Recensione/schizzo #15
Ho terminato la lettura di Mindfield – Campo mentale di Gregory Corso. Il volume è un’antologia di poesie autobiografiche in chiave surreale e immaginosa curata dall’autore americano nel 1989.
Sono versi luminosi, quelli di Gregory Corso, che, con la loro schietta trasparenza e semplicità, evidenziano l’intero percorso mentale (e creativo) dell’autore americano. Il tono è di tenero stupore. Eppure, ciò che mi ha maggiormente colpito, leggendo Mindfield, è la vigorosa fede che Corso aveva della Poesia.
Tuttavia, alcune liriche sono appesantite da citazioni e richiami oscuri che, tra l’altro, a me pare ridurre l’atto poetico a ingenuo sfoggio enciclopedico da parte dell’autore.
Il volume costa poco, sei euro, e ciò è un bene per il lettore e la poesia. Credo che la traduzione non sia proprio impeccabile, ma qui il mio giudizio è superficiale come il mio inglese.
Infine, ho letto sulla rivista Fili d’aquilone un bel saggio su Mindfield di Alessio Brandolini. Questa è anche l’occasione giusta per segnalarvi una pregevole rivista di poesia.
f.s.