Felice Muolo, “L’amore è scavalcare un muro” e “I desideri si pagano”

Felice Muolo, I desideri si paganoFelice Muolo, L’amore è scavalcare un muro

Felice Muolo, L’amore è scavalcare un muro ( Lulu.com, 2013) e I desideri si pagano (Lulu.com, 2013).

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di Francesco Sasso

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I romanzi di Felice Muolo sono trame tessute da fili, conti i fili e nessuna trama è strappata. Sono libri un pochetto educati, con un graduato dosaggio di garbata ironia. L’amore è scavalcare un muro e I desideri si pagano sono libri che si leggono d’un fiato, ma io credo che la maggior simpatia andrà a L’amore è scavalcare un muro.

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Felice Muolo,”Quattro stracci una rupia e una bambola di cartapesta”

di Francesco Sasso

Quattro stracci una rupia e una bambola di cartapesta (Fermenti editrice, 2009) è l’ultimo libro di Felice Muolo, scrittore di Monopoli (Bari).

In questo lungo racconto, Muolo ci propone con rigore una ricerca: scrivere una storia che sia adatta ai bambini che agli adulti. La forte concretezza del tema trattato (l’adozione di bambini non italiani) si unisce alla ricerca delle forme più semplici della fiaba. Questo intento è ben visibile nelle scelte tematiche e formali de Quattro stracci una rupia e una bambola di cartapesta. La voce narrante è quella della protagonista Pragasi, bambina indiana di sei anni adottata da genitori italiani:

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STORIA CONTEMPORANEA n.5: Turismo e spettacolo di morte. “Il ruolo dei gatti” di Felice Muolo

Negli anni tra il 1896 e il 1901 (rispettivamente nel 1896, 1897, 1899 e 1901), Anatole France scrisse quattro brevi volumi narrativi (ma dal taglio saggistico e spesso erudito) che intitolò alla fine Storia contemporanea. In essi, attraverso delle scene di vita privata e pubblica del suo tempo, ricostruì in maniera straordinariamente efficace le vicende politiche, culturali, sociali, religiose e di costume del tempo suo. In particolare, i due ultimi romanzi del ciclo presentano riflessioni importanti e provocatorie su quello che si convenne, fin da subito, definire l’affaire Dreyfus. Intitolando Storia contemporanea questa mia breve serie a seguire di recensioni di romanzi contemporanei, vorrei avere l’ambizione di fare lo stesso percorso e di realizzare lo stesso obiettivo di Anatole France utilizzando, però, l’arma a me più adatta della critica letteraria e verificando la qualità della scrittura di alcuni testi narrativi che mi sembrano più significativi, alla fine, per ricomporre un quadro complessivo (anche se, per necessità di cose, mai esaustivo) del presente italiano attraverso le pagine dei suoi scrittori contemporanei.  (G.P.)

 

di Giuseppe Panella

 

5. Turismo e spettacolo di morte. Felice Muolo, Il ruolo dei gatti, Roma, Azimut, 2008
 

 

Il ruolo dei gatti è un thriller e, prima di parlarne, sarà opportuno spendere qualche parola sul ruolo dei romanzi polizieschi (o, comunque, con un contenuto di carattere hard-boiled – per usare la celebre definizione che viene dalle pulp magazines degli Anni Trenta americani) nella recente narrativa italiana. Il successo avuto da scrittori come Andrea Camilleri o Gianrico Carofiglio o di Giancarlo De Cataldo non deve stupire (a prescindere dall’abile attività di marketing politico-culturale che lo ha determinato). Per dirla con una boutade (che potrebbe suonare beffarda ma forse neppure tanto), il romanzo poliziesco (chiamato qui in questo modo per pura comodità di definizione) ha preso il posto nel cuore dei lettori “forti” del romanzo di impegno (sia pure non sperimentale o marcatamente politico) degli anni Cinquanta o Sessanta. Al posto di romanzi che prendevano posizione, denunciavano, marcavano con decisione la differenza tra intellettuali engagés o disposti allo scontro con il Potere (l’esempio più significativo a questo riguardo è stato Leonardo Sciascia anche se la prospettiva poetica dell’ultimo Pasolini sembrava orientarsi di nuovo verso il romanzo – come l’incompiuta redazione di Petrolio testimonierebbe) vengono oggi prodotti manufatti narrativi che hanno la stessa ambizione ma con un taglio più decisamente di “genere”.

E’ questo ritorno del genere (mai eccessivamente frequentato negli anni precedenti del secondo Novecento e non soltanto per colpa dei divieti del Minculpop fascista) che accomuna tutti i più fortunati successi editoriali di fine secolo scorso.

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“Il ruolo dei gatti” di Felice Muolo

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Recensione/schizzo

Una storia avvincente quello del nuovo libro di Felice Muolo dal titolo Il ruolo dei gatti. Franco Narracci, disincantato direttore d’albergo, una mattina scopre il cadavere del vicino di casa, nonché collega di lavoro. Pare un suicidio. Il protagonista è invitato dal commissario di polizia a prendersi cura dei dieci felini della vittima. Nel mentre, la vita del protagonista prosegue come se non fosse accaduto niente, tra una moglie fedifraga e colleghi sessuomani, tra un datore di lavoro avido e un fratello egoista; fino a che un secondo uomo, anch’egli collega di Narracci, viene rinvenuto morto in un appartamento con altri dieci gatti. Inizia così il tentativo da parte del protagonista di scoprire la verità su quelle morti e, contemporaneamente, di dare una svolta alla sua vita, abbandonando il lavoro e la sua intrinseca logica di “sopraffare o essere sopraffatto”.  

In questo romanzo la struttura del genere è presa a pretesto per cercare di vedere della società italiana, il diritto e il rovescio. L’intendo di satira sociale è presente, poiché l’autore non si limita a descrivere i vizi. A Muolo non manca, inoltre, una robustezza di coscienza che gli consenta di distaccarsi dalla storia trattata e di reagire ad essa con ironia e arguzia.

Le descrizioni dei luoghi, dei personaggi e le atmosfere palpabili sono i pregi di questo libro. Lo stile è piano, semplice ed uniforme e ciò non è un segno di minore importanza. Unico neo, a mio vedere, è la conclusione della storia: essa si conclude con una improvvisa accelerata. Consiglio la lettura di questo romanzo.

f.s.

[Felice Muolo, Il ruolo dei gatti, Azimut, 2008, pp.110, € 10]