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di Lorenzo Muratore
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Quello di Marino non è il cane di Ulisse. È sì un cane vero, ma talmente inseparabile dall’ironia, da divenire una più nera pittura: dapprima è come il sogno di un Prigioniero che sa che anche la libertà del salto possibile è troppo rischiosa: la rete è troppo alta.
L’ultimo cane che il padrone aveva seppellito era morto proprio impiccato a quel modo; nel salto.
Di solito per portare a perdere i cani, il padrone sceglieva qualche paesetto dell’entroterra…