La tentazione e la lussuria. Donatella Bisutti – Alberto Schiavi, Tentazione (Lussuria), prefazione di Wolfango Testoni, Piateda (Sondrio), CFR Edizioni, 2013
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di Giuseppe Panella
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Questa breve quanto intensa plaquette di versi di Donatella Bisutti, impreziosita da una serie di disegni di Albero Schiavi, si apre con una dichiarazione sentimentale dal taglio categorico, forse aspro, forse intenerito dal dolore di vivere:
«Amo il mio amore. Amo il mio amore, non te che mi assomigli / ma lui guerriero che ogni volta / vince / con un colpo ottuso. / Non astuto, né abile: / violento, illuso»[1].
L’amore è visto interamente come lotta, conflitto, forse dolore, forse violenza cieca e senza scampo, sicuramente non la métis, l’astuzia dell’antico greco Ulisse, piuttosto la rievocazione e il ricordo della pénia di Eros che, povero e irsuto, tuttavia irretisce, strazia, convince, affascina, trattiene.