I LIBRI DEGLI ALTRI n.52: Nero come il fondo dell’anima. Aa. Vv. “Sinistre presenze”, a cura di Gian Filippo Pizzo e Walter Catalano

FANTA_1LNero come il fondo dell’anima. Aa. Vv. Sinistre presenze, a cura di Gian Filippo Pizzo e Walter Catalano, Milano, Bietti, 2013, pp. 398, euro 20,00

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di Giuseppe Panella

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In fondo non è una novità la mescolanza dei generi proposta in questa nuova antologia della benemerita coppia di curatori Gian Filippo Pizzo e Walter Catalano: mettere insieme storie dal deciso profilo horror con racconti di narrativa d’anticipazione è un’operazione che è stata tentata (spesso anche con esiti molto positivi) più volte. Ma in questa proposta antologica non si possono non notare parecchie novità non solo a livello stilistico ma anche riguardo temi e contenuti. Come ha scritto Valerio Evangelisti nella sua breve Introduzione al volume:

«L’horror s’innesta, dal canto proprio, nella psicologia del profondo. Fa emergere le più inveterate pulsioni individuali, quelle della morte e della sofferenza che può preludere alla morte. Nessuno è più attratto e respinto dall’evento inevitabile dei bambini, o dei vecchi. Gli uni lo guardano come un fatto remoto eppure incomprensibile, gli altri lo vedono come una certezza incombente. Il genere horror si nutre di queste paure. Da una ventina d’anni a questa parte le ha esorcizzate con una visione intermedia e a suo modo consolatoria: il genere splatter, la crudeltà immotivata del serial killer. Sono costoro che oggi assediano le fantasie del pubblico» (p. 8).

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STORIA CONTEMPORANEA n.55: La fantascienza italiana e la politica come oggetto d’affezione. Aa. Vv. “Ambigue utopie. 19 racconti di fantascienza”, a cura di Gianfilippo Pizzo e Walter Catalano

Negli anni tra il 1896 e il 1901 (rispettivamente nel 1896, 1897, 1899 e 1901), Anatole France scrisse quattro brevi volumi narrativi (ma dal taglio saggistico e spesso erudito) che intitolò alla fine Storia contemporanea. In essi, attraverso delle scene di vita privata e pubblica del suo tempo, ricostruì in maniera straordinariamente efficace le vicende politiche, culturali, sociali, religiose e di costume del tempo suo. In particolare, i due ultimi romanzi del ciclo presentano riflessioni importanti e provocatorie su quello che si convenne, fin da subito, definire l’affaire Dreyfus. Intitolando Storia contemporanea questa mia breve serie a seguire di recensioni di romanzi contemporanei, vorrei avere l’ambizione di fare lo stesso percorso e di realizzare lo stesso obiettivo di Anatole France utilizzando, però, l’arma a me più adatta della critica letteraria e verificando la qualità della scrittura di alcuni testi narrativi che mi sembrano più significativi, alla fine, per ricomporre un quadro complessivo (anche se, per necessità di cose, mai esaustivo) del presente italiano attraverso le pagine dei suoi scrittori contemporanei. (G.P)

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di Giuseppe Panella

La fantascienza italiana e la politica come oggetto d’affezione. Aa. Vv. Ambigue utopie. 19 racconti di fantascienza, a cura di Gianfilippo Pizzo e Walter Catalano, Milano, Bietti, 2010


Periodicamente viene annunciata la “morte della fantascienza” (colpevole di tale delitto sarebbe la realtà presente e la storia contemporanea in quanto avrebbero “realizzato” le meraviglie o gli orrori, più spesso questi ultimi però, preconizzati e descritti nei romanzi di anticipazione). Altrettanto periodicamente viene descritta la “morte” (o il “tramonto”) delle ideologie insieme alla necessità di accantonate le nozioni ormai sociologicamente e politologicamente vecchie di destra e di sinistra dal punto di vista delle posizioni da assumere sia in Parlamento che nella lotta politica.

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