Il Grande Gatsby o dei giovani meridionali. Gaetano Cappelli, Romanzo irresistibile della mia vita vera raccontata fin quasi negli ultimi e più straordinari sviluppi, Venezia, Marsilio, 2012
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di Giuseppe Panella
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Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald è il libro di più di una generazione tra scrittori e cuorinfranti adolescenziali ma finora non era stato mai virato con il filtro di un’educazione sentimentale meridionale (tra le Puglie e Ravello, sulla costiera salernitana). E’ quello che succede a Giulio Guasso, aspirante nuovo Arturo Benedetti Michelangeli, poi pianista in un albergo di lusso in un grande albergo di Ravello, appunto, e, infine, grande scrittore che trova la sua apoteosi come “candidabile” al Premio Nobel mercé l’uso del tutto improprio di una carota da parte di una sadica e prepotente critica letteraria tedesca.
E’ questa, in poche parole, la line-story del romanzo di Gaetano Cappelli (scrittore dalla ormai vastissima e variegata produzione narrativa) di cui si discuterà brevemente qui di seguito.