Su Giuseppe Traina, Sguardi del potere e sguardi sul potere nell’Ottocento italiano. Studi su Bini, Collodi, De Amicis, Valera, Cena, Soveria Mannelli, Rubbettino («Filologia e critica letteraria»), 2021, 136 pp., e Fabio Danelon, Il nodo, il nido. Il romanzo matrimoniale dopo l’Unità d’Italia, Venezia, Marsilio («Saggi»), 2022, 202 pp.
DUE RECENSIONI IN UNA, ET POUR CAUSE.
di Luciano Curreri (ULiège, Traverses, Cipa)
.
Due bei libri di critica letteraria, uno sul potere, l’altro sul matrimonio. Entrambi dedicati all’Ottocento italiano. Il primo raccoglie studi su Bini, Collodi, De Amicis, Valera, Cena, il secondo su Imbriani e Fogazzaro. Entrambi fanno tappa su Foucault e l’Histoire de la sexualité, vol. 1, La volonté de savoir (1976). Giuseppe Traina in maniera leggermente più distesa e poi pure ‘debitrice’ del vicino Surveiller et punir. Naissance de la prison (1975), Fabio Danelon solo un paio di volte ma in modo davvero significativo. Due risultati utili: (1) un Ottocento che ancora parla (e non poco) tra engagement e divertissement, in Traina con input da Sebastiano Timpanaro, Carlo Alberto Madrignani e Folco Portinari (richiamato anche da Danelon e sempre per i suoi ancora utili e simpatici affondi raccolti in Le parabole del reale, del 1976), in Danelon soprattutto a partire da Baldacci – ma c’è anche Giorgio Bárberi Squarotti, presente pure in Traina insieme ad altri nomi della nostrana e migliore critica secondo-novecentesca, che giunge fino ai giorni nostri in e anche grazie a questi due nuovi libri (Alberto Asor Rosa, Giancarlo Mazzacurati, Franco Moretti, Rinaldo Rinaldi, Vittorio Spinazzola…); (2) quel Foucault – che più o meno di recente è stato spesso criticato – viene richiamato e usato in entrambi i contributi.
Continua a leggere “Narrativa ottocentesca di potere e matrimonio”