“Rumore di fondo. Mi cercarono l’anima a forza di botte” di Ascanio Celestini

Quattro persone che abbiamo conosciuto quando non erano più vive. Quattro morti finiti sui giornali.
Tutto quello che è accaduto prima resta nascosto al di là di un confine. La notizia li allontana da noi, li trasforma in personaggi di un racconto che non ci riguarda.

Io sono andato a registrare la voce di chi li ricorda vivi. Di chi gli stava accanto prima dell’evento che li ha massacrati. La mamma di Federico, la sorella di Giuseppe, i genitori di Davide e Giulio. L’ho trascritta e rimessa un po’ in ordine. Poco. Per non razionalizzare troppo un disordine che racconta lo spaesamento, la rabbia e le paure.

Aggirando la cronaca giornalistica e giudiziaria, abbiamo bisogno di tornare al contesto nel quale erano ancora vivi con la loro esistenza anonima e ordinaria. Federico che prende lezioni di guida dalla mamma, Davide che gioca a pallone e sogna di diventare come Totti, Giuseppe che s’è lasciato con la moglie e gioca col cibo a tavola con la sorella, Giulio studente modello che legge Topolino.

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A bordo con “Litterateur Redefining world”… Shajil Anthru

A bordo con “Litterateur Redefining world”… Shajil Anthru

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di Giacomo Cuttone

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Puntualmente, il mese di febbraio 2021 (come i passati numeri), lo scrittore e intellettuale indiano Shajil Anthru mette in rete la rivista Litterateur Redefining world 

Shajil Anthru (ricordiamo) ne è il fondatore. Anche questa volta (la prima volta è stato nel mese di ottobre 2020), in copertina, il numero di febbraio 2021 porta l’immagine di un’opera pittorico-artistica (Il cigno Nero) di chi scrive (Giacomo Cuttone).

Oltre all’interessante varietà di altre presenze artistiche, fra le cose in corpo alla rivista, non mancano, ancora, ulteriori riproduzioni di opere artistiche di chi scrive. Preme sottolineare però che, in questo numero di febbraio 2021, Shajil Anthru dedica pure uno “speciale” al poeta siciliano Antonino Contiliano. La notazione, relativa allo stesso, riporta una sua breve biografia e, tra editi e inediti, quattro testi poetici. La traduzione in inglese delle poesie di Contiliano, come della stessa nota biografica, è curata da Pina Piccolo (scrittrice, traduttrice e, non per ultimo, fra le animatrici della rivista elettronica “LMS” (La macchina sognante- Contenitore di scritture dal mondo). Di Francesca Medaglia (University of Rome “La Sapienza”) è invece il testo della presentazione del poeta Contiliano come ideatore e curatore dell’esperienza di poesia collettiva “Noi Rebeldía”. Un esperimento di scrittura collettivo-anonimizzata che negli anni ha coinvolto numerosi poeti (specie in “L’ora Zero”, edizione CFR/2014. Il libro porta la prefazione di Francesca Medaglia e la postfazione di Domenico Donatone, ed è un’opera di quindici testi collettivi scritti a più mani – 76 poeti). In altri testi collettivi, il poeta siciliano (A. Contiliano), oltre al pittore G. Cuttone, ha convolto pure altre figure di artisti, musicisti, attori e videomaker. In questa direzione di autorialità molteplice sono gli ultimi due testi Guevara goguEr e Er Giap (2016). Intessuti della multimedialità pittorica dell’artista Giacomo Cuttone, unitamente a direttive e dichiarazioni, sono stati pubblicati nel numero 247/2018 della rivista “Fermenti”. Malacoda.it, invece, li ha pubblicati in versione recitata. In versione multimediale, Guevara goguEr (interpretato dalla voce di Rino Marino e Gabriella Becchina), ancora oggi, è visibile su https://www.youtube.com/watch?v=teLYD_F3j50. Un’altra versione multimendiale di Guevara goguEr (integrata con l’intervento del musicista Nino Mezzapelle) è visibile su https://www.youtube.com/watch?v=P9hlzDIO9y0&t=27s. Er Giap, interpretato da Susy Sergiacomo, su https://www.youtube.com/watch?v=fDV_EBof6TI&t=5s.

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Metrica e retorica

Sulla metrica : R. Spongano, Nozioni ed esempi di metrica italiana , II ed., Bologna, Pàtron, 1974; W.Th. Elwert, Versificazione italiana dalle origini ai giorni nostri , Firenze, Le Monnier, 1985; A. Menichetti, Metrica italiana: fondamenti metrici, prosodia, rima , Padova, Antenore, 1993; F. Bausi M. Martelli, La metrica italiana: teoria e storia , Firenze, Le Lettere, 1996; G. Lavezzi, Manuale di metrica italiana , Roma, NIS, 1996; F. De Rosa G. Sangirardi, Introduzione alla metrica italiana , Firenze, Sansoni, 1996; G. Bertone, Breve dizionario di metrica italiana , Torino, Einaudi PBE, 1999; P.G. Beltrami, Gli strumenti della poesia, Nuova ed., Bologna, Il Mulino, 2002. Esemplari letture metriche in M. Fubini, Metrica e poesia: lezioni sulle forme metriche italiane , Milano, Feltrinelli, 1975; G.L. Beccaria, L’autonomia del significante: figure del ritmo e della sintassi: Dante, Pascoli, D’Annunzio , Torino, Einaudi, 1975.

Sulla retorica : O. Reboul, Introduzione alla retorica , Bologna, Il Mulino, 1996; M.P. Ellero, Breve manuale di retorica, Firenze, Sansoni, 2001; H. Lausberg, Elementi di retorica , Bologna, Il Mulino, 2002; B. Mortara Garavelli, Manuale di retorica , Milano, Bompiani, 2003; P.L. Beccaria, Dizionario di linguistica e di filologia, metrica, retorica , Torino, Einaudi, 2004. Cfr. anche A. Battistini E. Raimondi, Le figure della retorica , Torino, Einaudi, 1990.

Mauro Germani, “La parola e l’abbandono” e “Voce interrotta”

Mauro Germani, La parola e l’abbandono, L’arcolaio 2019, pp.85, 11,00 €

Mauro Germani, Voce interrotta, Italic Pequod, 2016, pp.80, € 13,00

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di Francesco Sasso

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Mauro Germani è fondatore e direttore responsabile della rivista di scrittura, pensiero e poesia “Margo” dal 1988 al 1992, ha pubblicato saggi e poesie. Nel 2019 pubblica La parola e l’abbandono (L’arcolaio).

Il libro si presenta come una raccolta di avvertimenti, ricordi, brevi riflessioni, aforismi di ampio respiro. Gli argomenti trattati sono la morte, la solitudine, la letteratura, l’arte, l’amore, il male, dio, la chiesa, la scrittura ecc. I pensieri registrati in La parola e l’abbandono partono spesso da un’occasione particolare, un ricordo, per poi inserirsi in una riflessione sistematica tra il dicibile e l’indicibile.

«Le parole generano parole, ma appena pronunciate o scritte si allontanano, vanno altrove, si disperdono nell’abbandono» (pag.71)

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Tiziano Scarpa. Il coraggio dell’invenzione

“La letteratura esiste grazie all’ipocrisia sociale. Finché ci sarà ipocrisia, ci sarà letteratura”.

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Tiziano Scarpa scrive e pubblica libri da venticinque anni. È narratore, saggista, poeta, drammaturgo e performer. Quando gli ho chiesto di realizzare un’intervista per Il Chiasmo non volevo focalizzarmi su una sua singola opera, né sfruttare l’ultima congiuntura editoriale. Volevo provare a porgli domande che, in questi venticinque anni, cogliessero lunghe continuità, oppure singoli fatti notevoli.

Tiziano ha accettato con generosità. La nostra ampia conversazione è divisa in due parti: in questa parliamo della nascita di Nazione Indiana e de Il primo amore, del «volontariato culturale» fuori dai circuiti massmediali, del presunto ‘ritorno alla realtà’ che avrebbe interessato la nostra letteratura negli ultimi decenni; nella seconda parte parleremo invece di alcune sue invenzioni formali e narrative.

FONTE: Tiziano Scarpa. Il coraggio dell’invenzione (prima parte)

Memorial-Italia

Memorial-Italia è parte dell’associazione Memorial creata a Mosca negli anni ’80.  Il suo terreno di azione è la memoria delle violazioni dei diritti umani e la difesa dei diritti oggi. L’attenzione è rivolta in particolare alla storia dell’Unione Sovietica e alla Russia post-sovietica. Facendo riferimento alla vicenda di questo paese, Memorial-Italia opera per arricchire la riflessione pubblica sui temi della violenza, del totalitarismo e dei regimi illiberali. Memorial organizza convegni, mostre, seminari e lezioni; raccoglie documentazione e memorie; favorisce la pubblicazione di ricerche di storia e di letteratura.

Qui Memorial Italia-

Vi segnalo la sezione archivi (sezione Immagini, Video e Gli italiani vittime delle repressioni staliniane. Banca dati)

f.s.

Per uno studio della prosa e del lessico degli Illuministi meridionali

Seminario telematico, 11-13 febbraio 2021

Link

11 febbraio, ore 09.30: https://youtu.be/Ij0nt7pchmU

11 febbraio, ore 15.00: https://youtu.be/dS5dp2tPg7I

12 febbraio, ore 09.30: https://youtu.be/2QiM4UdQsSw

12 febbraio, ore 15.00: https://youtu.be/jY2dyhhR6Yk

13 febbraio, ore 09.30: https://youtu.be/2mHTjqjpGcc

13 febbraio, ore 15.00: https://youtu.be/f1ade42NDgI

Programma in formato pdf

PROGRAMMA

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“Tre note dantesche” di Alberto Casadei

di Alberto Casadei 

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In queste tre Note si propone innanzitutto di identificare con Saturno il “pianeto” menzionato in Io son venuto…, v. 7, sulla base di nuovi riscontri. Si conferma poi il perfetto parallelismo tra “uccella” e “caccia”, da intendersi come verbi, in Tre donne…, vv. 101 s.: anche da ciò derivano alcune conseguenze riguardo all’interpretazione complessiva della canzone (e, in parte, alla sua cronologia). Infine, si evidenzia che l’ordinamento delle quindici canzoni distese potrebbe non essere originale bensì risalente a una sistemazione degli anni Trenta del XIV secolo, probabilmente complessa e stratificata.

Qui puoi scaricare il saggio di Alberto Casadei

Teoria letteraria, storia della lingua italiana, filologia italiana

Per la teoria letteraria e l’analisi testuale: C. Segre, Avviamento all’analisi del testo letterario , Torino, Einaudi, 1985; R. Ceserani, Guida breve allo studio della letteratura , Roma-Bari, Laterza, 2005; F. Brioschi C. Di Girolamo M. Fusillo, Introduzione alla letteratura , Roma, Carocci, 2006.

Sulla storia della lingua italiana e dei dialetti: G. Devoto, Profilo di storia linguistica italiana , Firenze, La Nuova Italia, 1953; B. Migliorini, Storia della lingua italiana (1963), Firenze, Sansoni, 2002; G. Rohlfs, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti , Einaudi, Torino, 1966-1970; Storia della lingua italiana , a c. di F. Bruni, Bologna, Il Mulino 1992; Storia della lingua italiana , a c. di L. Serianni e P. Trifone, Torino, Einaudi, 1993-1994. A. Castellani, Grammatica storica della lingua italiana , Bologna, Il Mulino, 2000; N. De Blasi, Piccola storia della lingua italiana , Napoli, Liguori, 2008; S. Scotti Morgana, Breve storia della lingua italiana , Roma, Carocci, 2009; C. Marazzini, La lingua italiana. Storia, testi, strumenti , Bologna, Il Mulino, 2010.

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Remainders: Almo Fanciullini, “Diario di un ragazzino aretino”

Almo Fanciullini, Diario di un ragazzino aretino, Polistampa 1996, 232 p., € 10,33

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di Francesco Sasso

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Almo Fanciulli, un ragazzo di Arezzo, tra il 1943 e il 1944 annotò informazioni e riflessioni sulla guerra che stava sconvolgendo la sua vita. Raccolse notizie da quotidiani e notiziari radiofonici, da parenti e conoscenti; registrò le sue osservazioni, elaborò e dispose i materiali secondo un ordine narrativo, arricchendoli con riflessioni personali e con l’esposizione delle vicende private che si intrecciavano agli eventi bellici, il tutto corredato da disegni, carte e fotografie.

f.s.

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GLOSSA n.4: La biblioteca di Petrarca

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a cura di Francesco Sasso

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Petrarca acquistò nei suoi viaggi e trascrisse lui stesso o fece trascrivere da copisti molti libri classici latini e volgari. Nei suoi numerosi spostamenti andò alla ricerca di libri perduti e vi scovò spesso di assai rari (per esempio Cicerone). La sua biblioteca negli ultimi anni aveva raggiunto una consistenza notevole per il suo secolo: certamente superava il numero di duecento volumi (manoscritti). Poca cosa per noi contemporanei, tanto per l’epoca. Tra i titoli posseduti dal poeta dominavano i classici latini e i Padri della Chiesa. Il Nostro aveva promesso di regalare la sua ricca biblioteca alla Repubblica di Venezia in cambio di una casa sulla riva degli Schiavoni, ma alcuni anni dopo, trasferendosi a Padova, fece sì che la maggior parte dei codici da lui posseduti passassero alla biblioteca del signore di Padova; trasmigrarono poi a Pavia nel castello dei Visconti, da dove più tardi passarono in parte a Milano presso gli Sforza e in parte in Francia, nel castello di Blois. Oggi le biblioteche che posseggono codici del Petrarca sono: varie biblioteche milanesi, in primo luogo Ambrosiana e la Trivulziana, varie biblioteche francesi, la Biblioteca Apostolica Vaticana, la Biblioteca Marciana di Venezia, quella del Seminario di Padova, quella Palatina di Parma, varie biblioteche americane ecc.

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Remainders: Leonard Clark, “I fiumi scendevano a Oriente”

Leonard Clark, I fiumi scendevano a Oriente, Garzanti, 1959, 492 p.

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di Francesco Sasso

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La vicenda si svolge nell’Amazzonia. L’autore descrive i luoghi e narra le vicende di cui è stato protagonista durante il suo viaggio – compiuto nel 1946 – in una zona inesplorata della foresta peruviana, alla ricerca del mitico Eldorado, la terra ricca di favolosi tesori.

Il racconto è un susseguirsi di emozionanti imprese poiché nella giungla il pericolo è sempre in agguato: occorre lottare contro le acque impetuose dei fiumi, l’intrico della vegetazione, i giganteschi vermi e insetti, i rettili velenosi, i pesci voraci e contro i Campa, una feroce tribù di Indios che vivono in territorio peruviano.

Ecco l’incipit: “Ogni esploratore ha due facce: quella segreta, e quella che mostra al pubblico. Le mie nascondevano entrambe il fatto che nel taschino della camicia, fermati con una spilla di sicurezza, avevo solo mille dollari, tutto quel che possedevo al mondo, in biglietti da cento. Non era molto, ma io ero a caccia di un tesoro, e ogni cacciatore di tesori è un ottimista. Se non lo fosse, farebbe un altro mestiere. D’accordo, in quei giorni non avevo idea dove fosse nascosto l’oro, ma avevo un indizio…”

f.s.

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[Leggi tutti gli articoli di Francesco Sasso pubblicati su RETROGUARDIA 2.0]

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La gioia di conoscere. I pareri editoriali di Franco Fortini per Mondadori

Luca Daino, La gioia di conoscere. I pareri editoriali di Franco Fortini per Mondadori, Intr. di Edoardo Esposito, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori

Sommario

Introduzione
Edoardo Esposito

La gioia di conoscere. I pareri editoriali di Franco Fortini per Mondadori
Luca Daino

Franco Fortini nei fondi conservati da Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori
Anna Lisa Cavazzuti

Il Fondo Franco Fortini conservato presso la Biblioteca Umanistica dell’Università di Siena
Elisabetta Nencini

Qui il pdf

L’infinita solitudine, Leopardi inconsapevole funambolo dell’infinito

Giacomo Leopardi, L’infinita solitudine, a curata da Sonia Caporossi, Marco Saya Editore, Milano 2020, pp. 148, € 15,00

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di Sara Alicandro

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«[…] Ma tu che mi conosci, almeno tu che sai, diglielo tu che il mondo io non l’ho odiato mai! E se mi sono perso a vagar l’infinito, punivo l’universo di un amore tradito».

(L’Infinito, Roberto Vecchioni)

Ho sempre avuto a cuore tutto ciò che riguarda la questione Leopardi, in particolare il suo famigerato pessimismo, idea da me mai condivisa, neppure in una fase pre-universitaria della mia formazione, in cui è facile cedere alla natura schematica di certi manuali, credere a quello che ci viene raccontato senza alcuna applicazione di personale senso critico. Quando ho sentito questa canzone dell’ultimo album del professor Vecchioni, che è una più o meno libera riscrittura delle lettere napoletane di Leopardi al suo “Totonno”, Antonio Ranieri, mi sono detta che magari stava iniziando a diffondersi più largamente l’idea che colui che è forse l’anima e figura autoriale più complessa di tutta la letteratura nostrana non possa in alcun modo essere incasellato in categorie, né tantomeno essere schiavo di etichette. Perciò è facile intuire che con lo stesso spirito mi sono avventurata nella lettura dell’antologia ragionata dal titolo L’infinita solitudine (Marco Saya Editore, Milano 2020, pp. 148, € 15,00), curata da Sonia Caporossi – che ne scrive anche l’introduzione – e con il prezioso contributo saggistico di Antonino Contiliano a chiudere il cerchio. Quello che mi sono ritrovata davanti non era lontanamente quello che immaginavo o che mi ero prefigurata di scovare, tuttavia si è incredibilmente rivelato ciò che avevo assoluto bisogno di leggere.

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