Emiliano Alessandroni, Ideologia e strutture letterarie, prefazione di Emanuele Zinato, Roma, Aracne, 2015
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di Giuseppe Panella*
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Emanuele Zinato chiarisce bene, fin da subito, la missione critica del secondo libro di Emiliano Alessandroni (di lui avevo già recensito positivamente il precedente La rivoluzione estetica di Antonio Gramsci e György Lukács, prefazione di Pietro Cataldi, Padova, Il Prato, 2011) :
«L’iiriducibilità della letteratura all’ideologia, che si palesa nelle icursioni estetiche di Marx e di Engels, è che informa di sé la tesi principale del libro di Alessandroni, è fondata su una nozione di ideologia come falsa coscienza soggettiva, ignoranza, inganno e mistificazione. L’ideologia, però, ha un doppio volto, come negli anni Venti ha dimostrato la ricerca di Pavel N. Medvedev, che chiamò idologemi (concetto-termine utilizzato ampiamente, ma con accezione negativa e in opposizione a Ferruccio Rossi-Landi, anche in Ideologie e strutture letterarie) quelle formazioni “parte della realtà sociale materiale che circonda l’uomo” imparentate con altri concetti, come temi e motivi socialmente condivisi, che pur essendo esterni alle categorie estetiche, costuiscono buona parte del “materiale grezzo” con cui si costruiscono i testi» (p. 19).