Luciano Curreri, Il mondo come teatro. Storia e storie nelle narrazioni di Ernesto Ferrero, Firenze, Olschki, 2021, 124 p., € 10,00
di Vittorio Frigerio (Dalhousie University)
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In questo agile volumetto, Luciano Curreri propone o ripropone una decina di saggi – o piuttosto, come ben dice l’autore stesso, “micro-saggi” – in parte già apparsi altrove, tra i vari volumi da lui sparsi generosamente ai venti della critica, o affidati a siti internet, ma qui rivisti e raccolti in modo da porre in valore l’unicità di una visione che, per quanto prima disseminata, è ora marcata in modo chiaro e riconoscibile da un carattere che è anche un sistema, o perlomeno funziona eccellentemente in quanto tale. In questi “rivoli di entusiasmo” (espressione eccessivamente modesta) è per prima cosa e per l’appunto l’entusiasmo a dominare e straripare: quel fervore, quella partecipazione che porta il critico a lanciarsi alla scoperta dell’opera senza remore e un tantino allo sbaraglio, trascinando seco il lettore, fiducioso che le porte che si troveranno dinnanzi avranno l’accortezza di lasciarsi aprire senza opporre soverchia resistenza – al contrario del portone del castello di Barbablù, con cui si comincia.