Il wu wei della poesia contro le guerre n.39: Jacques Prévert, “Il discorso sulla pace”. Lettura di Fabiola Filardo

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Jacques Prévert, “Il discorso sulla pace”. Lettura di Fabiola Filardo.


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UGO OJETTI, “Alla scoperta dei letterati” (CESARE CANTÙ)

UGO OJETTI, Alla scoperta dei letterati. Colloquii con Carducci, Panzacchi, Fogazzaro, Lioy, Verga, Praga, De Roberto, Cantù, Butti, De Amicis, Pascoli, Marradi, Antona-Traversi, Martini, Capuana, Pascarella, Bonghi, Graf, Scarfoglio, Serao, Colautti, Bracco, Gallina, Giacosa, Oliva, D’Annunzio, Fratelli Bocca editore, Milano, 1899

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CESARE CANTÙ.

Milano, agosto del ’94.1

Quando giunsi a Milano e domandai a qualche collega notizie di Cesare Cantù, nessuno me ne seppe dir nulla. Un editore (gli editori han fama di conoscere punto a punto il movimento letterario) mi rispose seriamente:

— Ma Cantù non è morto?

E pazientemente dovetti, innanzi tutto, scoprire l’indirizzo di lui. Poi, quando ebbi saputo che egli abitava in via Morigi, dovetti immaginare il miglior modo per penetrare fino a lui.

Per due giorni, alla sua porta, una domestica mi rispose che egli era in letto e, fino a nuovo ordine del suo medico, non si sarebbe alzato.

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Il wu wei della poesia contro le guerre n.38: Gianni Diecidue, “Quando verrà una nuova generazione”. Lettura di Fabiola Filardo

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Gianni Diecidue, “Quando verrà una nuova generazione”. Lettura di Fabiola Filardo.


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Poesia giapponese contemporanea DALLA GRANDE TRADIZIONE CLASSICA ALLA SPERIMENTAZIONE DELLA LINGUA PARLATA

di Massimo Giannotta e Tatsuo Uemon Ikeda

Poesia giapponese contemporanea DALLA GRANDE TRADIZIONE CLASSICA ALLA SPERIMENTAZIONE DELLA LINGUA PARLATA Una panoramica sull’ambiente letterario nipponico in cui è assai reputata la scrittura in versi che dopo secoli di forme tradizionali fondate sul vecchio codice sillabico, ha conosciuto un rinnovamento nel dopoguerra basato su un diverso sistema di notazione scritta. Oggi le tendenze moderniste hanno contaminato linguisticamente anche gli ‘haiku’ e i ‘tanka’ provocando non poche polemiche. In appendice una sintetica antologia su alcuni tra i più significativi protagonisti dell’attuale scena poetica del Giappone: Yukitsuna Sasaki, Yasuta Kemari, Tawari Machi, Momoko Kuroda, Nenten Tsubouchi, Naoko Yamazaki, Shuntaro Tanikawa, Masayo Koike. di Massimo Giannotta e Tatsuo Uemon Ikeda

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In “Via memoriæ / Via crucis”, il “tra” di Marco Palladini

Marco Palladini, Via memoriæ / Via crucis, Gattomerlino, 2022, pp.74, €15,00


di Antonino Contiliano

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In “Via memoriæ / Via crucis”

il “tradi Marco Palladini

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Via memoriæ / Via crucis” è il titolo della nuova pubblicazione poetica (Gattomerlino, 2022) di Marco Palladini (la prefazione è curata da Francesco Perozzi). Il libro porta anche il sottotitolo “tra il poetico e il politico”. Una specificazione (s.n.) piuttosto significativa: suggerisce infatti un certo rapporto tra “poetico” e “politico”. Un rapporto che ci permette di rilevare sia una inscindibile connessione liminale tra le due pratiche politiche (c’è una politicità della letteratura, dell’arte e della poesia), sia il diverso e conflittuale regime di senso cui rinviano nel momento stesso in cui si adoperano per riflettere lo stesso rapporto parole-cose. Vero è infatti che la politicità della poesia è altra cosa rispetto alla politicità del “politico”. Se il politico, qui, è inteso come potere, o come adesione di un militante ad un partito specifico e alle sue regole, o a una visione teorica data e alle pratiche di regime stabilite è scelta che non tocca i testi di questa nuova raccolta di Palladini. La politicità della poesia gioca infatti sulla sospensione del preordinato e univoco rapporto segni-cose-espressioni delle cose e del significato loro ordinato; diversamente, spinge a vedere e a leggere l’intreccio come dei sintomi da decifrare e collegare come un insieme particolare di spinte e controspinte. Infatti ci si trova nel mondo che sulle cose e sui corpi lascia dei segni che avviano a una significazione mobile (non pacifica) tra le parole, le cose significate e le azioni possibili. Il rapporto di assenso o di dissenso tra la ragione e le volontà degli agenti, coinvolti nella significazione, non è più né obbligato né gerarchico come nel quadro del modello della “rappresentazione” classica; quella che fissava modi di espressione-comunicazione e posizioni socio-politiche preordinati. È il conflitto. Il conflitto che le parole innescano in itinere quando dalla muta figura della scrittura si passa alla lettura dinamica dei nessi che il chiunque è chiamato a fare per guardare le posizioni e, nel contesto di una società e di un’epoca storica, interpretare-trasformare i regimi d’ordine dicibile-visibile dominanti. È il conflitto (il disaccordo e il malinteso) – direbbe Jacques Rancière – dei “senza parte” che, discordando, nella processualità degli eventi (circostanze e contingenze) costruiscono nuovi oggetti e nuovi soggetti che richiedono condotte e comportamenti altri.

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Il wu wei della poesia contro le guerre n.37: Francesco Muzzioli, “Leporebomba”. Lettura di Fabiola Filardo

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Francesco Muzzioli, “Leporebomba”. Lettura di Fabiola Filardo


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Stefano Lanuzza, “Senza meta. Biblioteca degli erranti”

Stefano Lanuzza, Senza meta. Biblioteca degli erranti, Arsenio Edizioni, 2022, pp.322, € 25,00


di Ernestina Pellegrini (Università di Firenze), “Antologia Vieusseux”

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Clip del libro su RetroguardiaTV

La bibliografia delle opere di Stefano Lanuzza (critico militante, saggista, poeta, artista figurativo) è imponente, e si farebbe fatica a farne un regesto completo, a cominciare da Alberto Savinio (1979) a Senza Storia. ‘900 e contemporanei della letteratura italiana (2021) e fino al recente Senza meta. Biblioteca degli erranti (Arsenio Edizioni, 2022, pp.322, € 25,00) – solo per stabilire dei limiti, ricordando il primo testo con cui l’ho conosciuto e l’ultimo che ho letto integralmente; anche se mi sono arrivati sul tavolo, negli ultimi mesi, altri suoi libri molto interessanti: Una tragica giovinezza. Il Rosso e il Nero di Stendhal (2022), che è una rilettura attenta ed empatica del capolavoro del romanziere francese di cui Sciascia disse “Non è mai stato anziano, né mai lo saranno i suoi lettori”.

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Il wu wei della poesia contro le guerre n.36: Emilio Piccolo, “Ce n’è abbastanza per questa notte d’autunno”. Lettura di Fabiola Filardo

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Emilio Piccolo, “Ce n’è abbastanza per questa notte d’autunno”


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Per Mario Grasso … un poeta andato via

Inaspettata e dolorosa la tua morte, amico Mario Grasso. Oggi il tuo funerale si svolgerà a Catania. Gli eventi della vita e del tempo sono sempre in eccesso, e l’eccesso in quanto tale non ha riguardi. Ma non per questo non ferisce. Da pochi giorni ci eravamo sentiti a viva voce parlando di poesia e progetti. Ora – tu poeta, scrittore, giornalista e critico di gusto e punto di riferimento non comune (dentro e fuori Sicilia) – io e altri ancora continueremo a parlare con i tuoi lasciti: i tuoi scritti e i depositi “muquenti” che lasciasti a testamento poetico, e non solo. Del resto, come ultimo saluto, cosa dirti se non che i poeti come te non possono lasciare la storia solo agli scavi dell’archeologia e/o alle immagini senza immaginazione e rivoluzione. I poeti non possono morire!

Antonino Contiliano

Marsala, 4 ottobre 2022

SPECIALE GUIDO MORSELLI: “Come il protagonista di Dissipatio H.G.”. Morselli lettore di Dante – «PANGEA»

[RASSEGNA STAMPA SU GUIDO MORSELLI, a cura di Francesco Sasso]


di Linda Terziroli

[…] C’è quindi qualcosa di misterioso che va oltre gli aspetti filologici e letterari quando ti capita di imbatterti (e di visitare) la sua biblioteca privata. Nel caso dello scrittore Guido Morselli, “uno scrittore senza destinatario” secondo la lapidaria definizione di Francesco Olivari, c’è la possibilità di studiare i libri che lui aveva studiato, in un gioco eterno e meraviglioso di rimandi, postille, sottolineature e di leggere il suo Diario, nella selezione operata dalla pubblicazione Adelphi nell’edizione del 1988. Questo spirito ha animato i viaggi, forse sarebbero da chiamare pellegrinaggi varesini, del professor Fabio Pierangeli, ordinario di Letteratura italiana presso l’Università degli Studi di “Tor Vergata”, un fervido appassionato di Guido Morselli da moltissimi anni. Pierangeli che ha indagato le letture morselliane ha appena dato alle stampe Dante a margine e le interrogazioni di Guido Morselli (Mimesis), un libro come lente d’ingrandimento, come immersione nello studio di Morselli attraverso le diverse edizioni della Commedia dantesca e della Vita Nuova, grazie ai commenti sintetici dello scrittore riportati in fogli di varia dimensione, conservati dentro ai volumi stessi e mai studiati fino ad oggi […].

Leggi l’articolo e l’intervista a Fabio Pierangeli su «Pangea»

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Leggi tutti i numeri di 

Primo Levi, “Storie naturali” (ed.2022). Prefazione di Martina Mengoni e Domenico Scarpa

Storie naturali uscì per la prima volta da Einaudi nel settembre del 1966. L’autore era Primo Levi, ma sulla sovracoperta e in frontespizio c’era uno pseudonimo, Damiano Malabaila. Riproporre oggi questi quindici racconti sotto il nome di Primo Levi è un gesto di buon augurio, sia per la collana «Letture» sia per chi li aveva scritti a suo tempo: si festeggia il numero 100 della collezione con un’opera poco conosciuta di un autore conosciuto in tutto il mondo. In una collana di classici contemporanei si offre per questa volta qualcosa che nelle collane di classici per definizione non trova posto: l’esordio di un autore ignoto.

Oggi e per Primo Levi, la raccolta Storie naturali è come un nuovo debutto. Di sicuro alla stregua di un debutto lui la sentì quando nel 1966 ne propose a Einaudi la pubblicazione: si trattava della sua prima opera di finzione, e per un autore come lui l’azzardo era doppio. In quel momento, infatti, Levi era autore di due libri, Se questo è un uomo, la cui versione definitiva era uscita nel 1958, e La tregua, del 1963. Tutti e due erano usciti da Einaudi e tutti e due riguardavano Auschwitz: due libri avventurosi in maniere diverse, così come erano avventurose – ma in una chiave ancora differente – le storie d’invenzione che Levi cominciò a scrivere o a progettare subito. La prima, I mnemagoghi, uscì già nel 1948.

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Il wu wei della poesia contro le guerre n.35: Oronzo Liuzzi, “Un giorno adesso”. Lettura di Fabiola Filardo

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Oronzo Liuzzi, “Un giorno adesso”. Lettura di Fabiola Filardo


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