Poesia come ossigeno, a cura di Riccardo Donati, Milano, Chiarelettere («Reverse»), (gennaio) 2021, 148 pp., 16 euro.
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di Luciano Curreri* (ULIEGE, Belgique)
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Due poetesse, Antonella Anedda (1958) ed Elisa Biagini (1970) parlano fra di loro e con uno studioso e saggista, Riccardo Donati (1978), in seno a «un dialogo a tre teste». È un dialogo che pensa alla poesia come un qualcosa di difficile da definire: un «oggetto» che ha la capacità di non banalizzare la complessità del mondo, delle relazioni che questo impone, e fors’anche la pretesa di essere «inutile» in un mondo gestito dall’(economico) «utile». Ed è un dialogo che si interroga su quanto e come la poesia – ancora oggi, nonostante sia stata data per morta, nei decenni passati, al pari di tante altre forme di pensiero e, per l’appunto, di dialogo (la critica, per esempio) – possa essere propedeutica a un confronto con il proprio io ma anche e soprattutto con l’altro – e mi viene in mente l’altrettanto bello e recente libro di Filippo La Porta, Come un raggio nell’acqua. Dante e la relazione con l’altro, Roma, Salerno editrice, (febbraio) 2021, 144 pp., di cui parlerò nel prossimo «legaccetto».