QUEL CHE RESTA DEL VERSO n.51: L’anomalia del verso. Duccia Camiciotti, “Ultima onda anomala”

Il titolo di questa rassegna deriva direttamente da quello di un grande romanzo (Quel che resta del giorno) di uno scrittore giapponese che vive in Inghilterra, Kazuo Ishiguro. Come si legge in questo poderoso testo narrativo, quel che conta è potere e volere tornare ad apprezzare quel che resta di qualcosa che è ormai passato. Se il Novecento italiano, nonostante prove pregevoli e spesso straordinarie, è stato sostanzialmente il secolo della poesia, oggi di quella grande stagione inaugurata dall’ermetismo (e proseguita con il neorealismo e l’impegno sociale e poi con la riscoperta del quotidiano e ancora con la “parola innamorata” via e via nel corso degli anni, tra avanguardie le più varie e altrettanto variegate restaurazioni) non resta più molto. Ma ci sono indubbiamente ancora tanti poeti da leggere e di cui rendere conto (senza trascurare un buon numero di scrittori di poesia “dimenticati” che meritano di essere riportati alla memoria di chi potrebbe ancora trovare diletto e interesse nel leggerli). Rendere conto di qualcuno di essi potrà servire a capire che cosa resta della poesia oggi e che valore si può attribuire al suo tentativo di resistere e perseverare nel tempo (invece che scomparire)… (G.P.)

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di Giuseppe Panella

L’anomalia del verso. Duccia Camiciotti, Ultima onda anomala, Firenze, L’Autore Libri, 2009

Scrive Anna Balsamo, con intelligenza e forte simpateticità con l’autrice di cui analizza le prospettive liriche e umane, nella sua Prefazione (La vita sta in una manciata di stelle: tra memorie e parole di denuncia e profezia) a questo ultimo (ma non certo l’ultimo!) libro di poesie di Duccia Camiciotti:

«Abituati alla espressa drammaticità degli avvenimenti privilegiata dalla poetica di Duccia Camiciotti in tutte le precedenti opere, abbiamo immaginato, causa il titolo di questa raccolta Ultima onda anomala, di trovare magari un poemetto lungo e dettagliato dell’avvenuta sciagura asiatica. Ebbene no, il titolo è invece una sorta di riferimento proprio a quest’opera: sono queste pagine e il riferimento epocale, l’ultima onda anomala; dove “ultima onda” sta a significare anche impressione ed espressione poetica più di recente meditata. Di seguito le “cartoline crudeli”: non esternano catastrofi, ma interiorizzano con dolore gli estraneamenti: “Qui si muovono dentro l’oro antico / oscurato di luce morente, / lemuri artistici; / sguardo abissale, gambe svettanti / e vanno e vanno / e non sanno perché” (Zombies del 2000); “La tua povera casa / che ancora non conosce / ferraglie aggiogate alle stelle” (Villino travolto dai grattacieli) » (p. 9).

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