Le coordinate dell’allegorismo di Dante sono ormai state sondate da molte angolature e sistematicamente. Grazie, in generale, ai lavori di Henri-Marie De Lubace Étienne Gilson, e in particolare a quelli di Erich Auerbach, Charles S. Singleton, Jean Pépin, possiamo affermare che sono chiare le caratteristiche degli usi prettamente allegorici (in verbis o in factis), di quello tipologico o figurale, nonché dell’allegoresi praticata già dai primi commentatori.