Intervista ad Antonio Delfini (Rai 1963).
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Fonte: Biblioteca civica di Modena
(http://www.comune.modena.it/biblioteche/delfini/antoniodelfini.htm)
RETROTECA: http://www.youtube.com/user/retroguardia
quaderno elettronico di critica letteraria a cura di Francesco Sasso e Giuseppe Panella (2008-2019)
Intervista ad Antonio Delfini (Rai 1963).
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Fonte: Biblioteca civica di Modena
(http://www.comune.modena.it/biblioteche/delfini/antoniodelfini.htm)
RETROTECA: http://www.youtube.com/user/retroguardia
L’Introduzione al Ricordo della Basca di Antonio Delfini
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di Domenico Carosso
Il mondo e la vita nascono, in Delfini, con la parola e nella parola. La parola, poi, si rivela nel discorso, nel desiderio amoroso, sicché il linguaggio finisce per presentarsi come un intreccio inestricabile di amore e conoscenza. Un intreccio che nel tempo si afferma come ricordo, e sempre propone una ricerca del tempo perduto, consegnata alla parola scritta, alla scrittura. Così il cerchio si chiude:
«Scrivevo nei miei carnets che avevo incontrato una donna, ch’era la più bella donna del mondo, e non era lei, perché se fosse stata lei non avrei potuto scriverlo. Perché non si scrive mai di ciò che esiste, ma soltanto di ciò che non esiste […] E credo perciò che in tutte le mie note di quegli anni non si trovi mai il nome di Margherita Matesillani, e mai nemmeno una parola che accenni ad un incontro con lei, ad una visione di lei [..]. Se ho scritto di lei è stato indirettamente e senza che io me ne accorgessi. Il che, per me, sarebbe una prova dell’esistenza e della realtà di margherita Matesillani, e un poco anche della mia. […] Il ricordo che ho dei ricordi che sopraggiunsero allora intorno al mio cuore smarrito in una comoda amnesia, servirono a farlo ritrovare nell’ansia, nella speranza e nell’infatuazione sentimentale.»[1]