Elegie per la vita che passa. Carlo Carabba, Canti dell’abbandono, Milano, Mondadori, 2011
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di Giuseppe Panella*
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“Un giorno sarò morto e intanto vivo” – con questa lucida e terribile affermazione si chiude l’esile ma significativo e pregnante mannello di poesie contenuto in Canti dell’abbandono, opera seconda di Carlo Carabba. Il volumetto è strutturalmente costituito da poche poesie che risultano, tuttavia, tutte dense di prospettive liriche da approfondire, tutte confortate dalla volontà di sondare il mistero della vita e delle sue premesse, tutte fondate su una dimensione pensosa e, nello stesso tempo, coraggiosamente protesa allo sforzo di comprendere e di salvare ciò che resta dopo quello che il poeta definisce il possibile trauma dell’”abbandono”.