Diverse voci su un unico Eco. Su Aa. Vv. Umberto Eco. L’uomo che sapeva troppo, a cura di Sandro Montalto, Pisa, ETS, 2007
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di Giuseppe Panella*
Nato per festeggiare Umberto Eco al di là di ogni occasione possibile (sia accademica che personale e persino puramente occasionale), il volume coordinato da Sandro Montalto offre la possibilità di guardare allo scrittore di Alessandria con occhi diversi e più “ingenui” da quelli di chi pratica per mestiere il mondo delle recensioni letterarie o delle ricostruzioni storico-teoriche. Ventitré interventi diffusi sul vastissimo territorio frequentato da Umberto Eco permettono di verificare le sue incursioni nei settori più ampi e più diversi alla luce del comune interesse rivestito dal soggetto della ricostruzione stessa nell’ambito della scrittura come punto di riferimento comune. All’interno del volume si possono trovare testi relativi alla sua opera (i primi sette), due saggi (quelli di Cardini e Isotta semplicemente dedicati a Eco ma non concernenti la sua produzione), altri testi di ricordo o testimonianze o di amicale considerazione per l’uomo e l’opera – sintomatici al riguardo quelli di Giulio Andreotti, di Maurizio Costanzo e di Renzo Paris che in versi ammette di essere dalla parte degli sconfitti, di quelli cioè che l’editoria ha emarginato in nome del “romanzo postmoderno”) e, alla fine, testi “creativi” come riflessioni su Eco studioso di enigmistica, immaginari dialoghi con lui stesso o tra i suoi personaggi e altri ancora di invenzione (Sherlock Holmes e il dottor Watson che si confrontano con Guglielmo di Baskerville e il suo discepolo Adso) e, infine, un anagramma tutto per lui (Truce Boemo ovvero Umberto Eco !).