IL TERZO SGUARDO n.23: Vivere per raccontarla e scrivere per viverla. Marilù Oliva, “Cent’anni di Márquez. Cent’anni di mondo”

Vivere per raccontarla e scrivere per viverla. Marilù Oliva, Cent’anni di Márquez. Cent’anni di mondo, prefazione di Omero Ciai, Bologna, CLUEB, 2010

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di Giuseppe Panella*


Gabriel García Márquez è ormai universalmente riconosciuto come un maestro della narrazione romanzesca e l’autore di romanzi importanti e molto letti costruiti con il metodo letterario del “realismo magico”. A questa prospettiva di poetica sono legati romanzi ormai considerati come opere-mondo quali Cent’anni di solitudine e l’ Autunno del patriarca.

Eppure fino alla consacrazione ufficiale come scrittore con la saga secolare dei Buendía, García Márquez era stato quello che lui stesso definiva “un giornalista felice e sconosciuto” (1).

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Occhi di cane azzurro di Gabriel García Márquez

Recensione/schizzo #12

Gli undici racconti di Occhi di cane azzurro sono i primi scritti da Gabriel García Márquez. Li ho letti tre giorni fa e do qui un sommario quanto impreciso giudizio. Non è una recensione.

Il primo racconto, La terza rassegnazione, è datato 1947, mentre l’ultimo, Monologo di Isabel mentre vede piovere su Facondo, è del 1955. Il primo è un racconto confuso e noioso; l’ultimo è invece un racconto affascinante. La raccolta, dunque, si presenta in crescendo. Se infatti si deve registrare nei primi racconti il tentativo dell’autore colombiano di imitare Kafka e Faulkner, nel prosieguo della lettura le cose migliorano.

Nel complesso siamo dinnanzi ad una raccolta di racconti non bella, a mio parere, ma con qualche lampo interessante. Il grande scrittore era alle porte.

f.s.

[Gabriel García Márquez, Occhi di cane azzurro, Mondatori, 2000, pag. 126, € 5,68 ]