Storia di Roma di Jules Michelet

Recensione/schizzo #24

Jules Michelet (1798-1874), storico francese, autore di Histoire Romaine (Storia Romana), dell’Histoire de France (Storia di Francia) che completò con il titolo Du Peuple (Del popolo) ed altre opere sociali, descrittive e poetiche, come Oiseau (L’uccello), La Mer (il mare), La Montagne (La montagna) ecc.

Negli ultimi tre mesi ho letto Histoire Romaine (Storia Romana). Lettura avvincente. Definì egli stesso il suo metodo: fare risorgere la vita intera del passato; e con la ricerca scrupolosa dei fatti di ogni genere e dello stato sociale e morale, risulta un grande storico. Alla ricerca attenta dei documenti, egli aggiunse inoltre la sua sensibilità, il suo amore per gli umili, per la natura, i suoi rapimenti davanti all’arte, le sue collere, per cui l’opera storica acquista pure un carattere epico. Tuttavia non possiamo nascondere che alle volte le sue passioni politiche gli tolgono la necessaria imparzialità ed egli cade allora nella polemica violenta.

Un coinvolgente viaggio nella storia romana. Il suo stile è romantico: immaginoso, vivace, poetico.

f.s.

[Jules Michelet, Storia di Roma, trad. Aldo Marcovecchio, Rusconi libri, 2002, pp.636 con immagini, 10 € ]

Stroncatura di Polibio

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Ho scovato questa stroncatura nel libro che sto leggendo: Storia di Roma (1831) di Jules Michelet. Quest’ultimo cita la stroncatura di Polibio a proposito dell’origine di Roma.

Polibio era un greco di Megalopoli, condotto a Roma come ostaggio nel 166 a.C. dopo la sconfitta di Pidna. Scrisse 40 libri di Storie che narrano le vicende di Roma dalle origini fino al 144 a.C.

 
<<Si vorrà sapere – dice Polibio, lib. III, – il perché io faccia qui menzione di Fabio. Io giudico il suo racconto non già tanto verosimile da dover temere che gli si dia fede, perché quanto egli ha scritto ha talmente poca consistenza, che i lettori avvertiranno bene, senza che io ne parli, il poco fondamento che si può fare su di un autore la cui caratteristica è la leggerezza; ma debbo avvertire quelli che lo leggeranno di badare meno al titolo del libro che al contenuto di quello, perché vi sono persone, le quali, ponendo maggiore attenzione alla qualità dello scrittore che non ai fatti narrati, credono di dover accettare tutto quanto egli dice, per il solo fatto che egli è stato contemporaneo e, per giunta, senatore. Quanto a me, così come ritengo di non dovergli negare ogni fede, non voglio neppure che gli si creda al punto da non fare più uso del proprio giudizio; bensì intendo che il lettore, dalla natura stessa delle cose riferite, giudichi da sé quanto ne debba credere>>
(JULES MICHELET, Storia di Roma, Rusconi ed. 2002, pag.79)

f.s.