IL NUDO E IL MORTO
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di Tommaso Pincio
Norman Mailer è morto il 10 novembre 2007 per un’insufficienza renale. Aveva vissuto a lungo e intensamente. Molto intensamente. Così intensamente che dovrà passarne, di tempo, perché il suo lascito venga riconsiderato in sé e per sé. Troppo ingombrante, per non dire sconcertante, è infatti l’ombra gettata dall’uomo sull’opera. Nei suoi ottantaquattro anni di vita Norman Mailer ha pubblicato una trentina di libri. Romanzi, biografie, reportage, saggi, pamphlet, testi di ogni genere. La frenetica attività di scrittore non gli ha tuttavia impedito di sposarsi due volte, pugnalare la seconda moglie, mettere al mondo nove figli, adottarne uno, sfidare un campione di pugilato, fondare il «Village Voice», conquistare fama di accanito bevitore di whiskey e fumatore di marijuana, dirigere film, diventare un «esistenzialista senza leggere Sartre» e un «simpatizzante del marxismo senza leggere Marx», mettersi alla testa di marce pacifiste, correre due volte per la carica di sindaco di New York, battersi per la scarcerazione di un omicida che tornò a uccidere poche settimane dopo essere uscito di galera, schierarsi contro il movimento per la liberazione delle donne. Essere scrittore, insomma, non gli ha impedito di essere Norman Mailer.