De profundis… Davide Camarrone, Questo è un uomo, Palermo, Sellerio, 2009
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di Giuseppe Panella*
Boucouba Osea è il nome di un uomo che non è mai esistito, eppure il suo nome risuona come un grido di battaglia o un gemito di dolore nelle pagine di questo romanzo breve di Davide Camarrone.
Nata come un racconto per un’antologia edita anch’essa nel 2009 (Il sogno e l’approdo, curato da Antonio Sellerio per l’omonima casa editrice e legata a un progetto ideato da Ivan Tagliavia e Sandro Tranchina per l’Associazione Scenario Mediterraneo) e dedicata al tema dello Straniero e dell’Altro come punto di riferimento per una ricostruzione delle attuali vicende italiane di emigrazione e di sempre più frequente emarginazione legata ai suoi sviluppi più drammatici, la storia narrata in quest’opera è divenuta in seguito uno spettacolo teatrale (Sotto un velo di sabbia, scritto e diretto dallo stesso Sandro Tranchina che lo ha mescolato ad un analoga storia di Giosuè Calaciura, Il mare è piccolo ma Dio è grande). Dopo questa sua metamorfosi sulla scena teatrale, Camarrone ha ritenuto opportuno ampliarlo fino a fargli assumere la dimensione di un breve romanzo-narrazione.
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