Remainders n.5: La crudele verità, la dolce menzogna. Omero, “Iliade” e “Odissea”

La crudele verità, la dolce menzogna. Omero, Iliade e Odissea

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di Francesco Sasso

La più antica testimonianza della letteratura greca a noi pervenuta è rappresentata dai poemi omerici Iliade ed Odissea. Le due opere ci rivelano che il loro autore è connesso con tutta una tradizione letteraria e storica precedente. I poemi omerici riflettono questa civiltà, con usi, costumi, ordinamenti politici, abitudini di principi e di popolo.

È noto ai più la questione sulla effettiva esistenza di un poeta di nome Omero e sulla legittimità dell’attribuzione a lui dell’Iliade e dell’Odissea. Tale questione noi la sfioreremo appena, accennandola nelle sue linee essenziali.

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“Alimentare ciò che in loro vi è di eterno”. Anonimo, “Il sublime”

“Alimentare ciò che in loro vi è di eterno”. Anonimo, Il sublime, a cura di Giulio Guidorizzi, in Trattatisti Greci, Mondadori, 2008, pp. 235-397

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di Francesco Sasso

Nell’intervista che Harold Bloom rilasciò alla rivista “The Paris Review” (n.118, 1991), leggiamo:

«a mio parere, Aristotele aveva distrutto la critica letteraria occidentale quasi dal principio. Per me la critica letteraria inizia davvero con lo Pseudo-Longino».

Come non essere d’accordo con il critico americano? Leggere (o rileggere) il trattato sul Sublime, composto da un anonimo retore del I secolo d.C, è per noi oggetto di continuo stupore.

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Remainders n.4: Esopo, “Favole”

Esopo, Favole, trad. Elena Ceva Valla, intr. Giorgio Manganelli, Biblioteca Universale Rizzoli, 1998

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di Francesco Sasso


Esopo: nulla di certo si sa sul suo conto; solo che ad Esopo vengono attribuite numerosissime favole di vario carattere: moralistico, narrativo, esortativo e di non molta estensione, che esprimono in tono per lo più leggermente umoristico fatti irreali e fantasiosi, che però hanno una certa aderenza con il mondo degli uomini.

I protagonisti di buona parte di queste favolette sono gli animali (leone, aquila, cavallo, volpe, rana, asino, serpente, scimmia, cane, topo ecc), che con voce e sensibilità umana mettono in ridicolo alcuni aspetti della società degli uomini veri (rancore, furbizia, astuzia, avarizia, cattiveria ecc).

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“Dialoghi” di Platone nella versione di Francesco Acri

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Recensione/schizzo

Platone è non solo massimo filosofo, ma anche sublime artista e prosatore. Leggendo i dodici dialoghi nella versione di Francesco Acri, non so se ammirare di più il fascino del pensatore, la forza del prosatore, la grandezza dell’artista. Platone ci dà un’idea esatta- direi viva- dell’uomo ateniese del IV secolo, che riveste tutti gli atteggiamenti della sua esistenza con forme di un’arte che non pretende di nascere da un vuoto gioco di parole ben connesse, ma dalla profonda ispirazione elaborata da una finissima sensibilità.

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