Venedikt Vasil’evič Erofeev, MOSCA-PETUŠKI

“[…] Va tutto per il verso giusto. Se vuoi andare a sinistra, Venička, vai a sinistra, io non ti impongo nulla. Se vuoi andare a destra, vai a destra.”
Sono andato a destra, un po’ barcollante per il freddo e la disperazione. Oh, il peso mattutino sul cuore! Oh, l’effimera sensazione di sciagura! Oh, il sentirsi senza scampo! Che c’è di più in questo peso che nessuno ha ancora definito con un nome preciso, che c’è di più? Paralisi o nausea? Esaurimento nervoso o mortifera angoscia, e mica poi tanto lontano dal cuore? E se ce ne fosse in dosi uguali, cosa prevarrebbe: la catalessi o il delirio?
“Fa nulla, fa nulla,” mi sono detto, “riparati dal vento e va’ avanti pian piano. E respira a rade boccate. Respira così, per non inciampare. E segui almeno una direzione, una qualsiasi. Non importa quale. Anche se prendi a sinistra finirai per sbucare alla Stazione di Kursk. E anche se vai dritto finirai alla Stazione di Kursk. Perciò prendi a destra, così ci finirai a colpo sicuro.” (Venedikt Vasil’evič Erofeev, MOSCA-PETUŠKI e altre opere, traduzione di G. Zappi, Feltrinelli 2004)

Paolo Nori legge integralmente – in quattro parti – il capolavoro del grande Venedikt:

1) http://www.ilpost.it/paolonori/2014/11/25/mosca-petuski-parte/
2) http://www.ilpost.it/paolonori/2014/12/02/mosca-petuski-seconda-parte/
3) http://www.ilpost.it/paolonori/2014/12/09/mosca-petuski-terza-parte/
4) http://www.ilpost.it/paolonori/2014/12/16/mosca-petuski-ultima-parte/