue forme risultassero inamovibili). Perché una nuova rivoluzione comunista democratica è possibile, se la democrazia comunista è costruenda a partire dalla sua semantica di termine fluente e “vuoto” (non la parola d’ordine di un partito centralizzato) via via da concretizzare nella contingenza degli eventi storici e materiali e con passione poetica non secondaria. Le passioni sono un corto circuito di passività e reattività senza scarti ed eccessi. La rivoluzione comunista è un ‘evento’, una virtualità attualizzabile quale estrazione dalla contingenza ineliminabile delle cose, e per questo soggetta (in senso positivo e negativo) a una congiunzione disgiunta di fattori eterogeni ed esposti ai colpi della “fortuna” o del caso (come ricordava N. Machiavelli).

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La lotta di classe in lockdown. L’iocrazia dei padroni: No al lockdown pastorale (parte III)

No al lockdown pastorale

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di Antonino Contiliano

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Ma si potrebbe dire che il fenomeno dell’iocrazia capitalista e dei padroni, senza considerare l’isteria consumistica e le presunte cure dell’amministrazione paternalistica, non è meno intrattenimento infantilizzante e prodigo di azioni pastorali. Di questo XXI secolo, almeno per i primi suoi tre decenni, non si può dire di certo che l’umanità abbia perso i suoi pastori, se il mondo, raccontato dai media elettronificati, è quello del perpetuo intrattenimento ludico e della chiacchera fine a sé stessa. Il mondo delle immagini digitali che, integrate con il piccolo schermo della tv, a milioni di individui sodomizzati, fornisco fantasmi senza immagini riflesse. Simulacri che scivolano su altre immagini-simulacro. Immagini senza corpi reali, quelli della virtualizzazione capitalistica che dematerializza la concretezza storica delle cose con la figurazione astratta e una fantasmagoria erotizzante fabbricata ad hoc, ma fuorviante. Il gioco di azioni e passioni di simulacri manovrato con joystick di classe e poteri transnazionali deresponsabilizzanti e devianti.

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La lotta di classe in lockdown. L’iocrazia dei padroni: Il godimento del plusvalore capitalistico (parte II)

Il godimento del plusvalore capitalistico

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di Antonino Contiliano

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E il plus-valore come godimento ripetitivo, nell’iterazione dei meccanismi del valore ciclico dell’economia capitalistica, viene usato come “astuzia”. Un’astuzia, questa, però diversa dalle astuzie individuate da Bertol Brecht. Un’astuzia cioè di tipo “pulsionale” o attinente alle relazioni inconsce e consce della psiche dell’animale umano, e strutturante sia il linguaggio socio-individuale tout court che le forze economiche e politiche.

Già Karl Marx (per non andare a Platone e Aristotele…) scriveva che è un’assurdità pensare «al formarsi di una lingua senza che esistano individui che vivano e parlino insieme. […] La produzione in generale è un’astrazione, […] che, astraendo (corsivo nostro) l’elemento comune, lo fissa e ci risparmia una ripetizione. Tuttavia questo elemento generale, ovvero l’elemento comune […] è esso stesso qualcosa di complessamente articolato, che si dirama in differenti determinazioni. Di queste, alcune appartengono a tutte le epoche; altre sono comuni solo ad alcune. […] Senza di esse sarà inconcepibile qualsiasi produzione; salvo che, se le lingue più sviluppate hanno leggi e determinazioni comuni con quelle meno sviluppate, allora bisogna isolare proprio ciò che costituisce il loro sviluppo, ossia la differenza da questo elemento generale, mentre le determinazioni che valgono per la produzione in generale devono essere isolate proprio affinché per l’unità – che deriva già dal fatto che il soggetto, l’umanità, e l’oggetto, la natura, sono i medesimi – non venga poi dimenticata la diversità essenziale»1. Ma le diversità (espunte dall’astrazione), in funzione di parti escluse, vengono dimenticate o manipolate per dimostrare l’eternità e l’armonia dei rapporti sociali e politici esistenti e di potere.

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La lotta di classe in lockdown. L’iocrazia dei padroni (parte I)

La lotta di classe in lockdown. L’iocrazia dei padroni

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di Antonino Contiliano

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Nel mondo della produzione e della divisione capitalistico-sociale del lavoro e del suo governo politico-sociale, non di rado il termine populista – letto come se fosse una qualità ‘generale’ a sé stante – è utilizzato per sminuire l’avversario politico e svalorizzare le stesse istanze popolari di cui si fa portavoce. Il termine diventa un capo di accusa, o il trascinarsi di una pura astrazione generale ideologica e propagandistica. Si lascia cadere l’intreccio relazionale che la parola, invece, intrattiene con quella di popolo, popolazione, plebe. Ma i nomi generali sono astrattezze linguistico-logiche elaborate sacrificando la concretezza e la contingenza delle cose e, in un contesto come quello odierno dell’ipercapitalismo tecnologico, non tutti (individui, gruppi, classi sociali) per interessi e bisogni soffrono però degli stessi limiti richiesti dalle definizioni generali.

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Rossocorpolingua

Editoriale
Due parole di benvenuto nella nostra rivista on line, rivista che già nel nome, oltre ad evocare uno dei testi più belli di Elio Pagliarani, edito nel 1977 dalla Cooperativa scrittori, poi compreso all’interno della Ballata di Rudi (prima ed. 1995 per Marsilio) sottintende un ambito ben preciso di ricerca poetica: studi e saggi ben radicati nel terreno storico (rubriche archivi, bibliografie, biografie), per una poesia e forme artistiche nelle quali scorra il sangue della valenza emotiva e morale (rubriche saggi e recensioni) e linguistica (rubrica traduzioni).
Il richiamo a Periodo Ipotetico, citato per immagine nella nostra testata, tiene la bussola rivolta verso quel forse dubitativo ed irrequieto che costituisce, credo, il nutrimento indispensabile per ogni crescita intellettuale e verso quella fusione di ambiti e i linguaggi tanto più importante oggi fra le sollecitazioni ed il continuo transito di mezzi, lingue, culture, fenomeno migratorio, e non solo di uomini, indotto dal pensiero e dall’economia digitale.
Poiché “il nostro daffare al momento/ è saltare, saltare, saltare/ sennò sulla coda ci mettono il sale” saltiamo su questa nuova ipotesi, radicati nel terreno concreto dei contesti e delle testimonianze, avendo come unica certezza quella della eticità della scrittura.
Maria Concetta Petrollo Pagliarani

Qui il sito della rivista Rossocorpolingua

Qui la presentazione video della rivista Rossocorpolingua e una riflessione sull’editoria indipendente

Qui l’indice delle pubblicazioni della rivista on line

(f.s.)

Idea di un portale popolare Manzoni Online. Nuove prospettive per la ricerca

Il convegno sarà accessibile online sulla piattaforma Zoom: https://unil.zoom.us/s/9469623765.

Lunedì 16 novembre 2020 dalle ore 9:30

Biblioteca Nazionale Braidense, Sala Teresiana
h. 9.30 Mariella Goffredo, Biblioteca Nazionale Braidense (Milano)
Manzoni tra città e campagna

Presiede Claudio Vela, Università di Pavia

h. 10:00
Giulia Raboni, Università di Parma
Accidenti manzoniani

h. 10:20
Simone Albonico, Université de Lausanne
Manzoni (vita e opere)

h. 10:40
Giorgio Panizza, Università di Pavia
Dire e non dire: Manzoni e le sue opere

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RETROTECA: Zanzotto 99 – Poetry and the city

La III edizione di “Poetry and the city” è dedicata ad Andrea Zanzotto, alla vigilia dei cent’anni dalla nascita del poeta di Pieve di Soligo, nell’appuntamento dal titolo “Zanzotto-99”. A ricordarlo con la lettura di alcune sue poesie Nicola Gardini, Vivian Lamarque, Vittorio Lingiardi e Patrizia Valduga. Sono previsti gli interventi di Marzio Breda e Giovanni Zanzotto, un saluto della famiglia del poeta e delle organizzatrici di Poetry, Cristina Battocletti e Giuseppina Manin. Purtroppo, a causa dell’emergenza Covid, è rimandato all’anno prossimo l’incontro alla BAM, Biblioteca degli alberi, dove sarebbe stato proclamato il vincitore del concorso dedicato al tema di Bookcity, Terra nostra.

Regia e riprese video originali (©) di Alvise Tedesco Fotografie a 3’20, 46’25, 48’50, 48’58, gentile concessione Graziano Arici Fotografie a 7’36, 45’45, 49’04, gentile concessione Vincenzo Cottinelli Fotografie a 17’03, 17’19, 17’38, 44’05, 45’22, 45’36, 45’41, 46’03, 46’11, 46’15, 46’36, 46’41, 46’51, 47’05, da archivio Giovanni Zanzotto Fotografia a 43’56 gentile concessione Danilo de Marco (Che ho dimenticato di ringraziare. Lo faccio ora) Fotografia a 46’33 gentile concessione Paolo Steffan (Creative commons licence)

FONTE: https://youtu.be/LCv-B5-hEfM


RETROTECA youtube: http://www.youtube.com/user/retroguardia

Storie ed eventi storici n.6: Il viaggio e la narrazione del viaggio

a cura di Francesco Sasso

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Ha scritto Italo Calvino che “Il luogo è lo scenario del pensiero” (Mondo scritto e mondo non scritto, 2002). Tale affermazione significa che tutto ciò che pensiamo lo pensiamo localizzato da qualche parte, collocato in una dimensione spaziale più o meno riconoscibile, insomma situato geograficamente. Per questo la dimensione geografica, ancor prima di farsi fattore costitutivo di una specifica disciplina scientifica, è sottesa a qualunque atto cognitivo, a qualunque tentativo di comprendere e descrivere il mondo. Il viaggio e la narrazione del viaggio sono due modelli cognitivi universali in quanto il primo e più antico modo di esplorare lo spazio, cioè di tutto ciò che accade e ci sta intorno, è quella di muoversi, di andare a vedere di persona, o di farsi narrare da chi è andato a vedere quanto a visto.

Sempre Italo Calvino, che di geografia e cartografia era fervidamente appassionato, ha parlato del “viaggio come struttura narrativa” (ibidem), nel senso che l’atto di scrivere un romanzo come quello di compiere un tragitto di ricerca scientifica si basano sul “seguire un percorso dall’inizio alla fine (ibidem). Insomma, il sapere umano è per sua natura geografico anche quando non lo sa.

f.s.

Introduzione a “La Critica” di Benedetto Croce (1903)

«La Critica. Rivista di Letteratura, Storia e Filosofia diretta da B. Croce», 1, 1903

Abbiamo in Italia molte riviste speciali di storia politica, di filologia, di filosofia, di arte, e, specie, di storia letteraria, talune delle quali sotto ogni rispetto ottime. Ma, dovendo ciascuna d’esse tener dietro alla copiosa produzione d’un singolo ramo di studii, ed informare i lettori su tutte le questioni e controversie minute, è naturale che non possano acconciamente soddisfare al bisogno di chi desideri un ragguaglio critico, e come una scelta, dei libri, che si vanno pubblicando, d’interesse generale. Inoltre, appunto per essere specializzate, accade che di parecchi libri, anche dei più importanti, nessuna di quelle riviste si occupi o si occupi a fondo, perché o non entrano nelle specialità già organizzate in riviste o si distendono sulle linee d’incrocio di parecchi campi di studio attigui. Cosi, per spiegarci con un esempio, se una dissertazione su un punto anche particolarissimo della biografia o dell’opera di un antico scrittore italiano troverà ora in Italia per lo meno quattro o cinque recensori competenti, critici ernunctae naris, non si può dir che la stessa sorte sarà per toccare ad un libro, poniamo, Ai storia politica contemporaii o ad un altro che concerna un argomento di letteratura o di storia straniera. Di questi, se mai, tratteranno, più o meno leggermente, le riviste pel gran pubblico; nelle quali la parte critica è di solito assai trascurata, consistendo o in annunzii editoriali di uniforme intonazione elogiativa, o in articoli complessivi e sommarii in cui la critica non ha l’agio d’esplicarsi.

Peggiore è l’inconveniente che delle riviste pel gran pubblico nasce dall’assenza di criterii fermi e di un organico sistema d’idee: onde un’anarchia e un’ineguaglianza di giudizii che le fa somigliare talvolta a botteghe di caffè, dove ciascuno si rechi a dire, o a gridare, la propria opinione od impressione.

Eppure ognuno di noi sente forte il bisogno di non perder di vista i problemi generali e d’insieme, che son tanta parte della vita degli studii, e di dedicare ad essi la stessa attenzione ed intensa cura che si adopera per le idee e i fatti speciali e particolari. 

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Antologie e manualistica scolastica

Tra le antologie : Antologia della poesia italiana , diretta da C. Segre e C. Ossola, Torino, Einaudi-Gallimard, 1997; Teatro italiano , a c. di S. D’Amico ed E. Possenti, Milano, Nuova Accademia, 1955-1956; Il teatro italiano , Torino, Einaudi, 1975-1985; Il teatro dal Medioevo all’Illuminismo, a c. di M. Scaparro, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1999; e le antologie dei Meridiani : Scrittori italiani di aforismi , a c. di G. Ruozzi, Milano, Mondadori, 1994-1996; La poesia in dialetto , a c. di F. Brevini, Milano, Mondadori, 1999; Scrittori italiani di viaggio , a c. di L. Clerici, Milano, Mondadori, 2008.

Nella manualistica scolastica (legata allo schema tradizionale della storia-antologia: Salinari-Ricci, Giudice-Bruni ecc.) un importante ruolo di rinnovamento metodologico è stato svolto da R. Ceserani L. De Federicis, Il materiale e l’immaginario , Torino, Loescher, 1978. Tra i manuali pubblicati negli ultimi anni: C. Segre e al., Testi nella storia. La letteratura italiana dalle origini al Novecento , Milano, Bruno Mondadori, 1991; G. Baldi e al., Dal testo alla storia, dalla storia al testo , Torino, Paravia, 1994; R. Luperini e al., La scrittura e l’interpretazione , Palermo, Palumbo, 1995; C. Riccardi e al., La memoria letteraria. Storia, testi e temi della letteratura italiana , Firenze, Le Monnier, 2003; G. Ferroni e al., Storia e testi della letteratura italiana , Milano, Mondadori Università, 2002; G.M. Anselmi e al., Tempi e immagini della letteratura , coordinamento di E. Raimondi, Milano, Bruno Mondadori, 2003; M. Santagata e al., Il filo rosso. Antologia e storia della letteratura italiana ed europea , Roma-Bari, Laterza, 2006; C. Bologna e al., Rosa fresca aulentissima , Torino, Loescher, 2010

GLOSSA n.3: Salvare gli esseri umani dallo stato di miseria…

Glossa 3

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a cura di Francesco Sasso

Nell’epistola XIII, scritta per accompagnare l’invio e la dedica del Paradiso a Cangrande della Scala, Dante spiega che il fine del poema è “removere viventes in hac vida de statu miserie et perducere ad statum felicitatis” (salvare gli esseri umani dallo stato di miseria e condurli alla felicità). Credo che sia una delle più belle definizioni di letteratura.

Fin dal principio, la complessità del materiale dottrinale e storico della Commedia dantesca determinarono l’esigenza di spiegare e commentare l’opera. Alcuni commenti del Trecento e Quattrocento sono in latino, ma mi stupisce il lavoro del frate minore Giovanni Bertoldi da Serravalle, il quale si spese molto nel commento e nella traduzione latina della Commedia. Un chiaro esempio di lavoro smisurato, ma inutile. Ecco un libro che non leggerò mai.

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RETROTECA: Omaggio a Emanuele Severino. L’Occidente e il Destino

Omaggio a Emanuele Severino. L’Occidente e il Destino

Intervengono: Massimo Cacciari, Carlo Sini, Emanuele Severino Antonio Gnoli (coordina)

Il Teatro Franco Parenti, mentre Adelphi sta pubblicando l’Opera omnia di Emanuele Severino (Dike è l’ultimo edito), ha organizzato una serata omaggio dedicata al pensiero del nostro più grande filosofo, dal titolo L’Occidente e il Destino per indagare il rapporto tra lo sviluppo della civiltà occidentale e la verità.

Progetto Cittadella Luna con il sostegno di Fondazione Cariplo. Video a cura di Victor Mella