IL TERZO SGUARDO n.55: Carlo Bordoni, “Il paradosso di Icaro ovvero la necessità della disobbedienza”

Carlo Bordoni, Il paradosso di Icaro ovvero la necessità della disobbedienza, Milano, Il Saggiatore, 2018

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di Giuseppe Panella*

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Il progetto che Carlo Bordoni persegue da tempo, con pertinacia, solidità teorica e storica e si direbbe anche con un certo accanimento terapeutico, è l’analisi della fine o dell’annientamento della Modernità (in ciò accomunato dalle ricerche e proposte del suo maestro Bauman). Il paradosso di Icaro ovvero la necessità della disobbedienza è una ricostruzione circostanziata e attenta dei vari aspetti che contraddistinguono il tentativo degli uomini di andare al di là dei propri limiti per riuscire a superare quella hybris che pare attendere i trasgressori di essi una volta varcate le “colonne d’Ercole” delle loro possibilità, intraprendendo il “folle volo” (la citazione è d’obbligo) verso un mondo nuovo, pericoloso e ancora misterioso e inesplorato, incomprensibile e spesso presentato come termine finale della corsa dell’umanità. Le cinque figure mitologiche che Bordoni ricava dal vasto repertorio della cultura greca delle origini della civiltà occidentale (Hybris, Koros, Theios Aner, Aion e Nemesis) scandiscono altrettanti passaggi nella storia della Modernità che rischiano oggi di perdersi nel mare magnum dell’”interregno” che che l’umanità sta vivendo in attesa di una nuova prospettiva di rilancio delle proprie prospettive esistenziali, sociali, economiche e politiche. La figura che mi sembra più interessante delle cinque enucleate da Bordoni è certamente quella legata al Tempo, Aion, protesa com’è sull’orlo di una memoria (storica e propositiva) sempre più labile e in attesa di una trasformazione della soggettività che parrebbe spingere il pedale del mutamento fino ai suoi limiti estremi:

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IL TERZO SGUARDO n.41: Critica letteraria ed evoluzione (criminale) della società contemporanea. Romolo Runcini, “La paura e l’immaginario sociale nella letteratura. 3. Il romanzo industriale”, a cura di Carlo Bordoni

Critica letteraria ed evoluzione (criminale) della società contemporanea. Romolo Runcini, La paura e l’immaginario sociale nella letteratura. 3. Il romanzo industriale, a cura di Carlo Bordoni, Napoli, Liguori, 2012

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di Giuseppe Panella*

 

Per le affettuose e attente cure di Carlo Bordoni, si conclude con un terzo volume dedicato al romanzo industriale, il poderoso tentativo di ricostruzione dei rapporti tra società contemporanea e narrativa di genere iniziato da Romolo Runcini nel 1995 con  La paura e l’immaginario sociale nella letteratura. Il Gothic Romance pubblicato sempre da Liguori e proseguito con lo stesso editore nel 2002 con La paura e l’immaginario sociale nella letteratura. Il Roman du Crime.

Il terzo blocco analitico prodotto da Runcini è composto in gran parte da saggi già usciti su rivista o come introduzioni a romanzi assai importanti per la ricostruzione dei problemi più significativi nell’ambito della sociologia della letteratura (è il caso di Kim di Rudyard Kipling, la cui edizione per i Grandi Libri Garzanti data al 1987). In esso sfilano tutti i maggiori autori di fine Ottocento e di inizio Novecento: il volume, infatti, si apre con la ricostruzione della nascita della Metropoli moderna nell’opera di Dickens e si chiude sulle immagini disperanti e allucinate dei romanzi più noti di George Orwell e di Aldous Huxley. Si tratta, quindi, dell’itinerario della soggettività moderna attraverso la paura e il terrore, di una ricostruzione dell’immaginario collettivo occidentale in chiave di incubo morale e dichiaratamente sociale e, soprattutto, di un’indagine su temi di grande rilevanza politico-culturale in cui sono in gioco il modo in cui eventi storici assai rilevanti per il destino della contemporaneità sono stati oggetto di rappresentazione letteraria e romanzesca.

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STORIA CONTEMPORANEA n.7:Il buco nero del passato. “Il cuoco di Mussolini” di Carlo Bordoni

Negli anni tra il 1896 e il 1901 (rispettivamente nel 1896, 1897, 1899 e 1901), Anatole France scrisse quattro brevi volumi narrativi (ma dal taglio saggistico e spesso erudito) che intitolò alla fine Storia contemporanea. In essi, attraverso delle scene di vita privata e pubblica del suo tempo, ricostruì in maniera straordinariamente efficace le vicende politiche, culturali, sociali, religiose e di costume del tempo suo. In particolare, i due ultimi romanzi del ciclo presentano riflessioni importanti e provocatorie su quello che si convenne, fin da subito, definire l’affaire Dreyfus. Intitolando Storia contemporanea questa mia breve serie a seguire di recensioni di romanzi contemporanei, vorrei avere l’ambizione di fare lo stesso percorso e di realizzare lo stesso obiettivo di Anatole France utilizzando, però, l’arma a me più adatta della critica letteraria e verificando la qualità della scrittura di alcuni testi narrativi che mi sembrano più significativi, alla fine, per ricomporre un quadro complessivo (anche se, per necessità di cose, mai esaustivo) del presente italiano attraverso le pagine dei suoi scrittori contemporanei.  (G.P.)

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di Giuseppe Panella 

 

7. Il buco nero del passato. Carlo Bordoni, Il cuoco di Mussolini, Milano, Bietti, 2009

 

Cosa sarebbe successo se… è domanda che si pongono spesso gli storici e altrettanto spesso i romanzieri (specie quelli che scrivono narrativa d’anticipazione).

Se l’Asse tra Italia, Germania  e Giappone avessero prevalso su Stati Uniti e Unione Sovietica, l’ordine mondiale non solo sarebbe risultato straordinariamente mutato, ma tutto quello che oggi ci sembra consueto e familiare sarebbe totalmente diverso e completamente stravolto.

E’ quello che accade, infatti, in La svastica sul sole (The Man in the High Castle del 1962) di Philip K. Dick, forse il romanzo più famoso dello scrittore statunitense (anche se il libro è assai più complesso di così e presenta, in maniera vertiginosa, la presenza di un libro nel libro e dell’alternanza di due possibili versioni della realtà).

Anche Carlo Bordoni prova in questo suo terzo romanzo a mettere a punto una possibile ucronia relativa alle sorti della Seconda Guerra Mondiale in Italia, ambientandola nel momento in cui sembra proprio che le vicende del conflitto stiano ormai volgendo verso la fine con la sconfitta delle forze tedesche di occupazione e dell’esercito repubblichino ad esse alleate.

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