STORIA CONTEMPORANEA n.43: La scrittura e il suo doppio etico. “Leggere la cenere. Saggi su letteratura e censura”, a cura di Roberto Francavilla

Negli anni tra il 1896 e il 1901 (rispettivamente nel 1896, 1897, 1899 e 1901), Anatole France scrisse quattro brevi volumi narrativi (ma dal taglio saggistico e spesso erudito) che intitolò alla fine Storia contemporanea. In essi, attraverso delle scene di vita privata e pubblica del suo tempo, ricostruì in maniera straordinariamente efficace le vicende politiche, culturali, sociali, religiose e di costume del tempo suo. In particolare, i due ultimi romanzi del ciclo presentano riflessioni importanti e provocatorie su quello che si convenne, fin da subito, definire l’affaire Dreyfus. Intitolando Storia contemporanea questa mia breve serie a seguire di recensioni di romanzi contemporanei, vorrei avere l’ambizione di fare lo stesso percorso e di realizzare lo stesso obiettivo di Anatole France utilizzando, però, l’arma a me più adatta della critica letteraria e verificando la qualità della scrittura di alcuni testi narrativi che mi sembrano più significativi, alla fine, per ricomporre un quadro complessivo (anche se, per necessità di cose, mai esaustivo) del presente italiano attraverso le pagine dei suoi scrittori contemporanei.  (G.P)

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di Giuseppe Panella

 

La scrittura e il suo doppio etico. Leggere la cenere. Saggi su letteratura e censura, a cura di Roberto Francavilla, Roma, Artemide, 2009

Bisogna stare molto attenti quando si parla di censura. Scrivere è sempre un atto pericoloso per il Potere. Lo rileva anche Leo Strauss in uno dei suoi libri (Scrittura e persecuzione, trad. it. e cura di Giuliano Ferrara, Venezia, Marsilio, 1990) più trascurati dagli studiosi di filosofia politica quando analizza il modo tenuto da molti autori in odore di eresia o di critica al potere politico per evitare le ritorsioni o la vendetta (fisica e morale) di coloro i quali li considerano a ragione i propri più acerrimi nemici. Come salvare la vita e non finire sul rogo (come Giordano Bruno) o in carcere (come Ugo Grozio o Denis Diderot)? La strategia della scrittura trasgressiva in tempi di censura comporta una prudenza nell’argomentazione e una sorta di copertura nella finalità dimostrativa che la critica letteraria può individuare ma che la censura non sempre scopre e punisce.

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