Remainders n.2: Cicerone, “Lettere”

Cicerone, Lettere, introduzione di Luca Canali, trad., comm. e scelta di Riccardo Scarcia, BUR, 1981, p.320

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di Francesco Sasso

Le Lettere di Cicerone, oltre ad essere un documento e una fonte preziosa per la conoscenza delle vicende politiche e della società romana dell’epoca, hanno la vivacità di una narrazione avvincente in cui si racconta l’esistenza di un uomo alla ricerca di un equilibrio tra le alterne vicende di un’epoca turbinosa, da Catilina a Ottaviano. Infatti le Lettere, selezionate e tradotte da Riccardo Scarcia per l’edizione BUR, ci presentano l’autore latino sotto una luce non sempre favorevole.

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“Cato Maior de Senectute” di Marco Tullio Cicerone

Cicerone- Cato Maior de Senectute

di Francesco Sasso

Cato Maior de Senectute (L’arte di invecchiare) di Marco Tullio Cicerone è un’operetta in cui parla quasi costantemente il vecchio Catone (Scipione Emiliano e Lelio gli altri due personaggi), che loda la vecchiaia e ribatte le accuse che vengono generalmente rivolte:

 

«E dunque, quando rifletto dentro di me, trovo quattro cause per cui la vecchiaia appare infelice: la prima è che distoglie dalla vita attiva, la seconda è che rende il corpo sempre più debole, la terza è che priva il vecchio di quasi tutti i piaceri, la quarta è che non è molto lontana dalla morte. Di queste cause, se volete, vediamo quanto ciascuna sia importante e quanto sia giusta» (pag.43)

 

 Mantenendo il discorso sul tono di una serena conversazione, egli dibatte una ad una le quattro cause e nega che la vecchiaia e la morte debbano essere considerati un male, poiché

 

«Rimane intatta ai vecchi l’intelligenza, a patto che rimangano fermi gli interessi e l’operosità, e questo non solo in uomini illustri e famosi, ma anche in chi ha avuto una vita riservata e quieta» (pag. 47)

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