Conversazione su matematica e poesia fra Antonino Contiliano, Giuseppe Mussardo e Gaspare Polizzi

Giacomo Cuttone, Ritratto pixellato, acrilico su tela 50×70, 2017

Conversazione su matematica e poesia fra Antonino Contiliano, Giuseppe Mussardo e Gaspare Polizzi

per Giuseppe Panella


a cura di Antonino Contiliano 

Scarica l’intervista in formato pdf

Prima di avviare la conversazione con i professori Giuseppe Mussardo e Gaspare Polizzi, desidero esprimere loro il mio saluto. Un grazie, cioè, per aver accettato sia il mio invito per una chiacchierata su matematica e poesia, sia l’intenzione di dedicare la conversazione stessa all’amico scomparso Giuseppe Panella (filosofo, saggista e poeta). Fra le opere di Panella ricordiamo: Il lascito di Foucault (Giuseppe Panella e Giovanni Spena, 2006); L’arma propria- Poesie per un futuro trascorso (2007); Il secolo che verrà- Epistemologia letteratura etica in Gilles Deleuze (Giuseppe Panella e Silvio Zanobetti, 2012); Tutte le ore feriscono, l’ultima uccide- Georges Bataille: l’estetica dell’eccesso (2014). Come poeta, Giuseppe Panella, ha partecipato anche alle azioni poetiche del soggetto collettivo-anonimo “Noi Rebeldía” (una nostra idea). A cura di Antonino Contiliano sono state pubblicate pure le sillogi “We are winning wing/2012 e L’ora zero/2014”. Due libri di poesia collettiva-anonima le cui copertine portano opere dell’artista Giacomo Cuttone. Con Francesco Sasso, Panella ha curato il “quaderno elettronico di critica letteraria- Retroguardia”. Devo la conoscenza di Giuseppe Panella all’amico Gaspare Polizzi. Anticipiamo pure, così, che questa conversazione sarà visibile sul sito stesso di Retroguardia. Prima di avviare il nostro incontro qualche nota (per gli eventuali visitatori) su Giuseppe Mussardo e Gaspare Polizzi.

Giuseppe Mussardo è professore di fisica teorica alla SISSA di Trieste. È Direttore editoriale della rivista scientifica Journal of Statistical Physics and Applications (JSTAT). Tra le monografie scientifiche che ha pubblicato ci sono Il Modello di Ising (2007); Statistical Field Theory (2010) e The ABC’s of Science. È autore anche dei film-documentari Maksìmovic. La Storia di Bruno Pontecorvo (2013) e Galois. Un matematico rivoluzionario (2017).

Gaspare Polizzi, storico della filosofia e della scienza, è membro del Comitato scientifico del Centro Nazionale di Studi Leopardiani. Insegna attualmente all’Università di Pisa. Su Leopardi ha pubblicato cinque volumi: Leopardi e “le ragioni della verità” (2003); Galileo in Leopardi (2007); «… per le forze eterne della materia» (2008); Giacomo Leopardi: la concezione dell’umano, tra utopia e disincanto (2011); Io sono quella che tu fuggi. Leopardi e la natura (2015). Con Giuseppe Mussardo (coautore) ha pubblicato L’infinita scienza di Leopardi (2019).

Ed è dalla lettura di quest’opera che è partita la mia idea di una conversazione con loro su matematica, poesia e scienza (in genere). Scontato è, poi, il fatto che (da parte nostra, non specialisti) l’interesse per l’argomento è quello di un’essenziale curiosità intellettuale.

Continua a leggere “Conversazione su matematica e poesia fra Antonino Contiliano, Giuseppe Mussardo e Gaspare Polizzi”

Emilio Salgari. Intervista a Luciano Curreri

INTERVISTA A LUCIANO CURRERI (ULIEGE) promossa dalla rivista «ILCORSARONERO», a cura di ROBERTO FIORASO e MICHELE ZIVIANI, e pubblicata su «RETROGUARDIA 3.0» per festeggiare in anteprima il 160° anniversario della nascita di EMILIO SALGARI (1862/2022).

(Propositi raccolti tra la fine di luglio e l’inizio di agosto del 2021 dal giovane amico Michele Ziviani, che ringraziamo di cuore).

Continua a leggere “Emilio Salgari. Intervista a Luciano Curreri”

Intervista a Hubert Selby Jr.

di Ellen Burstyn
traduzione di Dario Matrone

ELLEN BURSTYN: Cubby [soprannome di Hubert Selby Jr., n.d.t.], mi interessa conoscere il tuo percorso spirituale. Voglio sapere da dove sei partito spiritualmente e qual è stato il tuo cammino.
HUBERT SELBY JR.: Non saprei. Probabilmente non scoprirò da dove sono partito come spirito finché non lascerò il mio corpo. Ma sono sicuro che tutto sia iniziato poco prima di nascere. Trentasei ore prima di nascere ho iniziato a morire. Morire per me è diventato uno stile di vita. Quando sono nato avevo la cianosi, il cervello danneggiato. Ero pure brutto, che tu ci creda o no. E poi ho fatto il mio ingresso nel ventesimo secolo strillando, ero infuriato. Non so bene perché ero tanto infuriato, ma lo ero. Strano, per tutta la vita, fin da bambino guardavo il mondo intorno a me e dicevo: «Non dovrebbe essere così». Non capivo, e non capisco tuttora – ma da bambino la cosa mi confondeva ancora di più – perché la gente si faccia del male, gli uni con gli altri. Non lo capivo proprio. Da bambino ricordo che avevo… avevo due eroi. Uno era Paul Robeson, l’altro il Mahatma Gandhi. Non so perché, ma queste due figure le amavo proprio. E Paul Robeson una volta l’ho anche incontrato di persona. Comunque è tutta un’altra… cioè, fa parte della stessa storia ma… E poi c’è stata un’esperienza spirituale che mi ha fatto prendere una decisione consapevole – anche se all’epoca non lo sapevo. Mi riferisco a quando ho iniziato a scrivere.

Continua a leggere l’intervista

Grande secolo d’oro e di dolore. Intervista a Vincenzo Pardini

Grande secolo d’oro e di dolore. Intervista a Vincenzo Pardini

_____________________________
di Marino Magliani
.

Prendiamo l’incipit di Grande secolo d’oro e di dolore (Il Saggiatore, 2017) di Vincenzo Pardini:
«In una stanza bianca come un sudario, il pavimento di mattoni, rossi e sgretolati, le travi che hanno resistitito ai terremoti, un giorno di febbraio del 1983 è morta Leonide Francesca Lusetti dei Longobardi, ultima discendente d’una antica casata della Media Valle del Serchio».
Il lettore è conquistato dall’onestà dell’io narrante, un discendente del casato, che nella stessa pagina ci dirà:
«Con l’aiuto della memoria e di documenti, tenterò di ricostruire una cronaca di vicende ed eventi che il tempo sta cercando di ingiallire»

Continua a leggere “Grande secolo d’oro e di dolore. Intervista a Vincenzo Pardini”

Il coraggio di Cion. Intervista a Daniele La Corte

daniele-la-corte-il-coraggio-di-cionDaniele La Corte, Il coraggio di Cion, Fusta Editore, 2016, pp.208, € 16
_____________________________
di Marino Magliani
.

Magliani: La letteratura della Resistenza è un po’ strana, come per certi aspetti lo è la Resistenza. Si scrivono migliaia di libri sull’epopea dell’esercito scalzo, mostrandola da ogni angolatura, quota, marginalità, e poi occorre aspettare il 2016 per veder sulla copertina di un libro Il coraggio di Cion (Fusta Editore) di Daniele La Corte. Cosa c’è di strano? Una sola cosa: Cion, nome di battaglia di Silvio Bonfante, nato nel 1921 e morto nel 1944, è quanto di più leggendario, assieme a Felice Cascione, ha combattutto nazisti e fascisti sulle montagne e sulle colline imperiesi. Le battute che lasciano il tempo che trovano sarebbero pronte come i mortai partigiani piazzati contro la cima di Montegrande: Cion è il Che Guevara di noialtri. Ringraziandoti per aver colmato questa lacuna, mi chiedo perché si è atteso così tanto? Era così difficile recuperare le testimonianze, i documenti, o quella sua morte, il colpo di pistola che si è sparato davanti a sua madre per non cadere in mano al nemico nasconde ancora qualcosa? Inoltre, uno dei meriti di questo libro – assieme al pericolo di incorrere nel «sensazionale» da cui sei sfuggito – sta proprio nel non essere stato concepito come la solita narrazione di una morte annunciata.

Continua a leggere “Il coraggio di Cion. Intervista a Daniele La Corte”

Oltre il “singolare”: scritture collettive e autoralità diffusa Intervista ad Antonino Contiliano (Noi Rebeldìa)

scritture collettive

_____________________________

di Silvia Ciancimino1

  1. Volendo recuperare alcune recenti considerazioni di Gabriele Perretta sullo stato dell’arte a noi contemporanea, egli, problematizzando l’irrimediabile metamorfosi e dell’opera e dell’autore che la concretizza (come fenomeno endemico ai complessi regimi di accumulazione di capitale immateriale e monetario), sostiene: «l’artifex è più vicino ad un esangue artigiano che si allena ad eseguire un mandato progettuale e teorico ormai staccatosi dal contesto del singolo soggetto […].
    Continua a leggere “Oltre il “singolare”: scritture collettive e autoralità diffusa Intervista ad Antonino Contiliano (Noi Rebeldìa)”

CIPANGO CIPANGO! Un’intervista a Riccardo Ferrazzi a cura di Marino Magliani

Riccardo Ferrazzi, Cipango Riccardo Ferrazzi, Cipango! Editore Leone, 2013, pp.407, € 14,00

 _____________________________

 di Marino Magliani

 

Magliani: Ne Il Milione, Cipango, o Zipangu, dovrebbe essere il Giappone. Marco Polo, pur non essendoci mai stato, sostiene che sia un’isola di dimensioni grandi e letteralmente piena d’oro. Cipango diventa il sogno di tanti avventurieri, viaggiatori come Cristoforo Colombo. Come nasce il sogno di Cipango per uno scrittore del Novecento?

Ferrazzi: Per essere precisi, Marco Polo parla di un’isola a 1500 miglia di distanza, cioè a quasi 30 gradi di longitudine. Non può trattarsi del Giappone, che è molto più vicino al Celeste Impero (e dove di oro non ce n’è). Secondo me, Cipango era la California (dove l’oro c’era, eccome). Marco Polo ebbe notizia di Cipango intorno al 1280, dunque la navigazione oceanica doveva essere stata praticata dai cinesi nel Tredicesimo secolo e forse anche prima.

Continua a leggere “CIPANGO CIPANGO! Un’intervista a Riccardo Ferrazzi a cura di Marino Magliani”

Quartiere non è quartiere. Un’intervista a Luciano Curreri a cura di Marino Magliani

Luciano Curreri, Quartiere non è un quartiereQuartiere non è quartiere. Luciano Curreri, Quartiere non è un quartiere. Racconto con foto quasi immaginarie, Venezia-Mestre, Amos, “Calibano”, 2013, pp. 120, 12 euro

 _____________________________

 di Marino Magliani

 

Quando si prende in mano Quartiere non è un quartiere di Luciano Curreri – uscito per Amos edizioni, nel novembre del 2013 – l’impressione è di avere a che fare con una ristampa, perché sulla quarta di copertina appaiono alcuni commenti che sembrano tratti da diverse recensioni ma che di fatto veicolano una specie di “quarta collettiva”, che “mixa” le opinioni di ben sei autori diversi. L’idea mi sembra geniale, e non sto a dirvi chi firma gli “strilli”, non è importante, anche se son davvero bei nomi, tutti, e alcuni addirittura grandi.

Un’altra cosa del libro, da dire, subito, guardandolo da fuori, appoggiandolo sulla scrivania o rigirandolo tra le mani, è che è curatissimo. Ma questa, a dir il vero, non è una novità: i libri di Amos sono ben riconoscibili per sobrietà e eleganza, caratteristiche (oggi non troppo diffuse) con cui Michele Toniolo ha dato vita a collane dove trovano posto pagine selezionate di letteratura italiana e straniera e autori e artisti – talora in doppia veste, talora in tandem compositivo, fra scrittura e materiali iconografici – come James Baldwin, Roberto Ferrucci, Vladimir Kantor, Tiziano Scarpa, Jean-Philippe Toussaint,  Kenneth White, Julio Llamazares.

Continua a leggere “Quartiere non è quartiere. Un’intervista a Luciano Curreri a cura di Marino Magliani”

Perché i morti non serbano rancore. Intervista a Nando Vitali.

Nando Vitali, I morti non serbano rancore, Gaffi, 2011, Pagg. 296, 15.50 €
_____________________________

di Marino Magliani

.

E’ possibile pensare a un romanzo sulle foibe senza farsi sfiorare dal pregiudizio: un libro sul revisionismo? Devo ammettere che io ci casco sempre, ed è la prima cosa che mi è venuta in mente: la solita corrente… Mi è successo lo scorso dicembre, a Roma, durante la Fiera dei libri. Presi il libro e non lo lessi subito, intendo in quei giorni. Eppure sarebbero bastate due pagine, tre, forse (cominciai a leggere e a pensarci su dopo una decina di giorni, distante qualche migliaio di chilometri) per capire che I morti non serbano rancore, di Nando Vitali (Gaffi, 2011) era un’altra cosa, era una cosa che faceva i conti con dell’altro, entrava nelle cicatrici carsiche ma non se ne serviva per… Forse se ne serviva solo per uscirne, una volta per tutte. Se ne serviva un figlio, Lorenzo Goretti, senza mai esserci stato, nel ventre dei carsi, eppure si può dire anche senza esserne mai uscito. Perché questa è la storia di una di quelle guerre che non finiscono mai, di un padre che l’ha combattuta e di un figlio che l’ha ricevuta come un’eredità, una disfunzione genetica, se mi si consente, un trauma. A volte si riesce solo a guarire, o a tentare almeno di capire, attraverso qualcosa… Ma cosa? Il racconto che proviene dal proprio sangue?

Continua a leggere “Perché i morti non serbano rancore. Intervista a Nando Vitali.”