QUEL CHE RESTA DEL VERSO n.31: Brevi flashes da altroquando. Nunzio Festa, “Dieci brevissime apparizioni (brevi prose poetiche)”

Il titolo di questa rassegna deriva direttamente da quello di un grande romanzo (Quel che resta del giorno) di uno scrittore giapponese che vive in Inghilterra, Kazuo Ishiguro. Come si legge in questo poderoso testo narrativo, quel che conta è potere e volere tornare ad apprezzare quel che resta di qualcosa che è ormai passato. Se il Novecento italiano, nonostante prove pregevoli e spesso straordinarie, è stato sostanzialmente il secolo della poesia, oggi di quella grande stagione inaugurata dall’ermetismo (e proseguita con il neorealismo e l’impegno sociale e poi con la riscoperta del quotidiano e ancora con la “parola innamorata” via e via nel corso degli anni, tra avanguardie le più varie e altrettanto variegate restaurazioni) non resta più molto. Ma ci sono indubbiamente ancora tanti poeti da leggere e di cui rendere conto (senza trascurare un buon numero di scrittori di poesia “dimenticati” che meritano di essere riportati alla memoria di chi potrebbe ancora trovare diletto e interesse nel leggerli). Rendere conto di qualcuno di essi potrà servire a capire che cosa resta della poesia oggi e che valore si può attribuire al suo tentativo di resistere e perseverare nel tempo (invece che scomparire)… (G.P.)

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di Giuseppe Panella

Brevi flashes da altroquando. Nunzio Festa, Dieci brevissime apparizioni (brevi prose poetiche), Faloppio (CO), LietoColle, 2009

Pur essendo giovanissimo (è nato a Matera nel 1981), Nunzio Festa ha già alle spalle una raccolta di poesie nel 2004 (E una e una, Montedit di Melegnano (MI)) e un volume di racconti (Sempre dipingo e mi dipingo. Storie di vita ballate e condite con musica, Associazione Culturale Il Foglio, Piombino (LI), 2005) e una notevole attività editoriale con la sua Edizioni Altri Media.

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