Contro la solitudine e sterilità delle creature

Considerazioni (relativamente) sparse e disseminate a partire da Simona Micali, Creature. La costruzione dell’immaginario postumano tra mutanti, alieni, esseri artificiali, Milano, Shake («cyberpunkline»), 2022, 256 pp.


QUASI UN TENTATIVO DI RECENSIONE.

di Luciano Curreri (ULiège, Traverses, Cipa)

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A chi milita nella terza schiera.

Di questo coraggioso, denso e intelligente volume esisteva già una versione inglese, et pour cause. In certi paesi anglofoni, o di cultura anglofona, muovendosi tra più dispiegate e meno separate distese di arte, letteratura e cinema (e non solo) e ispirandosi all’antropologia, alla psicologia e alla psicanalisi, alla sociologia e alla sociopolitica e alle scienze e alle rivoluzioni scientifiche tutte (almeno da Copernico a quel Darwin che è un vero filo rosso del saggio, con una decina di citazioni significative dall’inizio alla fine dello stesso), i critici della cultura e gli storici delle idee e dell’immaginario hanno sdoganato e legittimato da tempo questa tipologia di studi.

Qui da noi, in Italia, tali studi vanno ancora, in qualche modo, ‘giustificati’ e soprattutto quando entrano in Accademia, cioè all’Università; e in genere, come è noto, sono stati e sono rilegati, in fanzine anche e ormai storiche come «Yorick Fantasy Magazine», a cura di Massimo Tassi, che quest’anno festeggia 35 anni di vita – 1987-2022 – o in riviste di «letteratura popolare» come «Ilcorsaronero», che in circa 18 anni ha fatto uscire 33 numeri. E sono solo due esempi cui sono affezionato. Restano poi le iniziative di singoli, come quelle promosse e talora insieme curate, tra fantastico e fantascienza (e per la protofantascienza passando), da, soltanto per fare un altro paio di esempi, Fabrizio Foni e Claudio Gallo, mal recensite da chi in Accademia si è posto da sé a una specie di salvaguardia del Canone, con la C maiuscola; quel Canone che in tal caso in particolare ma anche in tanti altri è una sorta di Indice ‘laico’, encore que.

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Premio Letterario Nazionale “Ce.S.P.O.L.A”

Premio Letterario Nazionale “Ce.S.P.O.L.A”
Per la narrativa italiana edita (romanzo o silloge di racconto)

Il 16 dicembre 2022 nella prestigiosa Sede di Fondazione Sicilia, sala auditorium di Villa Zito a Palermo, è stata celebrata la cerimonia conclusiva del Premio Letterario Nazionale CeSPOLA 2022

Nel corso dell’evento, due ospiti hanno ricordato lo scrittore Mario Grasso: Antonino Contiliano (Poeta) e Alfonso Lo Cascio (Scrittore)

Qui su Facebook il video della serata

Il wu wei della poesia contro le guerre n.52: Gianmario Lucini, “Stalingrad”. Lettura di Fabiola Filardo

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Gianmario Lucini, “Stalingrad”. Lettura di Fabiola Filardo.


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Christian Bobin, la pioggia e la musica di Mozart

Christian Bobin, Mozart e la pioggia, Animamundi Edizioni, 2015, pp.52, € 10,00


di Gustavo Micheletti

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Lo scrittore francese Christian Bobin è venuto a mancare da poco più di un mese, esattamente il 24 novembre 2022. Era nato a Creusot, in Borgogna, il 24 Aprile 1951 e lì, nella sua casa di campagna, ha trascorso tutta la sua vita. Ci piace ricordarne qui l’opera parlando di un suo piccolo libro che trova in Mozart e nella pioggia il proprio saliente pretesto, l’occasione preziosa colta dall’autore per raccontare al lettore anche il proprio rapporto con la letteratura.

Quasi tutti i libri di Bobin sono “piccoli”, forse perché tutta la sua opera è attraversata da un desiderio di semplicità e di chiarezza, ovvero del tratto principale della musica di Mozart, le cui grandi arie fanno luccicare le note come le foglie di un albero “sotto la benedizione di una pioggia d’estate”. Quello della chiarezza è infatti per Bobin “il più bel dono che possiamo ricevere in questa vita tenebrosa”, ma non si tratta di un dono innocuo, perché talvolta può trafiggerci come un dardo fatale, può illuminarci o ferirci con la stessa disinvoltura, probabilmente perché tutto ciò che ci parla in modo chiaro della vita è anche un’agnizione della morte.

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Il wu wei della poesia contro le guerre n.51: Orazio, “Odi” (1.11) “Tu non chiedere”. Lettura di Fabiola Filardo

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Orazio, “Odi” (1.11) “Tu non chiedere”. Lettura di Fabiola Filardo.


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K M Anthru Foundation Literature Prize: Antonino Contiliano (Italy), Ivan Arguelles (United States) Rosa Jamali (Iran) shortlisted

Trivandrum: K M Anthru Foundation, Trivandrum , Kerala announced Antonino Contiliano (Italy), Ivan Arguelles (United States) and Rosa Jamali (Iran) as the Golden three litterateurs shortlisted for K M ANTHRU INTERNATIONAL LITERATURE PRIZE 2022 instituted in memory of Late K M Anthru, a prominent writer from Kerala. The jury chaired by Shajil Anthru (India), son of Late K M Anthru, who himself is a litterateur, Anna Maria Mickiewicz (UK) poet, writer, editor, translator, and publisher, Malgorzata Borzeszkowska (Poland) poet and contributing editor of Litterateur RW magazine and Nandita De nee Chatterjee (India) poet and columnist had a tough task to shortlist the Golden three. Jury Members acknowledge all nominations were equally valuable and commendable.

Qui la fonte

Glottopedia

Glottopedia is a freely editable encyclopedia for linguists by linguists that is currently being built up. It will contain dictionary articles on all technical terms of linguistics and is multilingual. In addition, there are survey articles, biographical articles and language articles, potentially on all linguists and all languages.

Glottopedia articles also exist in German, Spanish, Italian, French, Russian, Danish, Swedish, Chinese, Japanese, Norwegian (Nynorsk), and in the future hopefully also in many other languages.

Qui il sito

 

Narrativa ottocentesca di potere e matrimonio

Su Giuseppe Traina, Sguardi del potere e sguardi sul potere nell’Ottocento italiano. Studi su Bini, Collodi, De Amicis, Valera, Cena, Soveria Mannelli, Rubbettino («Filologia e critica letteraria»), 2021, 136 pp., e Fabio Danelon, Il nodo, il nido. Il romanzo matrimoniale dopo l’Unità d’Italia, Venezia, Marsilio («Saggi»), 2022, 202 pp.


DUE RECENSIONI IN UNA, ET POUR CAUSE.

di Luciano Curreri (ULiège, Traverses, Cipa)

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Due bei libri di critica letteraria, uno sul potere, l’altro sul matrimonio. Entrambi dedicati all’Ottocento italiano. Il primo raccoglie studi su Bini, Collodi, De Amicis, Valera, Cena, il secondo su Imbriani e Fogazzaro. Entrambi fanno tappa su Foucault e l’Histoire de la sexualité, vol. 1, La volonté de savoir (1976). Giuseppe Traina in maniera leggermente più distesa e poi pure ‘debitrice’ del vicino Surveiller et punir. Naissance de la prison (1975), Fabio Danelon solo un paio di volte ma in modo davvero significativo. Due risultati utili: (1) un Ottocento che ancora parla (e non poco) tra engagement e divertissement, in Traina con input da Sebastiano Timpanaro, Carlo Alberto Madrignani e Folco Portinari (richiamato anche da Danelon e sempre per i suoi ancora utili e simpatici affondi raccolti in Le parabole del reale, del 1976), in Danelon soprattutto a partire da Baldacci – ma c’è anche Giorgio Bárberi Squarotti, presente pure in Traina insieme ad altri nomi della nostrana e migliore critica secondo-novecentesca, che giunge fino ai giorni nostri in e anche grazie a questi due nuovi libri (Alberto Asor Rosa, Giancarlo Mazzacurati, Franco Moretti, Rinaldo Rinaldi, Vittorio Spinazzola…); (2) quel Foucault – che più o meno di recente è stato spesso criticato – viene richiamato e usato in entrambi i contributi.

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Il wu wei della poesia contro le guerre n.50: William Ernest Henley, “Invictus”. Lettura di Fabiola Filardo

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

William Ernest Henley, “Invictus”. Lettura di Fabiola Filardo


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Alex Bardascino, Luciano Curreri, “Non di sola destra”. Nota introduttiva di Luciano Curreri

[E’ appena uscito per Rubbettino editore, Non di sola destra di Alex Bardascino e Luciano Curreri. Per gentile concessione dell’editore, presentiamo la nota introduttiva di Luciano Curreri (f.s.)]

Alex Bardascino, Luciano Curreri, Non di sola destra, Rubbettino Editore, 2022, pp.114, €12,00


Nota introduttiva di Luciano Curreri

La Repubblica e la Repubblica delle lettere del secondo dopoguerra hanno come minimo comun denominatore lantifascismo. Limpegno civile e letterario di questultima e vincente istanza plurale (che tiene insieme tutti i «n al fascismo, dai liberali ai comunisti, dai prigionieri ai partigiani) ha dato vita a una cultura che ha saputo esprimere momenti e pagine indimenticabili, che anche gli autori di questo librino hanno letto e in parte studiato, a volte insieme e pure di recente, con lidea di mettere a confronto due generazioni diverse di lettori, una risalente al 1966 (Luciano Curreri) e laltra al 1988 (Alex Bardascino)1.

Nella seconda metà del Novecento, non scompaiono tuttavia le narrazioni di destra. E nel nostro libro, se ne sono selezionate sei, di tali narrazioni, ottenendo una (non sporca) mezza dozzina di autori e testi che in circa 35 anni di vita repubblicana, tra il 1953 e il 1986, rivendicano, secondo modalità differenti, una certa adesione al fascismo e quanto meno un certo ritorno inquieto al Ventennio e alla Repubblica Sociale Italiana: ritorno generazionale e plurigenerazionale insieme (ma non senza fratture, fra, per esempio, i giovanissimi e convinti repubblichini di Mazzantini e quanto appare loro, nel secondo dopoguerra, come «“la teppaglia nera»2).

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Il wu wei della poesia contro le guerre n.49: Francisco Soriano, “Non porgere l’altra guancia tu”. Lettura di Fabiola

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Francisco Soriano, “Non porgere l’altra guancia tu”. Lettura di Fabiola


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Il wu wei della poesia contro le guerre n.48: Paolo Messina, “Versi pi la libirtà”. Lettura di Fabiola Filardo

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Paolo Messina, “Versi pi la libirtà”. Lettura di Fabiola Filardo.


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Le poesie “DISARMONICHE” di Antonino Contiliano

di Francesco Muzzioli

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Antonino Contiliano è un autore di un tipo assai raro al giorno d’oggi che unisce ad un perentorio impegno politico un altrettanto forte impegno sull’invenzione formale. La nuova raccolta, Sparse disarmoniche, da poco pubblicata per le edizioni Prova d’autore, conferma questa insolita sinergia. E ne dà conferma anche Marco Palladini, nella sua esauriente introduzione al libro, dove definisce Contiliano «un autore combattente e però eterodosso che combina un evidente post-brechtismo con un postmodernismo linguistico estrosamente sperimentale» (Per una poesia resistente e di contraddizione).
Gli è che l’esperienza dell’avanguardia (e in particolare dell’Antigruppo siciliano) non è passata invano, per cui la polemica vibrante nei riguardi di un mondo preoccupato principalmente nella buona salute degli affari e ormai ridotto a parlare per anglismi, acronimi e sigle varie si svolge mediante un linguaggio in continuo movimento, tra abbondanza plurilinguista di vocaboli stranieri e frasi latine, ribalzi sonori di rime e paronomasie, citazioni più o meno distorte, giochi verbali, ecc. Il tutto con un verso che varia di lunghezza, sostanzialmente libero, nel quale anche i residui endecasillabi, involontariamente formatisi, non sono più percepibili come tali.

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Il wu wei della poesia contro le guerre n.47: Marco Scalabrino, “Ultimi”. Lettura di Fabiola Filardo

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Marco Scalabrino, “Ultimi”. Lettura di Fabiola Filardo


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Lettura d’autore: da un incontro con Giorgio Manganelli

[Il numero 44 di “Riga” è dedicato al centenario della nascita di Giorgio Manganelli. I due curatori, Andrea Cortellessa e Marco Belpoliti, riaggiornano con nuovi e corposi materiali il numero già uscito nel 2006. E ci permettono di ospitare stralci di un incontro realizzato in università da Manganelli il 19 aprile 1986 su invito di Mario Costanzo Beccaria, docente di Storia della critica letteraria. Attenzione, non è il Manganelli recalcitrante delle interviste, ma un Manganelli a ruota libera. a. i.]

.Mario Costanzo

In un articolo apparso di recente, Andrea Zanzotto si domandava se possa un poeta parlare di poesia o addirittura della propria poesia (o di che altro, semmai?).

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Il wu wei della poesia contro le guerre n.46: Tommaso Romano, “Ecco”. Lettura di Fabiola Filardo

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Tommaso Romano, “Ecco”. Lettura di Fabiola Filardo


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Mauro Germani, “Tra tempo e tempo”

Mauro Germani, Tra tempo e tempo, Readaction ed., Roma 2022, pp.100, € 14,50


di Rinaldo Caddeo

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Con una prosa limpida, urgente, essenziale, Mauro Germani ci conduce per mano, con garbo, ma senza risparmiarci nulla delle cose che contano, (le perdite, i guadagni, le zone morte, le oasi di pace), nella vita di un uomo, lungo le piazze, le strade, gli angoli reconditi della propria anima, con un percorso circolare e circolatorio.

La prima frase del libro («Sempre più spesso mi rifugio nelle chiese») e l’ultima («Con una speranza che è grido e, insieme, preghiera») ne racchiudono una sintesi. Forse per la prima volta il lemma mistero, così funzionale, nella sua polivalenza, a tutta la ricerca di Germani, riceve un inequivocabile approdo religioso: la rivelazione (si veda, in particolare, il capitolo Il velo e i segni). Ma non è certo l’unico senso.

Si tratta di un libro d’ore e d’incantesimi, di ricordi e di presagi, di ferite aperte e rimarginate. Un libro di sogni liberatori e di incubi ricorrenti, del buio della notte, del vuoto enorme delle navate delle chiese e delle luci accese dietro le vetrate.

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Il wu wei della poesia contro le guerre n.45: Aldo Gerbino, “OROGRAFIA – Nel viaggio, Sicilia mi ferisce (alla maniera di Giorgio Seferis)”. Lettura di Fabiola Filardo

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Aldo Gerbino, “OROGRAFIA – Nel viaggio, Sicilia mi ferisce (alla maniera di Giorgio Seferis)”. Lettura di Fabiola Filardo


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Inquietum est cor nostrum: Luigi Maria Epicoco, “La scelta di Enea. Per una fenomenologia del presente”

Luigi Maria Epicoco, La scelta di Enea. Per una fenomenologia del presente, Rizzoli, 2022, pp.192, € 16,00


Scarica la recensione in formato pdf

di Luigi Preziosi

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E’ in libreria da qualche mese La scelta di Enea, edito da Rizzoli, che offre al lettore un’ampia e articolata raccolta di riflessioni sul presente, confuso ed incerto, che ci è dato di vivere. E’ l’ultima opera di Luigi Maria Epicoco, filosofo e teologo che alla profondità di pensiero affianca una ragguardevole capacità di scrittura. Già nella seconda metà del secolo scorso il teologo francese Jossua insisteva sulla necessità di un riavvicinamento tra teologia e letteratura, ed in La scelta di Enea questo risultato, sotto le specie, per quanto attiene al cotè di saggistica letteraria, pare pienamente raggiunto.

Epicoco, infatti, sviluppa il suo personale contributo all’analisi della “fenomenologia del presente”, come recita il sottotitolo, ricorrendo alle suggestioni evocate dal mito di Enea, ed utilizzando alcuni elementi fondanti della narrazione virgiliana come strumenti di interpretazione del nostro presente. Virgilio, dunque, assume nuovamente il ruolo di guida, pur in un contesto opportunamente attualizzato, da un lato, e dall’altro riletto, come avverte l’autore nell’introduzione, avendo “come punto di riferimento l’esperienza cristiana”, “nella convinzione che il messaggio del Vangelo e soprattutto la persona di Gesù siano lo sguardo più realistico e al tempo stesso più positivo che si possa avere sul mondo e sulla vita”. Ed ancora: Virgilio come anticipatore (se non profeta, ma per via diversa da quella leggendaria della Quarta ecloga), o almeno come descrittore di condizioni esistenziali evidentemente comuni all’uomo del suo tempo e a quello contemporaneo, che, peraltro, rispetto al primo, ha dalla sua l’immenso lascito della Rivelazione cristiana.

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Il wu wei della poesia contro le guerre n.44: Massimo Mori, “Il canto delle sirene”. Lettura di Fabiola Filardo

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Massimo Mori, “Il canto delle sirene”. Lettura di Fabiola Filardo


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Nota introduttiva di Luciano Curreri e Pierluigi Pellini a “La critica viva. Lettura collettiva di una generazione 1920-1940”

A cura di Luciano Curreri e Pierluigi Pellini, La critica viva. Lettura collettiva di una generazione 1920-1940, Quodlibet, 2022, pp. 368, € 24,00


Nota introduttiva di Luciano Curreri e Pierluigi Pellini

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Siamo negli anni Venti del nuovo secolo e millennio. E cent’anni fa cominciava a nascere, nel nostro Paese, una curiosa, distesa, eclettica generazione di personalità critiche che – tra lingua e letteratura, filologia e strutturalismo, teoria e comparatistica, psicanalisi e sociologia, narratologia e semiologia, estetica della ricezione e storia della cultura… – avrebbe tenuto a battesimo una buona parte dei nostri studi letterari, nelle università e non solo, fino a oggi.

In circa ventuno anni – dal 24 marzo del 1920, in cui viene alla luce Cesare Cases, al 6 dicembre del 1940, data di nascita di Romano Luperini – abbiamo provato a selezionare cinquantadue temperamenti critici, con Adelia Noferi, Lea Ritter Santini, Delia Frigessi, Lidia De Federicis, Maria Luisa Doglio, Grazia Cherchi, Rosanna Bettarini e Teresa de Lauretis come sole ma eloquenti rappresentanti di un plurale pensiero femminile, capace già – pur in seno a una minore rappresentanza figlia dell’epoca – di passare da una critica più accademica e teorica a una più militante e didattica, capace di dirsi all’università come nell’editoria, tra commento ai testi, impegno civile e studi di genere, tra Italia, Europa e America.

Come quello di genere, anche l’equilibrio (o il mancato equilibro) fra ambiti specialistici risente di una dinamica storica di cui sarebbe stato scorretto non tenere conto. Fino a pochi decenni fa (piaccia o no), nella cultura letteraria italiana il ruolo privilegiato degli studi italianistici era indiscutibile. Nondimeno, abbiamo accolto nel nostro canone provvisorio alcuni studiosi importanti di letterature straniere; ma lo abbiamo fatto con un metro più avaro, e più attento ai contributi teorico-comparatistici, e alle ricadute del loro lavoro anche al di fuori dell’ambito linguistico d’elezione.

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Scrittori inglesi e americani nel cuore della “patria della bellezza”

Paolo Fantozzi, Anglo-Toscana. Scrittori inglesi e americani nel paesaggio toscano, Apice libri, 2022, pp. 256, 15 euro


di Gustavo Micheletti

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Scrittori inglesi e americani nel cuore della “patria della bellezza”.

Quando Percy Bysshe Shelley salpò dal porto di Livorno a bordo della sua imbarcazione, il Don Juan, per recarsi a Lerici era l’otto Luglio del 1822. Durante quell’estate particolarmente calda ebbe così inizio il suo ultimo viaggio e la storia del suo naufragio. Il suo corpo, già in stato di putrefazione, fu ritrovato sulla spiaggia di Viareggio e venne riconosciuto solo perché aveva ancora in tasca un volume delle poesie di John Keats. George Gordon Byron e altri amici assistettero sul posto alla cremazione del corpo di Shelley pensando alla grandezza e alla desolazione che quei luoghi gli avevano sempre ispirato e videro il suo cadavere aprirsi davanti ai loro occhi fino a scoprire il cuore.

A Viareggio, non lontano dal molo, una grande piazza alberata è ancora intitolata al poeta, che pare fosse solito passare ore a osservare le lucciole. Così almeno riporta Leigh Hunt in una lettera, e una notte a questo caro amico del poeta venne da chiedersi se qualcuna delle particelle che aveva lasciato sulla terra non alimentasse la loro leggiadra e amorevole luce.

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Il wu wei della poesia contro le guerre n.43: Giovanni Commare, “Questo dovrebbe vedersi in cielo”. Lettura di Fabiola Filardo

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Giovanni Commare, “Questo dovrebbe vedersi in cielo”. Lettura di Fabiola Filardo


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Un nero crescente doloroso e felice

Patrizia Baglione, Nero crescente, RPlibri, 2022, pp.68, € 12,00


di Francisco Soriano

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Un nero crescente doloroso e felice

Più che uno spazio, un luogo ameno o un tempo dimenticato fra intercapedini della memoria, la dolorosa felicità di un amore risiede in un vacuo esistere alla stregua di monadi che si attraggono e, a tratti, irrimediabilmente si respingono. Poi, è il corpo esposto a ogni intemperia, logoramento ineluttabile nella sua fragile e ombrosa essenza: “Sono rosse e carnose / le labbra recise / sotto i piedi dell’ombra / del tuo fragile corpo / da qui, le vedo e le sento / chiacchierare tra loro / un crepitio assordante / che non smette un secondo //.

L’andamento è in forma di frammenti, destrutturati e ricomposti, subito adagiati nel cunicolo vibrante del suono, appena sussurrati come una litanìa d’altri tempi:

In ogni fibra / di ogni intimo gesto / sei livido violaceo / che non scompare, resta / e scorre, parla //.

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Il divenire conflitto politico della poesia tra i “versi” di A. Contiliano

Antonino Contiliano, Sparse disarmoniche, Prova d’Autore, 2022, €14,00


Clip del libro su RetroguardiaTV

di Giacomo Cuttone

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Il divenire conflitto politico della poesia tra i “versi” di A. Contiliano

Un libro eterodosso. Un conflitto antagonista est-etico-politico il nuovo libro di poesie “Sparse Disarmoniche” di Antonino Contiliano. Un tessuto che, tra il soggettivo e l’inter-soggettivo della rete linguistico-semiotica, lascia cadere acidi liberatori di senso. Sensi in processo, e legati alla storia e ai linguaggi in cammino. Una sfida al caos di classe della fossilizzazione e della canalizzazione uniformante dell’attuale mondo robotizzato e telecomandato dei padroni.

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Il wu wei della poesia contro le guerre n.42: Antonino Contiliano, “Bertolt”. Lettura di Fabiola Filardo

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Antonino Contiliano, “Bertolt”. Lettura di Fabiola Filardo


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“Scrittori zingari”. Saggio di Stefano Lanuzza (da “Senza meta. Biblioteca degli erranti”)

[E’ uscito da poco per Arsenio Edizioni, Senza meta. Biblioteca degli erranti di Stefano Lanuzza. Il volume comprende una serie di saggi letterari “come un unico libro cresciuto su sé stesso e fatto di scritture itineranti”. Proponiamo il saggio Scrittori zingari, con in coda la Premessa essenziale e il Sommario (f.s.)]

Stefano Lanuzza, Senza meta. Biblioteca degli erranti, Arsenio Edizioni, 2022, pp.322, € 25,00


Clip del libro su RetroguardiaTV

Scarica il saggio in formato pdf

di Stefano Lanuzza

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Lungamente privi d’una tradizione culturale scritta, solo dal Novecento – riferisce Santino Spinelli – molti autori delle comunità zingare, costretti a prescindere da parlate rom risonanti di interferenze indiane persiane armene greche o panslave, presentano le loro opere preferibilmente nelle lingue dei Paesi in cui vivono.

Nel 1925 nasce in Unione Sovietica un gruppo di letterati rom riuniti intorno alla rivista “Nevo Drom” (“Nuovo cammino”). Nel 1931, s’inaugura la fondazione a Mosca di un “Teatro Romen” che ospita opere di Alexandre Viećeslavović Germano (1893-1956). Vi s’accodano, con scritti dedicati al folklore orale e musicale gitano, con poesie traduzioni copioni teatrali, gli scrittori Ivan Rom-Lebedev, Ivan Khrustaljov, Ivan Pantchenko; e Ivan Romano, autore di Addio mio campo (1968), la romní kalderaś Olga Demeter-Tcharskaya (Destino di una romní, 1997), il rom calderaś Oleg Petrovic (I Baroni Saporroni, 2007), il saggista e poeta Georgij Tsvetkov autore, tra l’altro, del volume Rom, origini e cultura (2009) e dello studio linguistico-grammaticale Comunicazione interculturale russo-romaní (2009).

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Il wu wei della poesia contro le guerre n.41: Lucio Zinna, “Partenze e Arrivi”. Lettura di Fabiola Filardo

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Lucio Zinna, “Partenze e Arrivi”. Lettura di Fabiola Filardo


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Il wu wei della poesia contro le guerre n.40: Stefano Lanuzza, “Stupor mundi”. Lettura di Fabiola Filardo

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Stefano Lanuzza, “Stupor mundi”. Lettura di Fabiola Filardo


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Mauro Germani, “Storie di un’altra storia”

Mauro Germani, Storie di un’altra storia, Calibano editore, 2022, pp.144, € 14,00


di Francesco Sasso

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Storie di un’altra storia è una raccolta di racconti di Mauro Germani. In questo libro troverete un po’ di mistero, un po’ di introspezione, un po’ di fantastico e un corteo di figurine grottesche, ridicole, lacrimevoli come se ne trovano nella vita e nei libri.

Mauro Germani è lo storico, il cronista e il poeta dei disgraziati e dei sacrificati, dei poveri umiliati, dei personaggi in cerca d’identità o di luoghi ideali, spaesati, di tutti quelli ai quali la vita dice di no.

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Il wu wei della poesia contro le guerre n.39: Jacques Prévert, “Il discorso sulla pace”. Lettura di Fabiola Filardo

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Jacques Prévert, “Il discorso sulla pace”. Lettura di Fabiola Filardo.


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UGO OJETTI, “Alla scoperta dei letterati” (CESARE CANTÙ)

UGO OJETTI, Alla scoperta dei letterati. Colloquii con Carducci, Panzacchi, Fogazzaro, Lioy, Verga, Praga, De Roberto, Cantù, Butti, De Amicis, Pascoli, Marradi, Antona-Traversi, Martini, Capuana, Pascarella, Bonghi, Graf, Scarfoglio, Serao, Colautti, Bracco, Gallina, Giacosa, Oliva, D’Annunzio, Fratelli Bocca editore, Milano, 1899

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CESARE CANTÙ.

Milano, agosto del ’94.1

Quando giunsi a Milano e domandai a qualche collega notizie di Cesare Cantù, nessuno me ne seppe dir nulla. Un editore (gli editori han fama di conoscere punto a punto il movimento letterario) mi rispose seriamente:

— Ma Cantù non è morto?

E pazientemente dovetti, innanzi tutto, scoprire l’indirizzo di lui. Poi, quando ebbi saputo che egli abitava in via Morigi, dovetti immaginare il miglior modo per penetrare fino a lui.

Per due giorni, alla sua porta, una domestica mi rispose che egli era in letto e, fino a nuovo ordine del suo medico, non si sarebbe alzato.

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