Antonino Contiliano, “Futuro eretico”

cop-stamapata futuro eretico copiaAntonino Contiliano, Futuro eretico, Ed. Fermenti, 2016

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di Franca Alaimo

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Scrive Antonino Contiliano nel testo “Le radici del passato” (pag. 36) “Farfalle vorrei tossiche i poeti”, enunciando una poetica fedelmente perseguita, fin dai suoi esordi nella letteratura in un clima di protesta sessantottina, che non soltanto fallì i suoi obiettivi, ma che mise in atto un riflusso reazionario, da cui sono stati generati altri mostri, non ultimo “il piatto della solitudine collettiva” in seguito al dominio del “world facebook”, in cui è del tutto annegata ogni capacità individuale di reattività critica, di indipendenza deragliante, di visionarietà trasformatrice.

Contiliano usa ancora la poesia come un’arma che un’inusuale e composita tessitura linguistica rende tagliente e, appunto, tossica. Lanuzza, nella sua recente, pluricentrica opera “Il bosco, il mondo, il caos”, così scrive (pag. 41): “Contro il conformismo vestito d’obiettività, la poesia produce linguaggi ‘altri’ e diversi da quelli egemoni mai definitivi o legiferati; e interagenti con la prassi d’una critica generale e permanente, non addomesticabile dal pervasivo codice del dominio e delle sue predeterminate garanzie di senso”.

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Ero(s)diade le “prossime utopie” di Nino Contiliano

di Franca Alaimo*

Antonino Contiliano, Ero(s)diade / La binaria dell’asiento, Quaderni di “Collettivo R / Atahualpa”, Firenze 2010, pp. 86.

Contiliano appartiene a quella schiera di scrittori che, passando ad occhi aperti sul corpo melmoso e sanguinante del reale, non smette di nutrire prossime utopie: non è forse contenuta nello stesso titolo del suo poemetto (concepito come un attraversamento  per tappe – i singoli testi titolati –  del mondo di ora e di qui ) la risposta all’ “ero diade”?

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