IL TERZO SGUARDO n.21: Abitare il mondo equivale a descriverlo. Emerico Giachery, “Voci del tempo ritrovato”

Abitare il mondo equivale a descriverlo. Emerico Giachery, Voci del tempo ritrovato, Roma, Edilazio, 2010

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di Giuseppe Panella*

E’ probabilmente una costante italiana quella di individuare negli ottanta anni il momento giusto, la soglia sulla quale fermarsi per comporre la propria autobiografia. Esiste un esempio straordinario di questa dimensione letteraria: quelle Memorie di un italiano di Ippolito Nievo che furono ribattezzate dai suoi editori Memorie di un ottuagenario quando comparvero postume nel 1867 per evitare che fossero scambiate per un pamphlet politico. Anche Cesare Cases ha voluto intitolare così le proprie memorie (Confessioni di un ottuagenario, Roma, Donzelli, 2000 quale (im)probabile omaggio al modello rimasto insuperabile di Nievo. Gli esempi di questo tipo si potrebbero moltiplicare a iosa ma perché farlo? Meglio ritornare a questo libro di oggi.

Emerico Giachery ha vergato con mano sicura e ferma una serie di sue note autobiografiche di autorevole e necessaria capacità narrativa, fitta di rimandi alla Storia da lui attraversata e densa di notazioni personali (letterarie e non).

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