Lucette & Céline

Lucette & Céline

J’ai toujours dormi ainsi dans le bruit atroce depuis décembre 14.

J’ai attrapé la guerre dans ma tête. Elle est enfermée dans ma tête.

(Louis-Ferdinand Céline, Guerre, 2022)


di Stefano Lanuzza 

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Dopo il libro di Sandra Vanbremeersch, La Dame couchée (2021), tradotto in Italia nel 2022 da Marta Morazzoni col titolo di Buongiorno, madame Céline, seguono in Francia la seconda edizione (2022) di Madame Céline, autore David Alliot, e Guerre (2022) di Louis-Ferdinand Céline.

Il primo libro e il secondo riguardano la vedova di Céline, Lucette Almanzor; il terzo, uscito il 5 maggio 2022 in 80mila copie chez Gallimard (che lo presenta come “pezzo capitale nell’opera dello scrittore”), è un inedito ritrovato: un testo che, in mancanza di dati filologici convincenti, potrebbe adombrare un romanzo a parte, elaborato, forse, nel 1934; oppure, più verosimilmente, costituire uno stralcio del Voyage au bout de la nuit (1932) finito nelle mani del giornalista Jean-Pierre Thibaudat e rimasto inedito per molti anni… Più probabilmente – asserisce Pierluigi Pellini –, “Guerre è un abbozzo scartato del Voyage, scritto fra il ’30 e il ’31[…]. Dev’essere stato espunto dall’autore per la sua oltranza pornografica” (“Alias/il manifesto”, 26 giugno 2022).

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Il wu wei della poesia contro le guerre n.24: Edoardo Cacciatore, da “Altri Graduali”. Lettura di Fabiola Filardo

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Edoardo Cacciatore, da “Altri Graduali”. Lettura di Fabiola Filardo


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Il wu wei della poesia contro le guerre n.23: Antonella Doria, “Narra poesia”. Lettura di Fabiola Filardo

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Antonella Doria, “Narra poesia”. Lettura di Fabiola Filardo


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Essere un altro, nei sogni di altri

Essere un altro, nei sogni di altri


di Gustavo Micheletti

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Nell’introduzione a Lo specchio che fugge, il volume di racconti di Giovanni Papini pubblicato in traduzione italiana ne La biblioteca di Babele, la storica collana di Franco Maria Ricci curata dallo stesso Borges, quest’ultimo spiega le ragioni della sua ammirazione per uno degli autori che, insieme a Dante e a Croce, lo indusse a imparare l’italiano e che oggi è spesso relegato, anche in molti manuali liceali, entro desolanti spazi marginali.

A somiglianza di Poe, che senza dubbio fu uno dei suoi maestri, Giovanni Papini non vuole che i suoi racconti fantastici appaiano reali. Il lettore sente dall’inizio l’irrealtà dell’ambito di ciascuno. Ho citato Poe; – continua Borges – potremmo aggiungere che questa tradizione è quella dei romantici tedeschi e delle Mille e una Notte. Questa convinzione di irrealtà corrisponde a ciò che sappiamo del suo destino, sempre insidiato dall’agguato dell’incubo, che inesorabilmente lo accerchiò negli ultimi anni”.

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Il wu wei della poesia contro le guerre n.22: Nat Scammacca, “L’io nel noi”. Lettura di Fabiola Filardo

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Nat Scammacca, “L’io nel noi”. Lettura di Fabiola Filardo


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Il wu wei della poesia contro le guerre n.21: Francesco Vinci, “La poesia fa male”. Lettura di Fabiola Filardo

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Francesco Vinci, “La poesia fa male”. Lettura di Fabiola Filardo


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Echi di guerra

Echi di guerra

A Mario Quattrucci (1936-2022), scrittore


di Stefano Lanuzza 

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Leggi anche I “Piani” del sofo e dello zar

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L’invasione illegale russa è una violazione dell’Articolo 2, paragrafo 4, della Carta delle Nazioni Unite, che vieta la minaccia o l’uso della forza contro l’integrità territoriale di un altro Stato.

Gli uomini sono mistici della morte dei quali bisogna diffidare. […] Hitler non rappresenta l’apice, ne vedremo di più epilettici […]. L’unanime sadismo attuale muove innanzi tutto da un desiderio del nulla profondamente radicato nell’Uomo e soprattutto nelle masse di uomini, una specie di impazienza amorosa, più o meno irresistibile, unanime, di morire. […] Come distrazione ci sarà lasciato soltanto l’istinto di distruzione” (Louis-Ferdinand Céline, Omaggio a Zola, 1933).

La cartolina qui / mi dice terra terra / di andare a far la guerra / quest’altro lunedì. / Ma io non sono qui, / egregio presidente, /
per ammazzar la gente / più o meno come me. / […] / Per cui se servirà / del sangue ad ogni costo, / andate a dare il vostro / se vi divertirà” (Boris Vian, Le Déserteur, 1956).

Quando la violenza irrompe nella pacifica vita degli uomini, il suo volto arde di tracotanza ed essa porta scritto sul suo stendardo e grida: ‘IO SONO LA VIOLENZA! Via, fate largo o vi schiaccio!’. Ma la violenza invecchia presto, […] e per reggersi, per salvare la faccia, si allea immancabilmente con la menzogna. Infatti la violenza non ha altro dietro cui coprirsi se non la menzogna, e la menzogna non può reggersi se non con la violenza” (Aleksandr Solženicyn, Vivere senza menzogna, 12 febbraio 1974).

Non c’è niente di nobile nell’usare le armi e le arti della guerra per appropriarsi della terra altrui” (Morihei Ueshiba, L’arte della pace, 1992).

talpa cieca / duce di blatte / il mondo prega / che tu / schiatti. / Innaffia di sangue la sorella / la terra del mio cuore. / Si dilapida la Russia spargendo i suoi semi: / denti marci di drago” (Vera Pavlova, Versi del tempo di guerra, in Voci russe contro la guerra, Università di Torino, 2022).

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Il wu wei della poesia contro le guerre n.20: Filippo Tommaso Marinetti, “Bombardamento di Adrianopoli”. Libera interpretazione di Massimo Graffeo

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Filippo Tommaso Marinetti, “Bombardamento di Adrianopoli”. Libera interpretazione di Massimo Graffeo


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In balia di Dante e Pinocchio

Stefano Jossa e Luciano Curreri, In balìa di Dante e Pinocchio. Seguito da: Il viaggio di Pinocchio nell’aldilà dantesco di Bettino d’Aloja, Ediz. illustrata da Fabio Magnasciutti, Mauvais Livres, 2022, 4 voll., 180 pp., € 35,00


di Luigi Preziosi

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Esce presso la giovane e coraggiosa editrice Mauvais livres un pregevole cofanetto, composto di quattro piccoli libri il cui insieme viene sintetizzato nel titolo In balia di Dante e Pinocchio. Al più corposo dei quattro hanno posto mano Stefano Jossa, docente all’Università di Palermo, a cui si deve la prefazione A braccetto, e Luciano Curreri, ordinario di Lingua e letteratura italiane presso l’Università di Liegi, autore della postfazione Un’altra idea di Dante a partire da Pinocchio?

La particolarità di questa edizione consiste nell’affiancare ai due saggi i tre albi, Pinocchio all’inferno, Pinocchio nel Purgatorio, Pinocchio nel Paradiso, che compongono Il viaggio di Pinocchio nell’aldilà dantesco di Bettino D’Aloja, originariamente uscito negli anni Venti presso la casa editrice fiorentina Nerbini. Questo particolare assemblaggio consiglia agli autori la gustosa nota finale, in cui si insiste sul carattere “dadaista” del libro, “perché vorrebbe essere per ragazzi, per adulti, per accademici, per amanti del pop, per innamorati di Dante, Pinocchio e dell’Italia, per curiosi e per oppositori,… perché potete farne quello che volete: scorporarlo in due, o anche in quattro libri, godervi le illustrazioni… e ignorare il testo in tutto o in parte (di chiunque), o viceversa, fare entrambe le cose in tutte le combinazioni possibili….”.

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Il wu wei della poesia contro le guerre n.19: Rosalia Silvia, “Guerre”. Lettura di Fabiola Filardo

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Rosalia Silvia, “Guerre”. Lettura di Fabiola Filardo


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Daniela Baroncini, “Pascoli e la vertigine del nulla”

Daniela Baroncini, Pascoli e la vertigine del nulla, Bologna, Pàtron, 2022, pp.168, € 20,00

di Manuele Marinoni (Università degli studi di Firenze)

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In un foglio manoscritto, conservato nell’Archivio di Castelvecchio, nel Cartone LXXIII, busta 1, a suo tempo descritto e catalogato da Giuseppe Nava nell’edizione critica di Myricae (1974) leggiamo due versi di Giovanni Pascoli assai significativi: «E tutto è morto e piango io solo avanti il nulla» e «È vano ch’io gridi, vano/ tutto. E questo è un deserto, di viventi vuoto». Facile rimandare a Leopardi; meno scontato il nome di Beckett a suo tempo pronunciato da Giuseppe Leonelli. In ogni caso, in questi due versi sono presenti due parole-tema che non è solito associare alla poesia pascoliana: «vano/ tutto»; «nulla»; «deserto» e «vuoto». Se pensiamo invece al Novecento sono infiniti i nomi da appellare per tale preciso bagaglio semantico: da Ungaretti a Caproni, da Montale a Sereni, poi giù sino a Cattafi, Viviani, e tanti altri. Si tratta, in sostanza, del macrotema del “nulla”, che non è sempre stato propriamente al centro dell’attenzione negli studi dedicati al Pascoli.

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Il wu wei della poesia contro le guerre n.18: Primo Levi, “Se questo è un uomo”

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Primo Levi, “Se questo è un uomo”. Lettura di Fabiola Filardo


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ARTHUR GORDON PYM: UN ALTRO LIBRO PARALLELO? Un esperimento a puntate stagionali

ARTHUR GORDON PYM: UN ALTRO LIBRO PARALLELO?

Un esperimento a puntate stagionali

[estate 2022: bozza di un supposto primo capitolo (I) corrispondente alla «Preface» di A. Gordon Pym di E. A. Poe]

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di Luciano Curreri* (ULIEGE, TRAVERSES, CIPA)

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I

Prefazione

Sono «tornato» a confrontarmi con la letteratura americana ottocentesca «alcuni mesi or sono, dopo un’incredibile serie» (RC, p. 3)1 di letture delle collodiane Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino (1881 e 1883) e, ancor più, dei loro infiniti dintorni, cioè di quell’«altrove», di quei «mari del Sud» (ibid.), che sanno anche essere le “pinocchiate”, i testi che ne discendono in diverse forme narrative (salgariane…) e saggistiche (e non solo) lungo tutto il Novecento, e già dalla fine del XIX secolo e sino ai primi decenni del Duemila2.

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