Il divenire conflitto politico della poesia tra i “versi” di A. Contiliano
Un libro eterodosso. Un conflitto antagonista est-etico-politico il nuovo libro di poesie “Sparse Disarmoniche” di Antonino Contiliano. Un tessuto che, tra il soggettivo e l’inter-soggettivo della rete linguistico-semiotica, lascia cadere acidi liberatori di senso. Sensi in processo, e legati alla storia e ai linguaggi in cammino. Una sfida al caos di classe della fossilizzazione e della canalizzazione uniformante dell’attuale mondo robotizzato e telecomandato dei padroni.
“Via memoriæ / Via crucis” è il titolo della nuova pubblicazione poetica (Gattomerlino, 2022) di Marco Palladini (la prefazione è curata da Francesco Perozzi). Il libro porta anche il sottotitolo “tra il poetico e il politico”. Una specificazione (s.n.) piuttosto significativa: suggerisce infatti un certo rapporto tra “poetico” e “politico”. Un rapporto che ci permette di rilevare sia una inscindibile connessione liminale tra le due pratiche politiche (c’è una politicità della letteratura, dell’arte e della poesia), sia il diverso e conflittuale regime di senso cui rinviano nel momento stesso in cui si adoperano per riflettere lo stesso rapporto parole-cose. Vero è infatti che la politicità della poesia è altra cosa rispetto alla politicità del “politico”. Se il politico, qui, è inteso come potere, o come adesione di un militante ad un partito specifico e alle sue regole, o a una visione teorica data e alle pratiche di regime stabilite è scelta che non tocca i testi di questa nuova raccolta di Palladini. La politicità della poesia gioca infatti sulla sospensione del preordinato e univoco rapporto segni-cose-espressioni delle cose e del significato loro ordinato; diversamente, spinge a vedere e a leggere l’intreccio come dei sintomi da decifrare e collegare come un insieme particolare di spinte e controspinte. Infatti ci si trova nel mondo che sulle cose e sui corpi lascia dei segni che avviano a una significazione mobile (non pacifica) tra le parole, le cose significate e le azioni possibili. Il rapporto di assenso o di dissenso tra la ragione e le volontà degli agenti, coinvolti nella significazione, non è più né obbligato né gerarchico come nel quadro del modello della “rappresentazione” classica; quella che fissava modi di espressione-comunicazione e posizioni socio-politiche preordinati. È il conflitto. Il conflitto che le parole innescano in itinere quando dalla muta figura della scrittura si passa alla lettura dinamica dei nessi che il chiunque è chiamato a fare per guardare le posizioni e, nel contesto di una società e di un’epoca storica, interpretare-trasformare i regimi d’ordine dicibile-visibile dominanti. È il conflitto (il disaccordo e il malinteso) – direbbe Jacques Rancière – dei “senza parte” che, discordando, nella processualità degli eventi (circostanze e contingenze) costruiscono nuovi oggetti e nuovi soggetti che richiedono condotte e comportamenti altri.
Prima di avviare la conversazione con i professori Giuseppe Mussardo e Gaspare Polizzi, desidero esprimere loro il mio saluto. Un grazie, cioè, per aver accettato sia il mio invito per una chiacchierata su matematica e poesia, sia l’intenzione di dedicare la conversazione stessa all’amico scomparso Giuseppe Panella (filosofo, saggista e poeta). Fra le opere di Panella ricordiamo: Il lascito di Foucault (Giuseppe Panella e Giovanni Spena, 2006); L’arma propria- Poesie per un futuro trascorso (2007); Il secolo che verrà- Epistemologia letteratura etica in Gilles Deleuze (Giuseppe Panella e Silvio Zanobetti, 2012); Tutte le ore feriscono, l’ultima uccide- Georges Bataille: l’estetica dell’eccesso (2014). Come poeta, Giuseppe Panella, ha partecipato anche alle azioni poetiche del soggetto collettivo-anonimo “Noi Rebeldía” (una nostra idea). A cura di Antonino Contiliano sono state pubblicate pure le sillogi “We are winning wing/2012 e L’ora zero/2014”. Due libri di poesia collettiva-anonima le cui copertine portano opere dell’artista Giacomo Cuttone. Con Francesco Sasso, Panella ha curato il “quaderno elettronico di critica letteraria- Retroguardia”. Devo la conoscenza di Giuseppe Panella all’amico Gaspare Polizzi. Anticipiamo pure, così, che questa conversazione sarà visibile sul sito stesso di Retroguardia. Prima di avviare il nostro incontro qualche nota (per gli eventuali visitatori) su Giuseppe Mussardo e Gaspare Polizzi.
Giuseppe Mussardo è professore di fisica teorica alla SISSA di Trieste. È Direttore editoriale della rivista scientifica Journal of Statistical Physics and Applications (JSTAT). Tra le monografie scientifiche che ha pubblicato ci sono Il Modello di Ising (2007); Statistical Field Theory (2010) e The ABC’s of Science. È autore anche dei film-documentari Maksìmovic. La Storia di Bruno Pontecorvo (2013) e Galois. Un matematico rivoluzionario (2017).
Gaspare Polizzi, storico della filosofia e della scienza, è membro del Comitato scientifico del Centro Nazionale di Studi Leopardiani. Insegna attualmente all’Università di Pisa. Su Leopardi ha pubblicato cinque volumi: Leopardie “le ragioni della verità” (2003); Galileo in Leopardi (2007); «… per le forze eterne della materia» (2008); Giacomo Leopardi: la concezione dell’umano, tra utopiae disincanto (2011); Io sono quella che tu fuggi. Leopardi e la natura (2015). Con Giuseppe Mussardo (coautore) ha pubblicato L’infinita scienza di Leopardi (2019).
Ed è dalla lettura di quest’opera che è partita la mia idea di una conversazione con loro su matematica, poesia e scienza (in genere). Scontato è, poi, il fatto che (da parte nostra, non specialisti) l’interesse per l’argomento è quello di un’essenziale curiosità intellettuale.
“Schedato”, fra Dodici poeti …, A. Contiliano “cavaliere della luna”
di Giacomo Cuttone
La casa editrice “Prova d’Autore”, a cura del poeta Mario Grasso, pubblica (maggio 2022) Ricordi e Riflessioni di Dodici Poeti: Sebastiano Aglieco, Maria Patrizia Allotta, Salvatore Bommarito, Antonio Contiliano, Giuseppe Digiacomo, Grazia Dormiente, Aldo Gerbino, Angelo Maugeri, Francesco Nicolosi Fazio, Santina Paradiso, Tommaso Romano, Lucio Zinna. Tutti poeti ultrasessantenni che, prescelti (scrive il curatore), si auto-testimoniano per racconto autobiografico, “occasione evocativa […] chiara fama di autorevoli consensi”. […] testimoni di momenti di una storia del costume, della politica, della civiltà, […] “che, con l’avvento di Internet, hanno subito importanti cambiamenti nella loro frequenza, presenza, ricorrenza, creato rivoluzioni nella cultura”. Cultura, ben inteso, come vita di relazione e tendenza a privilegiare interessi motivati” […] cari a un Poeta”.