Hölderlin/Rilke/Guardini. Saggio di Domenico Carosso

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di Domenico Carosso

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I. Il divenire

Nel paesaggio dell’esistenza, costruito con le forme della realtà, si elevano le «vette del tempo». «Tempo» qui significa semplicemente esistere, essere esistente di passaggio. Le «vette» significano la presenza degli esseri singoli nella solitudine della loro figura particolare, descritta in Voce del popolo dal verso «camminare ad occhi aperti lungo il suo sentiero». L’esistenza individuale è vista eracliteamente nel suo rapporto col tutto che scorre: da esso si rileva come figura propria, ma, divenuta subito sola, anela anche subito a ritornare nel Tutto. Essere singoli vuol dire trovarsi su una vetta isolata.

Così, il fenomeno del divenire si trova alla base del παντα ρεϊ, senza discontinuità, attraversa la filosofia dall’antichità ad oggi. In questa formula, però, il παντα non va considerato come una somma di unità isolate, quali che siano, perché, così facendo, si trasforma questa “formula” in una sorta di caleidoscopio di sentimenti, rappresentazioni e “ corpi” non organizzati che cambiano nel tempo, perdendo l’occasione di valutare i cambiamenti con il tempo o in rapporto al tempo, che è poi l’essenza del divenire.

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