Luciano Curreri, Michel Delville, Giuseppe Palumbo, “Tutto quello che non avreste mai voluto leggere – o rileggere – sul fotoromanzo”

Luciano Curreri, Michel Delville, Giuseppe Palumbo, Tutto quello che non avreste mai voluto leggere – o rileggere – sul fotoromanzo, ed. Comma 22, 2021, pp.95, € 9,00

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di Francesco Sasso

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Tutto quello che non avreste mai voluto leggere – o rileggere – sul fotoromanzo è uno strano oggetto a cura di Luciano Curreri, Michel Delville e Giuseppe Palumbo. Il testo è un frullato multi-gusto: graphic novel , saggio, dialogo, divagazione, diatriba. Sottotitolo: una passeggiata. Lucio (Curreri) e Michel (Delville), disegnati da Giuseppe Palumbo con fattezze di animali, passeggiano in compagnia delle loro acute coscienze per le vie lucide del fotoromanzo alla ricerca delle sue potenzialità formali e ideologiche. Si soffermano nella pubblica piazza della bibliografia passata e recente, calandosi in anfratti legati al passato “assoluto” del fotoromanzo, giocando con le ombre dell’attualità incompiuta, evocando genealogie arricchite dalla linfa bassa degli antichi generi folcloristici e della paraletteratura.

«Nel romanzo – dice Bachtin – possiamo entrare noi stessi», questo anche nel fotoromanzo? A leggere i due flaneurs, pare di sì. Il fotoromanzo è specchio dei bisogni e delle tensioni sociali a cui si limita la rifrazione ideologica dell’immaginario, ma anche, a volte, anticipa tendenze e nuovi linguaggi artistici.

«E insisto su questo punto, se volete, amici miei, perché è un punto a nostro favore: ridurre il fotoromanzo a una lista, più o meno cronologicamente ordinata, finirà per canonizzarlo e silenziarlo, come è capitato a tanti generi culturali, mentre il nostro modesto tentativo, affidato a questa passeggiata-chiacchierata, cerca di farlo parlare per più sobrie ma significative entrées en matière, via degli esempi che non vogliono certo dirsi e darsi come exempla monolitici ma come una serie di input derivanti dall’atteggiamento di quel materiale e quell’immaginario che ci ritroviamo letteralmente e visivamente a frequentare». (pag.62-63)

Il saggio si occupa di ogni specie di fotoromanzo (d’amore, erotico ecc), inteso come sistema di segni (parole e immagini) che si combinano in modo vario secondo determinate leggi e che comunicano un messaggio; di questo i due flaneurs colgono i valori ideologici e sociali all’interno di processi comunicativi tipici di una cultura popolare.

Inoltre, i nostri flaneurs procedono alla ricognizione dei vari codici inclusi l’uno nell’altro: dal fotoromanzo al cinema.

Tutto quello che non avreste mai voluto leggere – o rileggere – sul fotoromanzo è un divertimento discorsivo che richiama il lettore alla funzione festosa e ricreativa dell’incontro intellettuale.

f.s.

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