Storie naturali uscì per la prima volta da Einaudi nel settembre del 1966. L’autore era Primo Levi, ma sulla sovracoperta e in frontespizio c’era uno pseudonimo, Damiano Malabaila. Riproporre oggi questi quindici racconti sotto il nome di Primo Levi è un gesto di buon augurio, sia per la collana «Letture» sia per chi li aveva scritti a suo tempo: si festeggia il numero 100 della collezione con un’opera poco conosciuta di un autore conosciuto in tutto il mondo. In una collana di classici contemporanei si offre per questa volta qualcosa che nelle collane di classici per definizione non trova posto: l’esordio di un autore ignoto.
Oggi e per Primo Levi, la raccolta Storie naturali è come un nuovo debutto. Di sicuro alla stregua di un debutto lui la sentì quando nel 1966 ne propose a Einaudi la pubblicazione: si trattava della sua prima opera di finzione, e per un autore come lui l’azzardo era doppio. In quel momento, infatti, Levi era autore di due libri, Se questo è un uomo, la cui versione definitiva era uscita nel 1958, e La tregua, del 1963. Tutti e due erano usciti da Einaudi e tutti e due riguardavano Auschwitz: due libri avventurosi in maniere diverse, così come erano avventurose – ma in una chiave ancora differente – le storie d’invenzione che Levi cominciò a scrivere o a progettare subito. La prima, I mnemagoghi, uscì già nel 1948.