Ludovico Ariosto, in Il contributo italiano alla storia del pensiero.

Ludovico Ariosto, in Il contributo italiano alla storia del pensiero. Letteratura, diretta da Giulio Ferroni, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, Roma 2018, pp. 132-142.

In un’epoca sempre più segnata da una crisi politica e culturale italiana ed europea, Ariosto seppe trasfondere la propria lucida indagine delle dinamiche umane, sociali e civili in opere la cui perfezione formale e il cui mondo finzionale e fantastico non rappresentano dimensioni fini a sé stesse, ma piuttosto strutture nuove e moderne, capaci di veicolare costantemente lo sguardo sulla realtà. L’Orlando furioso, il suo capolavoro, ispirando in tutta Europa non soltanto la creazione di nuove opere ma anche riflessioni e scoperte critiche, teoriche ed estetiche, ha contribuito in modo sostanziale al cammino verso la modernità.

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Convegno “Forme e conseguenze della censura nel testo letterario”

Call for papers, scadenza 19 febbraio 2022

I dottorandi di Lingue dell’Università di Pavia organizzano il convegno Forme e conseguenze della censura nel testo letterario, previsto nei giorni 25-26 maggio 2022.

Gli interessati possono proporre un intervento inedito e originale, della durata massima di 20 minuti, che potrà essere presentato in italiano o in inglese.

La candidatura è aperta a dottorandi, post doc e giovani ricercatori, le cui proposte dovranno essere trasmesse entro e non oltre il 19 febbraio 2022.

Per ulteriori dettagli, visita il sito o scarica la call

UGO OJETTI, “Alla scoperta dei letterati” (ENRICO PANZACCHI)

UGO OJETTI, Alla scoperta dei letterati. Colloquii con Carducci, Panzacchi, Fogazzaro, Lioy, Verga, Praga, De Roberto, Cantù, Butti, De Amicis, Pascoli, Marradi, Antona-Traversi, Martini, Capuana, Pascarella, Bonghi, Graf, Scarfoglio, Serao, Colautti, Bracco, Gallina, Giacosa, Oliva, D’Annunzio, Fratelli bocca editore, Milano, 1899

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ENRICO PANZACCHI.

Bologna, agosto del ’94.

Enrico Panzacchi è l’uomo più simpatico di tutta Bologna. Arguto e gioviale, parlatore e discutitore cortese e convincente, entusiasta come un poeta ma talvolta sottile come un critico, egli riassume le qualità dell’ideal tipo bolognese; anzi dirò che molti hanno plasmato quel tipo a imagine e similitudine di lui così che egli a Bologna appare come il solo bolognese autentico.

Ieri mattina, male sfuggendo sotto i portici, l’afa imminente, giunsi alla Accademia di belle arti dove egli dirige la famosa Pinacoteca e insegna Estetica.

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“Matelda, personaggio narrativo” di Alberto Casadei

In questo articolo si analizza la funzione narrativa di Matelda, notando innanzitutto la varietà dei suoi ruoli negli ultimi canti del Purgatorio. Si sottolinea che difficilmente Dante poteva pensare a un personaggio storico, mentre è probabile che questo personaggio funga anche da intermediaria con Beatrice. Una specifica attenzione è riservata alle interpretazioni di alcuni singoli versi problematici.

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Articoli e saggi di Giuseppe Panella [In memoria]

Di seguito l’elenco delle pubblicazioni del prof. Giuseppe Panella su RETROGUARDIA

 

Giuseppe Panella

(1955-2019)

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“D’Annunzio tra Lombroso, Ribot e Dostoevskij. L’esperimento del Giovanni Episcopo”. Saggio di Manuele Marinoni

D’Annunzio tra Lombroso, Ribot e Dostoevskij. L’esperimento del Giovanni Episcopo

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di Manuele Marinoni* (Università degli studi di Firenze)

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Raggiunta la fama internazionale, divenuto ormai maestro indiscusso dell’antropologia criminale, Cesare Lombroso si chiedeva, al tramontare del secolo, quali fossero le ragioni per cui «il vero si accetta dai romanzieri e non dagli scienziati»1. Lo studioso era in tal senso conscio della diffusione di un genere allora di grande successo, quello che Carlo Dossi circoscriveva nelle formule del «romanzo criminale» e della «cronaca ergastolina». E che, dai protocolli della nuova disciplina scientifica, addirittura Dante venisse dichiarato epilettico, e che a Cristo venissero diagnosticate «allucinazioni acustiche», sono argomenti che non devono certo stupire, ripensando l’estatica fascinazione che il teatro dei nervi offriva alle più inquiete e acute sensibilità della cosiddetta fin-de-siècle. Sono la rêverie dell’allucinazione, l’attenzione per un formulario dell’eccesso e del periferico della coscienza, l’interesse per le zone umbratili della psiche – in sintesi la retorica del delirio, per dirla con Juan Rigoli2 – a rinfocolare i palinsesti narrativi di una letteratura tanto aperta quanto disposta a polemizzare con tensioni e proposte scientifiche coeve, specie quelle radicate nel bisogno di osservare e analizzare il comportamento individuale e collettivo dei campioni sociali.

Dai registri criminologici proveniva così una casistica di fenomeni comportamentali, individuali e collettivi di fondamentale importanza per la metamorfosi del personaggio di romanzo di quel periodo. E se da un lato le nuove prassi scientifiche garantivano puntuali prospetti comportamentali, tra allucinazioni, dissociazioni, alienazioni, vagabondaggi patologici, riduzioni del senso morale, e quant’altro, dall’altro sovvenivano dettagliate ispezioni interiori dalla più moderna e agguerrita narrativa russa, accolta anzitutto in terra di Francia, a corroborare il costituirsi di una ricchissima letteratura della degenerazione3.

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UGO OJETTI, “Alla scoperta dei letterati”. (GIOSUE CARDUCCI)

UGO OJETTI, Alla scoperta dei letterati. Colloquii con Carducci, Panzacchi, Fogazzaro, Lioy, Verga, Praga, De Roberto, Cantù, Butti, De Amicis, Pascoli, Marradi, Antona-Traversi, Martini, Capuana, Pascarella, Bonghi, Graf, Scarfoglio, Serao, Colautti, Bracco, Gallina, Giacosa, Oliva, D’Annunzio, Fratelli bocca editore, Milano, 1899

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GIOSUE CARDUCCI.

Bologna, agosto del ’94.

Fin dal bel principio purghiamo dalle ortiche il campo dove la grande rovere si innalza. Letterati e pubblico di tutta Italia, ancora memori d’altri tempi, credono che Bologna sia l’Atene italiana, il centro illuminante, l’essenza quinta del profumo poetico nostro.

Otto e anche dieci anni fa ogni più bel tropo sarebbe stato giustificato. Le pubblicazioni letterarie di Nicola Zanichelli furono iniziate nel 1874 coi Funeralia del Panzacchi; e, verso quel tempo, lo stesso Panzacchi, in una sala dell’Archiginnasio, per una conferenza presentò al pubblico bolognese tra molto plauso Enotrio Romano, quasi annunciando habemus ponteficem. Infatti nel 1876 lo Zanichelli pubblicò le Nuove poesie del Carducci. Poi nel 1877 i Postuma dello Stecchetti (e fu il primo elzevir di quell’editore) mossero tanto romore di fama intorno all’autore, allo Zanichelli ed a Bologna intellettuale che la cosi detta chiesuola apparve formata.

Da allora intorno ai tre, Giosuè Carducci, Olindo Guerrini, Enrico Panzacchi, e imitatori e ammiratori, e amici e nemici vicini e lontani convergettero; e l’ultima raccolta fu quella che intorno al Carducci riunì i migliori e più giovani discepoli suoi. Guido Mazzoni, Severino Ferrari, Giovanni Pascoli, Giovanni Marradi, Corrado Ricci e qualche altro. Il Carducci o per via o in campagna o in casa d’amici o dallo Zanichelli o al caffè ammaestrava, leggeva, criticava, addestrava tutti quelli ottimi con amore di padre e di maestro.

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“Guerra di trincea” di Milo De Angelis (podcast)

Voci, rubrica di poesia “partecipata” a cura di Francesco Sasso su “La poesia e lo spirito”.

Leggere e condividere poesie in rete è molto bello. Questa nuova rubrica è aperta a tutti gli appassionati della poesia. 

Cosa cerchiamo? Noi cerchiamo la poesia. Potete quindi segnalare via email il vostro spazio poetico in rete o copiare/incollare una vostra poesia. Noi scegliamo e rilanciamo la poesia su queste pagine e in podcast. (f.s.)

Lettura di Francesco Sasso da “Guerra di trincea” di Milo De Angelis in Incontri e agguati (Mondadori, 2015)


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