Francesco D’Assisi, “Cantico di Frate Sole” e “Della vera e perfetta letizia”

Francesco D’Assisi, Cantico di Frate Sole e Della vera e perfetta letizia,  in Gli scritti di Francesco e Chiara d’Assisi

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di Dianella Bardelli

 

Avevo voglia di scrivere qualcosa sul Natale, e non so perché mi è venuto in mente Francesco D’Assisi e il suo Cantico di Frate Sole. Apparentemente c’entra poco con il Natale, ma nessuno più di lui evoca in me la santità come qualità prettamente umana che deriva però da quel qualcosa di divino che è nel mondo e nelle sue creature. Ma non avevo questo testo e così sono  andata dal parroco del mio paese per farmelo prestare. Lo scritto si trova all’interno di un libro antologico che contiene, per quando riguarda Francesco, tra l’altro, la Regola, il Testamento, molte lettere e le Laudi e preghiere, tra cui il Cantico di Frate Sole.
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UNA PASSIONE LUNGA TUTTA LA VITA. Per Vittorio Vettori studioso e poeta (Parte II). Saggio di Giuseppe Panella

[QUI] la prima parte del saggio UNA PASSIONE LUNGA TUTTA LA VITA. Per Vittorio Vettori studioso e poeta

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di Giuseppe Panella

 

4. Da Campaldino patria ideale a Eleusis forma di esperienza spirituale: nascita dello “stile etrusco”

La prima raccolta di versi veramente significativa di Vettori come poeta è Poesia a Campaldino del 1950. Sono versi legati alla tradizione novecentesca ermetica e non (in particolare alla versione cristiana di questa corrente letteraria con riecheggiamenti di autori quali Betocchi e Lisi, poeti e scrittori amati poi fino alla fine, anche se meno presenti in seguito e sostituiti nelle scelte di scrittura da altri – e certo più prestigiosi – modelli).  Nella seconda delle liriche presenti in Versi per l’Italia (del 1960) è forte l’eco di una delle poesie meno “ermetiche” di Salvatore Quasimodo (la Lettera alla madre):

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San Francesco d’Assisi e Jacopone da Todi (‘200)

San Francesco d’Assisi e Jacopone da Todi.
Appunti di lettura.

San Francesco d’Assisi. Fra le pagine più antiche della nostra letteratura bisogna annoverare il famoso Cantico di Frate Sole di San Francesco d’Assisi, che non solo sta a dimostrare come la nostra prima letteratura sia stata dominata dal motivo religioso proprio dell’età medioevale, ma anche come l’amor di Dio, nella splendida semplicità dell’umile fraticello, diventi ardore di vita, trasporto di ammirazione, elevazione dell’animo rapito nell’estasi di sentirsi circondato da creature tutte sorelle (sole, acqua, vento, fuoco, morte) e perciò amate e lodate in Dio “altissimo, buono, onnipotente”. E’ un canto che sgorga spontaneo dal cuore di un asceta perfettamente umano, innamorato delle bellezze del creato e perciò traboccante di gratitudine per il Creatore: egli vuole trasfondere questa gratitudine nei suoi simili, come mezzo di miglioramento e di elevazione a Dio.

Jacopone da Todi. Altro autore di lodi ascetiche è Jacopone da Todi. Le composizioni di quest’ultimo, all’opposto di quella di San Francesco d’Assisi, sono oscure e rudi, in cui l’autore depreca la corruzione del mondo e il peccato, esorta alla penitenza e alla contemplazione della morte, promette le gioie del Paradiso, minaccia la disperazione cupa dell’inferno, polemizza con il pontefice Bonifacio VIII, piange sulle tristi condizioni della chiesa. Fra i tanti motivi, che assumono toni ora di aspra violenza, ora di anelito alla sofferenza intesa come mezzo per superare le passioni ed elevare lo spirito, ora di mistica aspirazione all’annullamento in Dio, ora di moralismo severo e appassionato, appaiono tratti di fede luminosa e di vera poesia.

f.s.