[Seconda parte del saggio REGOLE PER SOPRAVVIVERE. Modelli di analisi per una storia della fantascienza italiana del prof. Giuseppe Panella, pubblicato sul numero 50 di “Futuro” (casa editrice Elara di Bologna). [QUI] la prima parte. f.s. ]
di Giuseppe Panella
a) la proposta (morale) di Lino Aldani
Le possibili risposte alla domanda con cui si chiudeva il paragrafo precedente, a mio avviso, sono, in realtà, molteplici e sovente così differenti (e divergenti) le une dalle altre a tal punto che se vengono condotte alle loro estreme conseguenze teoriche possono far convergere la ricerca (e la definizione che le sottende) in una direzione o in un’altra tanto da cambiarne senso e significato.
In sostanza, la fantascienza che si legge (e che, naturalmente, si scrive) è, in realtà, la conseguenza diretta della fantascienza che si pensa di leggere (e di scrivere).
Lino Aldani, ad esempio, oltre ad essere uno dei maggiori scrittori italiani di letteratura d’anticipazione di sempre (6), ha esposto le proprie idee e la propria definizione statutaria di fantascienza in un libro (7) al quale, nonostante il molto tempo trascorso, non si può non fare riferimento (8).