Luciano Curreri, “Il mondo come teatro. Storia e storie nelle narrazioni di Ernesto Ferrero”

Luciano Curreri, Il mondo come teatro. Storia e storie nelle narrazioni di Ernesto Ferrero, Firenze, Olschki, 2021, 124 p., € 10,00


di Vittorio Frigerio (Dalhousie University)

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In questo agile volumetto, Luciano Curreri propone o ripropone una decina di saggi – o piuttosto, come ben dice l’autore stesso, “micro-saggi” – in parte già apparsi altrove, tra i vari volumi da lui sparsi generosamente ai venti della critica, o affidati a siti internet, ma qui rivisti e raccolti in modo da porre in valore l’unicità di una visione che, per quanto prima disseminata, è ora marcata in modo chiaro e riconoscibile da un carattere che è anche un sistema, o perlomeno funziona eccellentemente in quanto tale. In questi “rivoli di entusiasmo” (espressione eccessivamente modesta) è per prima cosa e per l’appunto l’entusiasmo a dominare e straripare: quel fervore, quella partecipazione che porta il critico a lanciarsi alla scoperta dell’opera senza remore e un tantino allo sbaraglio, trascinando seco il lettore, fiducioso che le porte che si troveranno dinnanzi avranno l’accortezza di lasciarsi aprire senza opporre soverchia resistenza – al contrario del portone del castello di Barbablù, con cui si comincia.

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LEGACCETTI (recensioni come ricordi): Ernesto Ferrero, “Napoleone in venti parole”

Ernesto Ferrero, Napoleone in venti parole, Torino, Einaudi («ET Saggi»), (marzo) 2021, 270 pp., 13,50 euro.

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di Luciano Curreri* (ULIEGE, Belgique)

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Dopo vent’anni pieni dal successo di N. (2000), Ernesto Ferrero risponde presente al duecentesimo anniversario della morte di Napoleone (il famoso cinque maggio del 1821) con un saggio fresco, sempre per Einaudi, Napoleone in venti parole (2021). Certo, il Nostro era già tornato a più riprese a confrontarsi con Bonaparte e dintorni e il bel volumetto di Lezioni napoleoniche sulla natura degli uomini, le tecniche del buon governo e l’arte di gestire le sconfitte, uscito per Mondadori nel 2002 e nel 2014, offre una base soprattutto alla prima parte del saggio recente, per una decina dei venti capitoli di cui si compone, cioè quelli relativi, citiamoli, a L’uomo, Famiglia, Donne, Sistema operativo, Politica, Strategia, Economia, Comunicazione, Arte, Libri. Non che non ci siano richiami altrove, specie in un paio di capitoli finali, Errori e Mito, ma nella seconda e più consistente parte del nuovo libro la Storia segue – in seno a piglio e ritmo ‘narrativo’ – le tappe note dell’avventura napoleonica via modalità mene cursorie e più cronologiche.

Detto questo, il background di N. c’è sempre, a partire dai Comprimari, a dire bene e quanto basta l’interesse di Ferrero per uomini e donne eccezionali, nel bene come nel male, che provano a rendere plurale e variegato un mondo che per un ventennio circa, tra fine Settecento e primi due decenni dell’Ottocento, sembra appartenere solo a Napoleone I, anche quando è recluso, oppure sostanzialmente a nessuno: Italia, Egitto, Incoronazione, Russia, Elba, Waterloo, Sant’Elena.

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